Non so chi scrisse, forse un autore latino, che le donne della Palestina nascevano belle e diventavano brutte crescendo, a causa della miseria. Io non so se sia stata solo la miseria (c’era la guerra quando ero piccolo e tante erano in famiglia le bocche da sfamare), certo è che da quel bel ragazzo che ero, credo d’essere diventato quasi brutto. O proprio brutto? Un collega era solito chiamarmi “brutto muso”. Brutto muso ma simpatico, forse anche grazie ad occhiali e barba quasi bianca. Mai ricevuti, infatti, in vita mia tanti sorrisi da giovani e belle donne sconosciute. La guardi e proprio perché bella, trattieni lo sguardo un attimo più di quanto consentirebbe la buona educazione, e la ragazza bella ti sorride. Anche perché capisce a volo che al brutto muso non viene neppure lontanamente per la testa d’aver fatto una conquista. Una giorno di festa, dopo aver mangiato allegramente con la famiglia alla Casina delle Rose, a Villa Borghese a Roma, mi vado a sedere su un cippo all’ombra, mentre moglie e figlie si crogiolano al sole su una panchina. Ed accade che una ragazza spagnola mi sorride e mi accenna alla sua macchina fotografica, e poiché parla nella sua lingua, capisco male e faccio per prendere l’apparecchio per fotografarla, e lei mi dice che no, che vuole fotografare me. Appena un po’ imbarazzato, la lascio fare, poi le chiedo perché, e lei in italiano: “perché è bellissimo”. Un brutto bellissimo muso da fotografare!

Carmelo Dini