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www.ildialogo.org Scandali regionali,di Martino Pirone e Giovanni Dotti

Lettera
Scandali regionali

di Martino Pirone e Giovanni Dotti

Egregio Direttore.

come mai nessun politico di qualsiasi partito ha preso in considerazione le vere cause di quanto è accaduto nella Regione Lazio e sta accadendo in altre Regioni? Molti di essi li abbiamo visti scandalizzarsi e condannare l’operato dei consiglieri che hanno sperperato soldi pubblici, ma poi chiudere il discorso semplicemente dicendo che chi ha sbagliato verrà espulso dal partito e verrà punito dalla Giustizia (con quali tempi...ultrarapidi! tutti sappiamo).

Scarsa consolazione poi se consideriamo che la maggior parte degli abusi non verranno perseguiti perché molti di quei prelievi erano e sono giustificati da leggi regionali (da loro stessi proposte ed approvate!). Quindi il fatto abnorme non è soltanto lo sperpero ad uso privato di danaro pubblico, ma l’esistenza di assurde leggi regionali che hanno elevato a dismisura le disponibilità finanziarie per gli emolumenti e le spese correnti (sic!) dei consiglieri. E’ possibile che i Presidenti di Regione, i Parlamentari, i Segretari dei partiti ed i Dirigenti sindacali non ne sapessero nulla? Esaminiamo intanto le cause di questi vergognosi comportamenti.

Il tutto è scaturito dall’autonomia (eccessiva) che la Costituzione ha previsto per le Regioni, col grave errore di non aver posto dei limiti per talune spese, ad esempio quelle per remunerazioni, indennità e rimborsi vari dei consiglieri e di tutto l’apparato politico e burocratico delle Regioni.

Tutti ne hanno spudoratamente approfittato varando statuti, leggi e regolamenti “ad usum Delphini”, cioè a proprio uso e consumo, ignorando qualsiasi regola di moralità pubblica, di risparmio e di buona creanza, e tutti, salvo poche eccezioni, hanno votato a favore di tali provvedimenti.

Avete notato l’enorme numero di scandali (per corruzione, concussione, collusione, peculato, interesse privato in atti pubblici, malversazione ed abusi di ogni genere) che sono avvenuti in tantissimi Enti Locali dagli anni ’80 in poi? Perché con l’istituzione delle Regioni venne abolito il controllo di legittimità e di merito che la Giunta Provinciale Amministrativa esercitava su tutti gli atti degli Enti Locali ?

PER RADDRIZZARE LA BARACCA OCCORREREBBE:

a) - rivedere e correggere con legge costituzionale alcuni articoli del titolo V della Costituzione,

ponendo delle limitazioni alle discrezionalità regionali per determinati capitoli di spesa;

b) - modificare gli Statuti regionali al fine di un controllo più incisivo per alcuni tipi di spesa

delle Regioni, sottoponendoli al vaglio della Corte dei Conti o dei Commissari di Governo

(Prefetti dei capoluoghi di Regione) anziché dei Comitati Regionali di Controllo (CO.RE.CO.)

che sono di estrazione politica;

c) - ripristinare il controllo dello Stato sulle delibere degli Enti Locali e delle Società partecipate

(soprattutto per quanto riguarda i bilanci ed i capitoli di spesa) con la ricostituzione delle

soppresse Giunte Provinciali Amministrative (composte da esperti delle varie materie)

presiedute dai Prefetti;

d) - abolire le province autonome e le ragioni a statuto speciale;

e) - abolire le pensioni ai consiglieri regionali alla fine del mandato, con accantonamento dei

contributi da ricongiungere ad eventuali altri contributi lavorativi per il pensionamento all’età

di 65° anni, come per ogni altro Cittadino della Repubblica;

d) - prevedere dei meccanismi partecipativi popolari (es. mini referendum locali) per consentire ai

Cittadini di intervenire attivamente nelle decisioni più importanti.

Altrimenti non ci salviamo più.

28 settembre 2012 Martino Pirone e Giovanni Dotti

P.S.: Una esortazione ai lettori ! Fatevi sentire




Sabato 29 Settembre,2012 Ore: 06:29
 
 
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