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www.ildialogo.org Lettera al quotidiano Avvenire su Pontifex e dintorni,di Don Nicola Cateni

Lettera
Lettera al quotidiano Avvenire su Pontifex e dintorni

di Don Nicola Cateni

Ho mandato questa lettera ad Avvenire, chissà se la pubblicano.

Caro Direttore,
purtroppo la vicenda del parroco spezzino è di una gravità evidente. Nonostante il dolore e – per chi è credente cristiano – lo sconcerto, ha vinto comunque la forza umile della verità: il vescovo ha assunto subito una posizione ferma e giusta, il parroco si è addossato la piena responsabilità e ha chiesto scusa, il vostro giornale, a cui noi credenti guardiamo nei momenti importanti e non solo, ha pubblicato un sobrio e misurato commento. Se le cadute del peccato provocano l’umiltà della richiesta di perdono, i doverosi passi indietro e la possibilità per tutti di riflettere una volta di più su argomenti che – diciamolo – spesso nella Chiesa sono stati trattati in modo ambiguo, allora la speranza che si rinnova a ogni Natale non è vana, è un Natale che fonda la sua gioia su una drammatica ma liberatrice Pasqua, come recitava una preghiera di Mons. Luigi Serenthà, compianto rettore dei seminari milanesi: “è Natale, Signore, o è già subito Pasqua?”. Però, da credente, oso rivolgere sommessamente ancora un interrogativo a partire da questa vicenda: negli articoli di tutti i giornali, compreso il vostro, si dichiara che il testo è stato scaricato da un sito integralista cattolico (mi si passi questa espressione, perché dire ultratradizionalista non credo che sia sufficiente), il sito di Pontifex, ma poi non si spende nessuna parola di commento su questa fonte. Questo è un sto seguito da molti più “fedeli” di quanti ne abbia il parroco spezzino, con l’aggravante che né il sito né i suoi sostenitori danno segni di pentimento; anzi, le dichiarazioni di Pontifex sulla vicenda sono oltremodo imbarazzanti. La mia domanda è: perché criticare giustamente singole prese di posizione riconducibili a una sola persona e fare finta di non vedere il dilagante pensiero “anti” nella Chiesa cattolica, in nome di un malinteso senso della tradizione? Perché i vescovi non levano mai la voce a stigmatizzare questo pensiero che trova ospitalità in molte pagine web e pubblicazioni? Forse c’è paura di scoprire che siano più di quanti ufficialmente siamo disposti a riconoscere? C‘ è purtroppo un vento di reazione allo spirito del Concilio che proprio nell’anniversario dei 50 anni dalla sua apertura rattrista molte coscienze credenti, e sul quale si sta stendendo all’interno della Chiesa stessa – soprattutto le istituzioni gerarchiche e mediatiche – un velo che rischia di diventare troppo pesante. Nonostante questo disagio, amo assolutamente e fermamente questa Chiesa e le sue istituzioni e ho fede che la semplicità e l’umiltà di questi giorni di Natale sapranno passare per la necessaria e purificatrice Pasqua di passione e di resurrezione.
Cordialmente


Don Nicola Cateni
Parroco a San Giuliano Milanese




Giovedì 27 Dicembre,2012 Ore: 19:23
 
 
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