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www.ildialogo.org La questione dell’immigrazione,di Martino Pirone

La questione dell’immigrazione

di Martino Pirone

Il problema dell’immigrazione e relativo sbarco giornaliero sulle coste italiane sta diventando sempre più pressante e impegnativo per le nostre risorse finanziarie e le nostre capacità di accoglienza. Urge pertanto un immediato coinvolgimento di tutti i paesi europei per un accordo cumulativo e l’elaborazione di un piano congiunto per affrontare e risolvere nel modo migliore questa grave situazione.
Le osservazioni, le contestazioni, le recriminazioni, le lamentele e le opposizioni che molti politici della minoranza rivolgono al Governo italiano per la disponibilità che questi continua a garantire in qualche modo ai disperati del mare non risolvono il problema. Né valgono le proposte che certi faciloni suggeriscono e cioè che quei disperati vanno aiutati nei loro paesi d’origine. Ma non dicono come e in che modo ! Eppure lo sanno che i paesi dai quali i disperasti fuggono sono governati da dittatori, oppure sono teatri di guerra civile e pertanto è impossibile andare in quei posti ad elargire aiuti alla povera gente di alcun genere. Soltanto a seguito di un intervento, diplomatico prima ed eventualmente di forza dopo, dell’ONU per stabilire un ordine di democrazia, di rispetto delle regole, di civile convivenza tra etnie e religioni diverse possono intervenire i paesi europei per fornire aiuti ed assistenza a quei popoli.
Teniamo presente che i dati forniti da fonti informate parlano di circa 500.000 persone si trovano sulle coste libiche con l’intento di attraversare il mare per raggiungere l’Europa. Ma se non cambia l’attuale atteggiamento degli altri paesi europei (che respingono i migranti alle frontiere) quella gente resterebbe bloccata nel nostro Paese, e già questo è un numero abnorme per l’Italia, ma non finirebbe qui perché altri disperati (milioni di persone fra i vari paesi infernali) verrebbero convinti dagli organizzatori dei traghettamenti a vendere i loro pochi beni per tentare la migrazione verso l’Eldorado europeo.
Il segretario della Lega e i leaders politici che governano la Lombardia, il Veneto e la Liguria, che sono quelli maggiormente convinti che è possibile aiutare quella gente nei loro paesi provino ad andarci loro e ci dimostrino come ciò è possibile !
Sono oltremodo sbagliate e senza senso anche le proposte avanzate da Gasparri, Toti ed altri e cioè di fronteggiare l’esodo dei migranti con l’intervento della marina militare italiana, ed eventualmente di altri paesi europei, pattugliando le coste libiche per bloccare la partenza distruggendo le imbarcazioni che li trasportano, ignorando che si tratterebbe di una violazione del diritto internazionale e quindi l’azione varrebbe come una dichiarazione di guerra. Come pure è impossibile pretendere di istituire uno o più campi profughi sulla costa libica controllati e gestiti da chi ? Senza considerare l’attuale precaria situazione in cui si trova quel paese dopo l’errata guerra a Gheddafi, le cui conseguenze sono state disastrose.
Il problema immigrazione deve essere affrontato a livello europeo ed è assurdo che l’Italia sia lasciata sola ad affrontare queste emergenze. L’Italia da sola non ce la può fare per tantissimi motivi: la grave crisi economica e finanziaria, l’alto indice di disoccupazione, l’enorme debito pubblico, la scarsa assistenza economica che lo Stato eroga ai propri Cittadini più bisognosi, la pressante propaganda xenofoba da parte di alcuni politici che riescono ad infettare anche molti cittadini.
Il Governo italiano deve ricordare agli altri governi europei, in particolare a quello inglese, francese e tedesco, la loro responsabilità per tutto ciò che ha causato la precaria situazione in cui sono costretti a vivere le popolazioni di quei Paesi africani da cui sono costretti a fuggire. Quei paesi africani quando erano colonie di paesi europei sono stati sfruttati e derubati delle loro ricchezze naturali e quelle popolazioni sono state tenute volontariamente nell'ignoranza, nell’analfabetismo e soggiogate per tantissimi anni. Poi quando hanno deciso di concedere loro l'indipendenza, spesso a seguito di dure battaglie e versamento di tanto sangue, non gli è interessato in quali condizioni e in quali mani lasciavano quelle ex colonie. Ciò premesso tutti i paesi europei sono obbligati moralmente ad occuparsi attivamente e collegialmente del grave problema dell'esodo da quei paesi di tanta povera gente e non lasciarlo tutto sulle nostre spalle.
15.6.2015 -
Martino Pirone



Lunedì 15 Giugno,2015 Ore: 17:01
 
 
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