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www.ildialogo.org Le leggi e il popolo,di Giovanni Dotti

Lettera
Le leggi e il popolo

di Giovanni Dotti

LE LEGGI DEVONO SEGUIRE LA VOLONTA’ DEL POPOLO e quelle che non lo fanno vanno cambiate.

Questo dovrebbe essere l’assioma del buon governante. Perché in una “democrazia parlamentare” come la nostra il Parlamento, eletto dal popolo, dovrebbe sempre interpretarne la volontà e legiferare in tal senso. Oggi così non è, e lo si può vedere in molti ambiti della nostra legislazione. Ne faccio alcuni esempi clamorosi: la legge elettorale (il “porcellum”), la legge sui “rimborsi elettorali” (riesumazione del “finanziamento pubblico” ai partiti, già bocciato da un referendum elettorale!), la legge di riforma delle autonomie locali (più nota come “legge Bassanini”). Per le prime due fortunatamente ormai l’opinione pubblica si è destata e se ne discute ovunque, mentre per la terza tutto tace e sembra non interessare nessuno. Eppure quella legge, nelle Regioni, Province e Comuni, ha permesso il crearsi e consolidarsi di vere e proprie “oligarchie” che ormai spadroneggiano con metodi quasi dittatoriali. Prendiamo i Comuni: tale legge conferisce al Sindaco poteri enormi, dalla nomina degli Assessori anche presi dall’esterno e quindi “non eletti” dal popolo ma “nominati”, a quelle dei componenti dei vari C.d.A. di Municipalizzate e altri Enti pubblici o parapubblici, in barba ad ogni criterio di rispetto della volontà degli elettori. Ripropongo qui parte di una lettera del marzo u.s. (che ne ricalca alcune degli anni passati) già pubblicata da alcuni giornali dal titolo: LA LEGGE BASSANINI E’ DA CAMBIARE. « Ho sempre sostenuto che la Legge Bassanini ha prodotto più danni che benefici. Col pretesto della “governabilità”, ossia di dare maggiore impulso alla attività di governo nei Comuni, Province e Regioni, ha praticamente distrutto la democrazia. Permettendo alle figure apicali (Sindaci, Presidenti di province e regioni) di nominare a loro piacimento in posti di alta responsabilità (come in Assessorati e in altri importanti ruoli istituzionali) un sacco di persone “esterne” anziché gli “eletti” dal popolo (sovrano?) in libere e democratiche elezioni, oltre a gravare enormemente sui bilanci dei rispettivi Enti (ma questo sarebbe il meno) ha prodotto - a mio avviso - e continua a produrre guasti irreparabili per il nostro povero sistema democratico. Cerco di spiegarne sinteticamente i motivi. 1 - Gli “eletti” vengono in tal modo messi da parte e relegati al mero compito di votanti su decisioni prese da altri, in quanto i compiti decisionali vengono affidati a soggetti esterni “nominati” (si spera almeno competenti nei settori loro affidati) dai Sindaci o dai Presidenti, che in tal modo li hanno in pugno e li controllano come vogliono, potendoli licenziare in ogni momento; 2 - Si offendono così gravemente sia gli eletti che gli elettori, che hanno votato per certe persone e se ne trovano a comandare altre, con grave sprezzo della “volontà popolare” e vero e proprio “schiaffo morale” a quanti con impegno e dedizione hanno fatto politica e sono stati eletti nell’interesse di tutta la Comunità; 3 - Si creano dei centri ristretti di potere, delle “oligarchie”, e spesso delle “cricche”, che possono fare il bello e il cattivo tempo, fregandosene del voto degli elettori, che non contano nulla così come poco contano anche i loro eletti, avvilendo così la democrazia (che dovrebbe essere equa distribuzione del potere secondo il responso delle urne) e sostituendola con apparati politico-burocratici autoreferenziali, completamente staccati dal contesto popolare, che pensano solo ai propri interessi. L’annuncio della Presidenza della Regione Lombardia di nominare ben 11 “esterni” su 14 Assessorati si inquadra in quest’ottica: dopo quasi vent’anni di incontrastato “dominio” non si fidano più neppure dei propri eletti, ma nominano esclusivamente ‘yes-men’ di loro assoluta fiducia, “pretoriani” strapagati che costeranno alle casse regionali circa 7 milioni e mezzo di euro nei 5 anni di legislatura, lasciando i propri eletti a premere il bottone in aula per le votazioni. Lascio ai lettori ogni commento.......se questa è democrazia ! »

Ora mi chiedo: perché nessuno ne parla?? Evidentemente perché una legge siffatta fa comodo a tutti, di qualsiasi colore politico, quando si trovano al governo di Regioni e Città. Ma così ne soffre la democrazia.

Varese, 20 agosto 2013

Giovanni Dotti


Risponde il direttore

Concordo sul cambiamento della Legge Bassanini che è stata l'apripista del presidenzialismo che è giunta oggi alle estreme conseguenze. Credo sia importante ricordare, per non cadere nel populismo, la seconda parte dell'articolo uno della nostra Costituzione che dice: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Ecco "forme" e "limiti" di cui spesso ci si dimentica e che invece vanno sempre ricordati. La legge Bassanini, come tante altre che sono seguite, ha travalicato le forme e i limiti della Costituzione a cui bisogna ritornare.

Cordiali saluti

Giovanni Sarubbi



Giovedì 22 Agosto,2013 Ore: 11:48
 
 
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