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www.ildialogo.org Le femministe hanno affittato il cervello?,di Renata Rusca Zargar

Lettera
Le femministe hanno affittato il cervello?

di Renata Rusca Zargar

Con una nota del direttore


Negli ultimi tempi, mi sono chiesta spesso come mai le femministe tacciano sulla questione dell’utero in affitto. Sinceramente, mi aspettavo cortei, proteste, rivendicazioni riguardo il corpo della donna che non può essere usato come una merce.
Invece, tutto tace, escluso qualche flebile gemito.
Eppure, prendere un ovulo da una donna (meglio se bianca, sana e bella), inserirlo fecondato nel corpo di un’altra (che può essere anche orientale o di colore), crescere un feto che diventa bambino, indi consegnarlo a chi lo ha commissionato, è una mostruosità.
La donna è usata come una mucca fattrice di vitelli, poi portati al macello. Forse anche peggio, perché, almeno per un po’, la mucca può leccare e allattare il suo vitellino e questi ne può trarre conforto. Mi viene in mente un libro che avevo letto in gioventù sugli esperimenti che i nazisti facevano sul corpo delle donne…[1]
E non mi importa che a ordinare e ritirare figli a comando siano coppie eterosessuali o omosessuali, per me non cambia nulla!
Non mi importa neppure se queste donne siano state comprate (schiavitù) o lo facciano per convinzione. Quale convinzione, infatti, ci può essere nell’abbandonare una creatura che è stata un pezzo del nostro corpo per nove mesi, il cui cuore ha pulsato in noi, che si è nutrita del nostro sangue, che non potremo abbracciare e sostenere quando sarà malata o quando qualcuno l’avrà offesa?
Neppure la mucca sceglie di abbandonare il suo vitellino.
Perché, dunque, non si grida all’obbrobrio?
Forse, perché le femministe (ma esistono ancora, dopo che è stata sdoganata la prostituzione e resa, nel silenzio, l’unico sistema sicuro per avere successo?) sono donne di sinistra.
Esse hanno paura a criticare la sinistra. Una sinistra che negli altri cerca la perfezione e così pure nelle cose da fare che non sono mai abbastanza di "sinistra", sempre incurante del fatto che con il suo comportamento dà, ogni volta, il governo in mano alla destra.
Per sé, invece, la sinistra autorizza qualsiasi comportamento spregevole come quando si partecipa alle primarie e, se il risultato non è quello che si vuole, si presenta un altro candidato alle elezioni.
Ma questo è molto peggio. Non c’è pari nella mostruosità.
Io non penso affatto che due genitori maschi oppure femmine non possano educare un figlio. Gli studi hanno dimostrato che non è importante il sesso del genitore che si prende cura, essenziale è l'amore e l'interesse per il bimbo. (D'altra parte, valutando gli esiti dell'educazione eterosessuale, altri tipi di genitori non potranno fare peggio!) Di solito, la salute psichica del figlio dipende anche dalle problematiche psicologiche dei genitori. Certamente, nella nostra società conservatrice e chiusa, gli omosessuali devono subire tante umiliazioni e, probabilmente, avranno qualche problema psicologico. Dunque, se desiderano essere genitori formativi, saranno senz'altro capaci di farsi seguire da uno psicologo e risolvere i loro problemi.
Il sistema giusto, però, non può essere ordinare un bimbo a una fattrice!
Non conosco la situazione dei bambini adottabili in Italia, ma so che nel mondo, causa fame, malattie, guerre, ci sono milioni di creature abbandonate negli orfanotrofi. Perché non adottare un bambino che già esiste, che soffre, che ha bisogno di tutto? Non sarebbe un modo sublime di essere genitori, di sviluppare le proprie sensibilità affettive, facendo del bene ad altri, diversamente condannati a morte?
Non è questo che la Sinistra dovrebbe sostenere in una visione attuale e globale del mondo?
Si batta, piuttosto, perché anche le coppie omosessuali e i single possano adottare. Sarà una lotta per la vita, non la creazione di droni con una quantità indefinita di madri e padri…
E le femministe, se non hanno affittato il cervello, si ricordino che il corpo della donna non è una fattoria.
Renata Rusca Zargar
 
NOTE
[1] La casa delle bambole Una adolescente nell'inferno di un campo di concentramento,  Ka-Tzetnik 135633, Arnoldo Mondadori (Oscar)

 

 Risponde il direttore

Gentile Renata,

rispondo solo sulla questione delle adozioni. Lei non è la prima che solleva tale questione. Da come se ne parla si evince che pochissimi sono quelli che conoscono il mondo delle adozioni, quello italiano e quello internazionale. Pochi sanno il vero e proprio calvario a cui devono sottoporsi coloro che si propongono di adottare un bambino/a. Pochi conoscono anche il razzismo a cui vengono sottoposti i bambini adottivi, non solo quelli provenienti dall'estero e che hanno caratteristiche somatiche che rendono evidente il loro stato di "bambini adottivi, ma anche quelli nati in Italia. Molti parlano di maternità surrogata senza sapere, per esempio, che questa è una pratica diffusa in Italia da tempo immemorabile, sia prima che dopo la riforma del diritto di famiglia che risale agli anni '70. Pochi ricordano che in Italia il maschio può riconoscere il figlio nato fuori dal matrimonio. E questo meccanismo è stato e viene ancora usato per realizzare in modo assolutamente legale la maternità surrogata. E su tale questione anni fa la magistratura minorile ha svolto più di una inchiesta. Ed è lo stesso meccanismo che in Italia consente di avere famiglie poligamiche in modo del tutto legale. Non si chiamano così ma la sostanza è quella con l'aggiunta della ipocrisia che condisce tutta la nostra realtà sociale.

In più manca una politica di ascolto fra le coppie eterosessuali e omosessuali. Si tende a dividerle a metterle le une contro le altre e tutto ciò che tende alla divisione sociale ha qualcosa di diabolico perchè crea odio e violenza.

Dovremmo quindi cercare tutte e tutti l'incontro, il dialogo, il mettersi in ascolto gli uni degli altri, il sentire i bisogni le speranze e le sofferenze di ognuno. Solo così potremo trovare una via che rispetti l'umanità di tutti e tutte.

Cordiali saluti

Giovanni Sarubbi



Lunedì 07 Marzo,2016 Ore: 19:51
 
 
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