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www.ildialogo.org Vent’anni di “Porta a Porta” e qualche mio ricordo per la festa,di Renato Pierri

Lettera
Vent’anni di “Porta a Porta” e qualche mio ricordo per la festa

di Renato Pierri

Mercoledì 17 febbraio, Bruno Vespa ha festeggiato 20 anni di programmazione del talk show. Tanti ricordi. Vorrei contribuire ai festeggiamenti trascrivendo qualche riga da alcune delle mie tante lettere sul salotto vespino, pubblicate dai quotidiani. Liberazione del 2 febbraio 2006: «Le donne e l’Enciclica - Ieri sera Bruno Vespa ha dedicato la sua trasmissione alla Deus caritas est di Benedetto XVI, e siccome la presenza della donne a "Porta a porta" è inversamente proporzionale all'importanza dell'argomento trattato (più è serio ed importante, e minore è il numero delle donne invitate), ieri c'erano nove voci maschili, comprese una in collegamento (Cacciari), e quella del conduttore, ed una sola voce femminile. Ma non era solo questa l'anomalia... ». La Stampa 26 ottobre 2006: «Quando c’è di mezzo il Vaticano – ... Si parla di miracoli di guarigione? Mai presente un cattolico che possa dimostrarne l'inconsistenza teologica. Però Vespa può essere perdonato, giacché il fenomeno si ripete su tutti i canali della televisione pubblica e di quelle private. Quel che non capisco è perché il bravo conduttore abbia fatto un'eccezione per la  religione islamica.  Forse perché non c'era il rischio di recare fastidio al Vaticano?». Affari Italiani 11 aprile 2007: «La cronaca nera che diventa spettacolo – Una sorta di corazza dovuta forse all'abitudine, salva per fortuna tante persone (medici, giudici, guardie carcerarie, ecc.)... Alla tragedia avvenuta a Cogne sono state dedicate valanghe di trasmissioni definite ipocritamente d’approfondimento, e l'abitudine a parlarne è diventata tale, per cui si parla di un bimbetto massacrato come se si parlasse di un vaso, magari anche preziosissimo, che qualcuno ha infranto con una martellata (o un mestolo, o uno scarpone, o altro?). Bruno Vespa qualche sera fa, nell'ennesima sua trasmissione dedicata all'argomento, teneva appunto tranquillamente in un mano un mestolo e nell'altra uno scarpone; e indugiava nel descrivere il modo con cui il vaso (non ho corazza e mi dà fastidio usare il termine vero) poteva essere stato rotto...Poi si è deciso a lasciare i presunti strumenti di morte,  ed ha cominciato a rigirarsi tra le mani un calzino...Sempre presenti giornalisti e  direttori di giornali, alcuni dalla faccia atteggiata ad immutabile serietà e compostezza (es. Vittorio Feltri), altri sempre sorridenti (es. Maurizio Belpietro). I giornalisti corazzati che della cronaca nera fanno spettacolo,  non potrebbero porsi dei limiti, se non altro per rispetto verso le vittime e i loro familiari?».  Il Sole 24 Ore 4 aprile 2009: «Caro Vespa, i morti vanno lasciati in pace – ... C'era una specie di palcoscenico, con il primo attore che parlava di sangue, del sangue di una povera ragazza uccisa con feroce violenza, e in primo piano un computer ed una bicicletta. Ognuno si distrae a suo modo, ho pensato. E poi ho pensato ancora: ma i giudici che si occupano del caso, saranno contenti che qualcuno faccia una sorta di processo in televisione? E ancora: la sventurata ragazza morta, sarà contenta che a parlare del suo sangue, delle macchie del suo sangue sparso, non siano solo le persone costrette dal proprio lavoro (carabinieri, giudici, periti, cronisti, ecc.), ma anche un conduttore che fa spettacolo? Sarà contenta la sventurata ragazza morta che si parli e si straparli in televisione della sua tragica morte e tante volte si faccia il suo nome? Da piccolo mi avevano insegnato una preghiera in latino: "Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis, requiescant in pace. Amen". La conoscerà Bruno Vespa?». La Stampa 1 marzo 2010: «Che fa l'aquilano Bruno Vespa? - Dal centro storico dell'Aquila, chiuso in uno inspiegabile isolamento, a distanza di dieci mesi dal terremoto non è stata spostata una pietra. Come mai l'aquilano Bruno Vespa, che al tempo della tragedia, tante serate dedicò alla sua amata città, non ha dedicato una trasmissione a questa negligenza, presentandosi magari in trasmissione con una bella carriola piena di macerie? Non se n'era accorto, e magari deciderà di farlo adesso in occasione della protesta? Oppure teme di dispiacere a qualcuno?»
Renato Pierri



Venerdì 19 Febbraio,2016 Ore: 18:07
 
 
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