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www.ildialogo.org Lettera aperta ad Alex Zanotelli<br /> ,di Mario Mariotti

Lettera
Lettera aperta ad Alex Zanotelli
 

di Mario Mariotti

Caro Alessandro,Ti scrivo questa lettera aperta perché quello che voglio dirti non è solo per te. Ti ho visto e sentito tempo fa a Rai Uno Mattina, ho raccolto i tuoi messaggi, li condivido nella sostanza, mi sono stati occasione per riflettere e per mandarti a mia volta alcuni messaggi che forse possono dare ancora più valore a quello che dici e per il quale stai spendendo la tua vita. In rapporto al soggettivo non ho proprio nulla da dirti; anzi, se non fosse che è pura alienazione, ti direi che ti farei già santo nonostante tu te ne stia ancora nella terra dei viventi, nel "temporale"!
La tua grande famiglia, soprattutto al vertice, le scatole te le deve aver rotte ben bene, da quando facevi il direttore di Nigrizia, a quando ti hanno fatto decollare per Korogocio, a quando ti hanno usato per acquisire un credito che dopo spendevano a favore del "mammona di Arcore'; Hai tenuto botta, sei stato forte, anche se l'ubbidienza non é una virtù, e oggi le cose vanno meglio. Il Papa comunista, che scarica questa colpa sul Vangelo, sta lanciando messaggi che sono musica per te, ed anche in parte per me, e quindi si vede qualche bagliore positivo all’orizzonte . A questo punto ecco cosa mi sento di dirti, al fine, ripeto, di dare ancora più valore alla tua testimonianza, già tanto preziosa.
Ormai sono più di trent'anni che ti conosco, che stai accusando non solo il male soggettivo ma anche quello strutturale, anche le strutture di peccato,che emarginano e soffocano la vita degli scarti, dei fuori-mercato, degli ausmerzen e continui a non dire il loro nome e cognome! Per confortarti dirò che il Papa si carica del tuo stesso peccato, evitando anche lui di nominare il capitalismo, altro nome del Maligno, del Divisore, per cui vi farete un po’ di compagnia in "purgatorio", anche se, per lui, l'omissione è più grave, perché è al vertice della struttura. Questa omissione, questo non dare il nome al cancro, non è un problema accessorio, e non è un mio hobby il sollevarlo continuamente: la dimensione anche strutturale della realtà implica che si debba tenere conto anche di lei. Infatti, anche se nel soggettivo avessimo tutti dei santi, se l'economia viene organizzata nella logica del mercato e della competizione, ci saranno per forza quelli che vincono e quelli che perdono. E questi ultimi, purtroppo, perdono un diritto umano fondamentale, quello al posto di lavoro, e da questa perdita hanno origine, se non tutti, ma almeno una parte rilevante dei mali della nostra società, a cominciare dalla destabilizzazione della famiglia, che, senza lavoro, non ha futuro.
E poi c'é un altro aspetto del problema: Tu, sei alla perfetta sequela del "Poveri dì tutto il mondo unitevi! cioè di colui che per i cattolici era il Maligno e per me il santo, cioè Carlo Marx. Ma per contestualizzare il tuo impegno devi dare il nome a quello da cui i poveri si devono liberare, e bisogna anche che emerga il progetto da costruire. Il "Beati i ricchi", di fatto e di desiderio; il capitalismo soggettivo e quello strutturale; il "sogno americano", sono il vero maligno; contaminano nel profondo lo spirito soffocando la compassione e la fraternità; sono la sostanziale contraddizione del progetto di Dio per noi, quel "Beati i poveri per scelta" che rimanda alla cultura del necessario ed alla condivisione con amore. Io mi spiego anche il perché S.R Chiesa sia allergica ad accusare esplicitamente il capitalismo. Lei stessa non è affatto allergica alla ricchezza ed al potere; ed inoltre ha lavorato per un secolo e mezzo per riuscire a demolire quell'utopia della Fratellanza, quel socialismo, che lei stessa avrebbe dovuto proporre e praticare. Però, come ci hanno insegnato alla dottrina, senza l'accusa del peccato non ci può essere perdono e conversione?
Quindi non sarà mai troppo presto per S.R.Chiesa il chiedere perdono per il proprio contributo alla globalizzazione di mammona, il dare il nome a ciò da cui i poveri si devono liberare, cioè dal capitalismo, dal mercato e dalla competizione, e a ciò che dovremo costruire: un'economia di comunione.
Detto questo, voglio andare ancora più nel profondo, ed aiutarti a riflettere su una cosa che tu stai già vivendo, ma della quale non ti stai rendendo conto. Non devi continuare a pensare che bisogna aiutare i poveri perché in essi è Gesù crocifisso. Invece di vedere Gesù nel povero, noi dobbiamo essere Gesù per lui. Lui è il frutto del rifiuto ad incarnare amore da parte di chi lo ha reso tale; tu per lui1sei l'Amore incarnato, cioè Gesù, se ti impegni per fargli avere il necessario e la gioia. Questo cambiamento di prospettiva può sembrare irrilevante, ma non è così. Il vedere Gesù nel povero è religione, e quest'ultima ha sempre voluto tanto bene a Gesù, che l'ha lasciato strutturalmente collocato nei poveri, ben guardandosi dal sollevarli da quella condizione accusando la macchina che li produce.
L'essere Gesù per i poveri significa invece entrare nella logica dell'Incarnazione, dato che, ad essere "corpus Domini", siamo noi, e dato che l'amore di Dio per loro passa per le nostre mani. Per questo motivo tu devi aiutare te stesso e loro ad uscire dalla visione religiosa di Dio, che rimanda ad un Salvatore che non salva, a dei miracoli che non avvengono e che vede nella ricchezza la benedizione di Lui per coloro che Lo temono. La cultura del "Beati i ricchi" made in USA, la trinità maligna, sono i cancri da denunciare e da sconfiggere, e questo anche nella testa dei poveri, che, se non imparano a vedere nella ricchezza un negativo e nella condivisione la presenza dello Spirito, rimangono complici della violenza ed emarginazione che devono subire. Dare il nome al cancro, e indicare la terapia, sono indispensabili per uscire dall'inferno in cui ci troviamo, iTta nessuno pensa a farlo. Invece di un Piano Marshall per l'Africa con il contributo non virtuale dello IOR; invece di lavorare per equalizzare le condizioni di vita dei ricchi e dei poveri, le cui differenze oggi sono blasfeme; invece di soffocare le radici del terrorismo con la cultura e con la giustizia, si muovono le portaerei e si mettono a punto gli F.35, strumenti per alimentare il terrorismo perpetuo.
Siamo messi così, e noi continuiamo a pensare che l'inferno sia nell'al di là. Bene! Io in quell'al di là farò domanda per essere assunto a lavorare nella cabina dei termostati, in modo da alzare o abbassare la temperatura dei pentoloni a seconda di chi ci andrà a finire dentro. I primi saranno gli speculatori finanziari; per quanto riguarda corruttori, evasori fiscali e mercanti d'armi siamo in attesa di caldaie più grandi. Seguiranno tutti coloro che attraverso l'informazione, hanno ridotto il bipede umano allo stato in cui è: resistente al vomito anche di fronte a Berlusca, a Salvini, a Renzi..
Tu mi guarderai da lassù, mi vorresti ringraziare per i consigli che ti ho dato, ma i telefonini, almeno nell'al di là, saranno stati disattivati. Se tutto questo non fosse fantasia, dato che l'inferno non esiste, io in quella mansione, nella cabina climatizzata, ci passerei volentieri una parte delle mie ferie.....
Ti ringrazio per quello che stai facendo; ti prego di riflettere su quello che ti ho scritto e ti saluto con amicizia.
Mario Mariotti



Sabato 09 Maggio,2015 Ore: 19:21
 
 
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