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www.ildialogo.org I papi rivoluzionari secondo Antonio Socci e Eugenio Scalfari,di Attilio Doni

Lettera
I papi rivoluzionari secondo Antonio Socci e Eugenio Scalfari

di Attilio Doni

Il 3 settembre del 2012 in una trasmissione di Gad Lerner su La7, Antonio Socci affermò più di una volta che Joseph Ratzinger era un papa rivoluzionario. Gianni Vattimo gli chiese quali documenti lo dimostrassero, e lui, non sapendo che cosa rispondere, accennò ai discorsi del papa riguardo ai sacerdoti pedofili. E’ trascorso qualche anno e della rivoluzione nessuno se n’è accorto. Il 29 dicembre 2013 Eugenio Scalfari su La Repubblica pubblicava un articolo intitolato: “La rivoluzione di Francesco: ha abolito il peccato”. Qualcuno si accorto della rivoluzione? Il 24 dicembre appena passato, sempre Eugenio Scalfari su La Repubblica: Il 10 dicembre scorso ebbi dal Papa un'inattesa telefonata. Era tornato il giorno prima dal suo viaggio in Africa dove aveva aperto la prima porta del Giubileo. La telefonata cominciò con queste sue parole: "Pronto, sono un rivoluzionario". Poi mi raccontò la sua esperienza nelle regioni africane che aveva appena visto e dei milioni di fedeli che l'avevano accolto, ma quella parola l'aveva presa da un mio articolo in cui lo designavo così e lui ci si era riconosciuto”. E adesso lo designa così, nuovamente, perché Papa Francesco predica la misericordia. Papa Francesco ci crede o ci scherza e finge di crederci. Gentili giornalisti, ci vuole ben altro per fare la rivoluzione. Per rendervene conto, leggetevi questa notizia immaginaria: “Dalla finestra,  a Piazza San Pietro, il Papa rivoluzionario ha letto ai fedeli un passo della lettera a Diogneto: «I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne». Poi ha letto, dagli Atti degli Apostoli: «La moltitudine di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuore ed un'anima sola. Non v'era nessuno che ritenesse cosa propria alcunché di ciò che possedeva, ma tutto era fra loro comune... Non c'era infatti tra loro alcun bisognoso». Poi ha annunciato la restituzione all'Italia del territorio del Vaticano. Ha annunciato la possibilità per le donne di accedere al sacerdozio e quindi di diventare papa. E infine ha annunciato la possibilità per i sacerdoti di sposarsi”.
Attilio Doni



Martedì 29 Dicembre,2015 Ore: 17:51
 
 
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