“Dio ci lascia completamente liberi e per questo non interviene, per rispettare la nostra libertà”, così scrive l’amica Giuseppina, una religiosa signora, sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. E già. Intanto molte persone religiose dovrebbero chiedersi come mai allora richiedono intervento di Dio per far finire una guerra, per fermare il nemico, o per altro. Pregano Dio di impedire a qualcuno di compiere il male, chiedono a Dio di limitare la libertà di persone malvagie. Poi bisognerebbe chiedere come mai il Signore non rispettò la libertà dell’ebreo di Tarso di compiere il male, chiedendogli “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Non avrebbe potuto fare lo stesso con i due assassini di Via Igino Giordani, a Roma, non avrebbe potuto chiedere loro: “Marco, Manuel, perché mi perseguitate?”. Viene definita libertà questa possibilità di compiere il male, dono del Signore. Sarà. Certo è che il dono è costato e continua a costare lacrime e sangue a moltitudini d’individui, che sono nati nella schiavitù e sono morti nella schiavitù. Per moltitudini la libertà di compiere il male è stata una disgrazia. E per i credenti è una disgrazia anche per coloro che il male lo compiono. Ma per davvero è libertà la possibilità di compiere il male?

Renato Pierri