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www.ildialogo.org A proposito di Gesù e della Bibbia,di Walter Peruzzi

Lettera
A proposito di Gesù e della Bibbia

di Walter Peruzzi

Una risposta all'editoriale del nostro direttore dal titolo «Un dibattito su Dio, Gesù, la Bibbia»


Caro Sarubbi,

nel ringraziarti per l’attenzione data al mio post sulla marcia per la vita vorrei precisare il mio punto di vista che forse è stato equivocato, specie riguardo alla Bibbia. (Vedi editoriale)

Sono naturalmente d’accordo con te che la Bibbia non è un libro ma più libri, di varia attendibilità e genere, la cui veridicità è pari (per quanto mi riguarda) a quella dei poemi omerici. Ma quando scrivo che Dio ha incendiato Sodoma, fatto scannare i 450 sacerdoti di Baal, ucciso i primogeniti egiziani, intendo dire: «Voi cattolici, che scomunicate chi uccide un embrione, adorate un Dio che (secondo voi) ha ucciso o ordinato di uccidere milioni di esseri umani.»

Non sono invece d’accordo se sostieni che anche i cattolici non credono alla verità dei racconti biblici e non li reputano racconti storici. L’assoluta veridicità della Bibbia e dei suoi racconti “storici” è difesa dai papi come mostrano la Providentissimus Deus (Leone XIII), la Spiritus Paraclitus (Benedetto XV) e l’Humani generis (Pio XII). Leone XIII condanna quanti affermano che i libri sacri «non contengono vere narrazioni di cose realmente accadute», e scrive: «tutti i libri e nella loro integrità, che la chiesa riceve come sacri e canonici, con tutte le loro parti, furono scritti sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, ed è perciò… impossibile che la divina ispirazione possa contenere alcun errore.» E Pio XII: «Se qualche cosa gli antichi agiografi hanno preso da narrazioni popolari (il che può essere concesso), non bisogna mai dimenticare che hanno fatto questo con l'aiuto dell'ispirazione divina, che nella scelta e nella valutazione di quei documenti li ha premuniti da ogni errore.»

Tu mi risponderai, come altri amici, che questo pensano i papi. Ma quel che pensano i papi è anche quel che credono i cattolici, salvo una manciata di loro del tutto trascurabile al fine di stabilire cosa è il cattolicesimo “reale”, ossia quello storicamente esistito finora.

Quanto a Gesù c’è da fare a mio avviso una distinzione sostanziale. C’è il Gesù storico, che ha camminato (o forse no) in Palestina. Non sono in grado di dire se sia esistito o meno. Trovo credibile la tesi di molti studiosi e dello stesso Enzo Mazzi secondo cui sarebbe stato un semplice uomo, capo di un movimento di liberazione radicale (e tale sarebbe stato in origine il cristianesimo).

E poi c’è il Gesù dei Vangeli, nei quali l’eventuale capo rivoluzionario è ormai trasformato in capo religioso, «vero uomo e vero Dio», il cui regno «non è di questo mondo».

Ora è questo secondo il Gesù che influenza i fedeli, quello che loro conoscono, adorano, pregano, il Gesù cui si accostano attraverso la lettura dei Vangeli. Ed è quindi l’unico di cui abbia senso occuparsi dovendo discutere e criticare il cattolicesimo. E questo Gesù parla di giustizia, ma rimandandola all’altra vita. Questo Gesù quando racconta le parabole non spende una parola per condannare la società ingiusta che descrive – una società in cui lui trova normale che i re uccidano i fittavoli infedeli o che a chi ha sia dato e a chi non ha sia tolto anche quello che ha. Questo stesso Gesù minaccia a più riprese l’Inferno. Vogliamo dire che è una metafora?, che l’Inferno non esiste come teorizza Mancuso? Mi sembra un gioco di prestigio per far sparire una realtà imbarazzante che tutti i papi hanno predicato, fino a Ratzinger, e cui i cattolici (con l’eccezione della solita manciata) credono. L’Inferno è reale per il cattolicesimo reale …

In conclusione mi pare che anche i cattolici del dissenso stiano impratichendosi nel gioco delle tre tavolette in cui sono specializzati i cattolici doc: se questi ultimi fanno piroette logiche per tenere insieme sbagli e infallibilità, o peccati e santità; i cattolici del dissenso le fanno per accreditare come “cattolicesimo” una dottrina ripulita da quel che, piaccia o no, il cattolicesimo è realmente stato per duemila anni.

Ma se ammettiamo, per un momento, che siano vere le letture della Bibbia da cui spariscono i crimini di Dio e l’Inferno, o le letture dei Vangeli in chiave socialista, o la decostruzione dei dogmi e della dottrina con eliminazione della verginità di Maria, della divinità di Cristo, della sua presenza reale nell’ostia, del peccato originale, dell’infallibilità, del divieto per l’amore gay e di altri quattro-cinque dogmi, si dovrà concludere che questa è una nuova religione diversa dal cattolicesimo storicamente esistito; e se questa religione è vera, l’altra è falsa. Mi pare solo un escamotage affermare come l’amico Peyretti che il cristianesimo «non è una dottrina fissa» ma un «cammino nel tempo». Se Cristo è morto per salvarci dal peccato originale e adesso scopriamo che il peccato originale non c’è mai stato, qualche problema si pone. E se Maria, come sostiene Barbero, «ha fatto l’amore col suo sposo» è una bufala definirla Vergine. In conclusione: perché i cattolici del dissenso si ostinano a restare nella stessa chiesa degli altri, legittimandola?

Un affettuoso saluto

Walter Peruzzi




Mercoledì 29 Maggio,2013 Ore: 15:56
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Ugo Agnoletto Susegana 04/6/2013 22.00
Titolo:ok
completamente d'accordo (mi succede raramente). Sulla Bibbia i cattolici cambiano continuamente opinione, a secondo delle convenienze. Almeno si mettessero d'accordo una volta per tutte. Oppure dicano che ognuno può pensare come vuole, ma questo è appunto un'altra religione che non ha più niente a che fare con il cattolicesimo del papa.

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