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www.ildialogo.org MI SPIACE PER SANDRO, MA...DURA LEX, SED LEX,di Ernesto Miragoli

Lettera
MI SPIACE PER SANDRO, MA...DURA LEX, SED LEX

di Ernesto Miragoli

Sul "caso Sallusti" e la libertà di stampa


(27.9.12)

Il caso della condanna a 14 mesi di carcere inflitta al Direttore de "Il Giornale" Alessandro Sallusti, porta prepotentemente alla ribalta della cronaca uno dei mille problemi del nostro Paese che, dopo qualche giorno di talk show e di prime pagine di quotidiani, settimanali e rotocalchi, finisce in fanteria senza soluzione.
Prima di continuare ad esporre il mio pensiero, voglio ricordare che Alessandro Sallusti è di Como, è minore un anno di me, ha iniziato la gavetta di giornalista al quotidiano "L'Ordine" qualche mese dopo il sottoscritto, siamo rimasti in rapporto occasionale e, quando accade di incontrarci per le vie della città, ci fermiamo a scambiare quattro chiacchiere.
Detto questo, proprio perchè conosco la persona, sono certo che non se la prenderà se commento la sentenza senza tanti dinstinguo: dura lex, sed lex.
Quando un giornalista accetta di diventare direttore responsabile di un giornale sa perfettamente che è responsabile di tutto quello che quel giornale pubblica, soprattutto se la firma di un articolo è uno pseudonimo come quello del Dreyfus in questione.
Nel caso di Sandro, poi, c'è la calunnia e la falsa notizia.
Il suo giornale (Libero) titiolò che una donna abortiva con il consenso del giudice. Altri magistrati avrebbero scivolato sulla notizia, questo magistrato, no. Ha querelato e denunciato il giornale ed il suo direttore e ha vinto la causa.
Non se se sia vera la sostanza della notizia. So che la Legge ha dato ragione al giudice e la Legge prevede che il responsabile della falsa notizia possa essere persino incarcerato.
Anche Sandro Sallusti lo sa e per questo ha già annunciato che si farà i sui 14 mesi di carcere, senza chiedere grazia e senza chiedere di essere dedicato ai servizi sociali. Sandro è un duro, lo è sempre stato. Non condivido quasi nulla di quel che dice o scrive, e lui lo sa, ma ho rispetto per come vive la sua professione.
Se la notizia era falsa e diffamava una persona, chi l'ha scritta e chi l'ha lasciata passare deve pagare perchè così dice la legge.
Avrei voluto che la Legge fosse stata così dura in altri casi di diffamazione a mezzo stampa quando altre persone, note e meno note, si sono trovate coinvolte ed accusate di reati che non hanno commesso e sono state additate al pubblico ludibrio solo per la voglia di riempire le pagine di un giornale o lo spazio di un talk show radiofonico o televisivo.
E già che ci sono dirò che non mi piace per nulla il coro di opinionisti che all'unisono commenta negativamente la sentenza della Corte e si alza solennemente in piedi a cantare il peana alla libertà di stampa.
La stampa è libera e deve essere e rimanere libera. Ma libertà di stampa non significa scrivere una notizia senza controllarla nel dettaglio, soprattutto se la notizia lede la buona fama di qualunque persona, nota o meno nota.
La Corte, con questa sentenza, non ha assolutamente attaccato la libertà di stampa, non ha difeso la corporazione della Magistratura (che ha bisogno di dure, serie, draconiane riforme), ma ha semplicemente applicato la legge.
Mi spiace per Sandro Sallusti, ma la Legge è Legge.
Mi spiace, soprattutto, per questo nostro Paese che è alla deriva su tutto e in tutto, anche su un tema come quello dell'informazione.




Giovedì 27 Settembre,2012 Ore: 17:32
 
 
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