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www.ildialogo.org Utero in affitto benedetto dal Signore della Genesi,di Renato Pierri

Lettera
Utero in affitto benedetto dal Signore della Genesi

di Renato Pierri

Che dite? Converrà ricordare a tutti i credenti,  terrorizzati, disgustati dall’idea che una donna possa affidare all’amore e alle cure di un’altra persona un bambino che ha portato in grembo, ma che non è il frutto della sua unione con la persona amata, e che non ha desiderato e voluto come figlio, vogliamo ricordare a questi credenti terrorizzati, disgustati,  due episodi della Bibbia ispirata da Dio? Il primo lo troviamo in Genesi 16: “Sarai la moglie di Abram, non gli aveva dato figli, ma aveva una schiava egiziana di nome Agar, Sarai disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di partorire; deh! accostati alla mia schiava; forse da lei potrò avere figli». Abram, ascoltò la voce di Sarai”. E te credo, chissà com’era bella la schiava egiziana. Ma continuiamo col racconto biblico: “Egli si accostò ad Agar che restò incinta”. E che fece il Signore? Fu disgustato dalla faccenda? Neppure per sogno. Era tanto soddisfatto, il Signore, che inviò un angelo a dire alla schiava egiziana: «Moltiplicherò assai la tua discendenza e non la si potrà contare a causa della sua moltitudine”. Concludiamo il racconto: “Poi Agar partorì ad Abram un figlio, ed Abram chiamò Ismaele il figlio partoritogli da Agar”. In Genesi 30, invece, troviamo quest’altro bell’episodio disgustoso per i credenti, ma non per il buon Dio: “Rachele vide che non poteva partorire figliuoli a Giacobbe. Allora Rachele... disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no muoio!». Ma guarda un po’. E che cosa credeva Rachele che fosse un diritto avere figli? E li voleva a tutti i costi, la sciagurata? Continuiamo il racconto: “Giacobbe s’irritò contro Rachele e disse: «Son forse io al posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del ventre?». Allora essa disse: «Ecco la mia serva Bila; accostati a lei così ch’essa partorisca sulle mie ginocchia ed anch’io abbia una figliolanza per mezzo di essa». Così gli diede come moglie la propria schiava e Giacobbe si accostò a lei”. E te credo, chissà com’era bella Bila! Ma continuiamo: “Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio”. E il Signore? La faccenda disgustò il Signore? Neppure per sogno, giacché Rachele disse: «Dio ha giudicato in mio favore ed ha pure ascoltato la mia voce dandomi un figlio». E che fece Lia, la sorella maggiore di Rachele, quando smise d'avere figli? Ecco: “Prese Zippa, la propria schiava, e la diede in moglie a Giacobbe”. E Giacobbe, che non resisteva davanti alla bellezza delle schiave, che fece? Si accostò pure a lei ovviamente, si accostò, si accostò, ed essa concepì. E qui finisce la storia delle donne benedette da Dio che non solo mettevano a disposizione per altri il proprio utero, ma anche un’altra preziosa parte del corpo.
Renato Pierri

Risponde il direttore

Grazie sig. Pierri di aver ricordato questi racconti della Genesi. Mi sono trovato anche io a raccontare gli stessi passi e ho potuto verificare come sull'argomento vi sia una ignoranza colossale. La Bibbia è ancora largamente sconosciuta fra gli stessi catechisti cattolici o fra la generalità della popolazione. Non vi è cultura biblica ma forse sarebbe meglio dire che non vi è più cultura in senso lato.

Cordiali saluti

Giovanni Sarubbi



Martedì 23 Febbraio,2016 Ore: 17:31
 
 
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