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www.ildialogo.org Unioni civili. Il discorso ingannevole di don Fabio Bartoli,di Renato Pierri

Lettera
Unioni civili. Il discorso ingannevole di don Fabio Bartoli

di Renato Pierri

Don Fabio Bartoli (scrive sul quotidiano La Croce), ha pubblicato una lettera sul blog “Come Gesù” dove spiega per quale motivo “bisogna andare al Family Day il prossimo 30 gennaio”. Trascrivo: «L’art. 5 del DDl Cirinnà, se approvato nella sua attuale formulazione, consentirebbe “l’adozione -da parte del partner dello stesso sesso- del figlio biologico dell’altro partner” anche nei casi in cui il bambino sia nato grazie al ricorso a procedure di maternità surrogata e di fecondazione eterologa, codificando il diritto di adottare un bambino che è stato reso intenzionalmente “orfano” di uno dei due genitori, e per l’esattezza del genitore “donatore” o “surrogante”, da parte di chi ha coscientemente fatto ricorso a una procedura di filiazione che porta alla espulsione, dalla vita del concepito, del genitore biologico (il quale dovrebbe poi essere “surrogato” dal partner dell’altro genitore biologico che ha fatto ricorso a detta procedura), il tutto in un contesto in cui , a fronte della vuota formula ideologica di “genitorialità intenzionale”, si vuole in realtà far passare il principio più brutale, ma aderente ai fatti, di “orfanizzazione intenzionale”». Il ragionamento sembra non fare una piega. In realtà, è un ragionamento ingannevole. Intanto si potrebbe sollevare la timida obiezione che non esiste nessuna dimostrazione che i bambini cresciuti senza uno dei genitori biologici, siano meno felici dei bambini cresciuti con i due genitori biologici. Ma esiste un’obiezione assai più seria che dimostra l’errore, fatto in buona fede ovviamente, nel ragionamento di don Fabio Bartoli, ed è la seguente:  l’alternativa a non rendere intenzionalmente “orfano” il bambino, non è di farlo crescere con entrambi i genitori biologici, bensì di non concepirlo, di non farlo nascere. Sembra, invece, stando al ragionamento di don Fabio, che il bambino in questione possa crescere con entrambi i genitori ed intenzionalmente gliene venga tolto uno. Per maggiore chiarezza: Marco, figlio di Paola e Francesca (tutti nomi a caso) aveva solo due possibilità: crescere con un solo genitore biologico, oppure non essere concepito, non nascere. Bisognerebbe chiedere a Marco se avrebbe preferito non nascere. E don Fabio Bartoli, che ha familiarità col buon Dio, dovrebbe chiedergli: “Signore, avresti preferito che non nascesse questa tua creatura?”. E confidargli: “Io vado in piazza per non farle nascere queste creature”. E’ assurdo parlare di “orfanizzazione intenzionale”, anche perché l’intenzione non è volta  a rendere orfano il bambino, ma a far nascere il bambino. 

Detto questo, sarebbe forse opportuno ricordare che i bambini nati grazie alla fecondazione eterologa e alla maternità surrogata, esistono, sono una realtà, e sarebbe quindi giusto tutelare i loro diritti, non fingere che non esistano, e non usare termini offensivi nei loro riguardi.

Renato Pierri




Lunedì 25 Gennaio,2016 Ore: 19:51
 
 
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