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www.ildialogo.org La lettera di Julián Carrón che non piacerebbe a lettori d’altre religioni,di Renato Pierri

Lettera
La lettera di Julián Carrón che non piacerebbe a lettori d’altre religioni

di Renato Pierri

“Il Natale dei credenti, gesti di umanità che muovono il cuore!”, è il titolo di una lunga lettera apparsa sul Corriere della Sera del 23 dicembre. L’autore è Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. Bella, ho pensato dopo averla letta. Però subito dopo mi sono chiesto se la troverebbero altrettanto bella, un arabo o un cinese o un giapponese, un indiano o altri ancora che non siano di religione ebraica o cristiana. Credo di no. Forse penserebbero che Julián Carrón è un po’ razzista. Ne trascrivo alcune righe: “Caro Direttore, è sempre più frequente che la gente si stupisca di gesti semplici di umanità a cui non diamo quasi più valore, tanto ci sembrano normali, abituali. In un centro di accoglienza un volontario chiama per nome un profugo pachistano, alla domanda se preferisce pasta in bianco o al sugo, carne o pesce, quello scoppia a piangere per la commozione. Una giovane manda un sms a un bulgaro appena incontrato: «Come stai?»; l’uomo è stupito che una persona quasi sconosciuta si interessi di lui. Potrei raccontare all’infinito episodi di questo genere. Possono essere gesti semplici, come quelli accennati, oppure eclatanti: pensiamo a quei tedeschi e austriaci che sono corsi ad accogliere i profughi alla frontiera e ai tanti che ogni giorno soccorrono coloro che sbarcano sulle coste italiane. Sembra niente di fronte alla enormità dei problemi, eppure il loro effetto è tanto dirompente in coloro a cui capitano, quanto può apparire banale, insignificante e scontato a noi che vediamo accadere questi episodi”. E fino adesso niente di male. Chi da una vita è stato sempre trattato male, è ovvio che si stupisce d’essere trattato bene. Ma poi: “Che cosa ha generato questo sguardo all’altro, questa stima nei suoi confronti che desta in lui tanta meraviglia? Non dipende certo dal fatto che noi siamo «più bravi». Semplicemente noi apparteniamo a una storia che è iniziata con l’antico popolo di Israele”. E qui l’arabo o il cinese o altri d’altra religione o di nessuna religione, comincerebbero a risentirsi. E non avrebbero tutti i torti, perché non si può pensare che solo chi appartiene alla storia che è iniziata con l’antico popolo d’Israele, possa avere un benevolo sguardo per l'altro,  stima nei suoi confronti. Ma il passo che sicuramente indurrebbe i lettori d’altra religione o di nessuna religione a dare del razzista a Carrón, è il seguente: “Ci rendiamo conto che dietro gesti apparentemente semplici c’è questa storia di preferenza di Dio per noi?”. E forse a questo punto i lettori d’altra religione o di nessuna religione penserebbero, oltre allo sguardo benevolo dei preferiti da Dio, alle azioni nefandissime di cui i preferiti, come tutti o forse più di altri, si sono macchiati e ancora oggi si macchiano.
Renato Pierri

 

Risponde il direttore

Caro Pierri,

ha ragione. Si tratta di una vera e propria infamia.

Giovanni Sarubbi



Sabato 26 Dicembre,2015 Ore: 18:34
 
 
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