- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (401) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Non può fare la catechista perché ha sposato un divorziato,di Veronica Tussi

Lettera
Non può fare la catechista perché ha sposato un divorziato

di Veronica Tussi

Anno del Giubileo, anno della misericordia, anno del perdono, ma lei, che non ha nulla da farsi perdonare, lei che non ha fatto niente di male, non può fare la catechista perché le è accaduto d’innamorarsi di un uomo divorziato e di sposarlo. E’ lei, la “peccatrice”, a raccontare sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. E a me fa pena e rabbia ad un tempo. Pena, per il suo patire, rabbia per la sua sottomissione. Mi fa pensare a quelle persone che si affezionano a chi le maltratta. Ma leggiamo alcune righe del racconto.  «Per quanto riguarda la mia esperienza in parrocchia, io accolgo ogni piccolo servizio che mi viene richiesto e lo svolgo dandoci il senso di voler essere fedele al Signore nel poco. Non do importanza al senso di mortificazione che mi viene dal fatto che a volte ciò che mi viene richiesto non esalta le mie capacità, che sento vanno ben oltre, perché attendo l’occasione, che non tarda ad arrivare, per mostrare anche nel piccolo la grandezza dei doni che il Signore mi ha donato: esempio, io ho una buona comprensione della Parola, ma poiché sono sposata con un divorziato non posso fare la catechista, però durante lo svolgimento del mio servizio di andare a far pregare il S. Rosario a delle anziane, io leggo loro il vangelo del giorno e faccio una breve catechesi, dentro di me sento di aver fatto la volontà del Signore che mi vuole annunciatrice della sua Parola ai fratelli e sorelle che attendono una parola di conforto... Riesco a sopportare il fatto di non essere accolta pubblicamente alla Comunione sacramentale, perché la Comunione spirituale, che si realizza a seguito del servizio da me svolto per amore del Signore e della sua Chiesa, mi fa sentire colma della sua presenza in me... Uscita dalla chiesa ho sentito il bisogno di andare a trovare una mia amica malata di tumore. La mia amica aveva una piccola necessità, mi ha chiesto se potevo aiutarla, ho prestato il mio servizio. Poi sono andata via da casa della mia amica, con il Signore nel cuore». Ecco, se fossi al posto di questa brava religiosa donna, continuerei a fare la mie opere di bene, ma me ne andrei da una chiesa dove c’è un parroco che nega l’eucaristia e impedisce di fare la catechista a una brava religiosa signora. E sono certa che con me da quella chiesa se n’andrebbe anche il Signore.
Veronica Tussi



Lunedì 14 Dicembre,2015 Ore: 21:55
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Lettere

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info