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www.ildialogo.org Una precisazione sulle vicende di Chiomonte,di Giampiero Monaca

Lettera
Una precisazione sulle vicende di Chiomonte

di Giampiero Monaca

 Buongiorno, scrivo per segnalare alcune imprecisioni su fatti avvenuti a Chiomonte che hanno interessato la mia persona e che, sfortunatamente sono stati riportati con poca accuratezza sulla edizione di Torino.

nell' Articolo del dott. Numa del 29 agosto viene riportato di un ferito ad una gamba che non si sarebbe fatto curare: questo è inesatto.
quella sera i feriti tra i manifestanti no Tav sono stati 3 .
uno ad un avambraccio uno ad una gamba  ed uno alla testa.
quello colpito alla testa... è il sottoscritto.
sono da sempre sensibile alle tematiche ambientaliste, sono un capo scout ed un insegnante elementare, ho scelto di salire a Chiomonte  per constatare di persona la situazione, esprimendo a viso aperto le mie opinioni, pacificamente.
chiedo pertanto di rettificare l'informazione su una vostra prossima uscita con la dovuta precisione e rilievo, onde restituire correttamente le informazioni relative alla mia esperienza, ed alle precise scelte da me operate(essere sempre a viso scoperto, non offendere, pretendere rispetto, documentare e farmi refertare)
Quella notte posso dire tranquillamente di essere stato tra i primi ad arrivare al cancello.
La battitura della recinzione usando una batteria usata o un sasso di pochi centimetri, è , io credo, un'espressione di pacifico dissenso corale, che non può e non dovrebbe  essere considerata e repressa come un attacco, da parte delle forze dell'ordine.
Ho iniziato a far risuonare ritmicamente la struttura del cancello... per far arrivare il più lontano possibile le ragioni del mio dissenso all'opera che considero, inutile, pericolosa per la salute pubblica e sfacciatamente costosa.
Saremo stati una decina. niente più, a viso scoperto.
dopo un po'  (5/10 min) spunta un idrante sull'altura dove gli agenti hanno costruito una baracca per sorvegliare il cancello.
non ho una gran voglia di bagnarmi ed allora mi sposto proprio sotto il muro , vicinissimo, esattamente sotto alla manichetta, un posto sicuro , penso.
Il risultato dell'innaffiatura, è stato solo quello di far innervosire gli altri che fino a quel momento stavano sul ponticello... (risultato inatteso o voluto?)
La tensione aumenta... io sono al sicuro lì sotto, penso... e voglio continuare la mia contestazione rumorosa, sento di esserne in diritto.
improvvisamente un rumore di ferraglia: mi giro, dall'alto qualcuno ha scaraventato a pochi centimetri da me un cartello stradale, in alto, ci sono solo ed esclusivamente agenti schierati in assetto anti sommossa, quel materiale insieme ad altre lamiere, stracci, teloni, materiale di recupero, fanno parte di una specie di rifugio che con il passare dei giorni abbiamo visto crescere , una baracca ben poco marziale costruita dall'impareggiabile fantasia italica dei giovani agenti lasciati al caldo per ore a guardia di un cancello.
Passi il cartello, non mi ha preso... ma poi cominciano i tonfi sordi dei lacrimogeni.
Ma come . perchè ? penso, mentre il respiro si fa difficile ed affannoso, mentre i sensi riconoscono ormai il sapore ben noto del CS, che è contenuto nei lacrimogeni in uso alle forze dell'ordine  per i servizi di pubblica sicurezza  in Patria (vietato però all'estero perchè velenoso e cancerogeno)
Infine l'ultima cosa che ricordo sotto al cancello è stato il dolore e la sensazione di umido e tiepido del sangue mentre mi toccavo la ferita procurata dall'ennesimo candelotto, tirato da qualche agente che stava sul muraglione esattamente sopra di me.
un gesto vigliacco.
Vengo soccorso da qualcuno (che ringrazio) e portato al campeggio, rinvengo chiamo prima il 112 per denunciare l'accaduto, (nonostante tutto credo che le forze dell'ordine possano e debbano essere considerate a tutela del cittadino) ottengo qualche risolino ed il  consiglio di rivolgermi al 118.
mentre aspettiamo l'ambulanza , in campeggio, a più di 50 metri dal cancello e dagli agenti,  il gruppetto di persone intorno a me viene bersagliato dal fitto  lancio di altri lacrimogeni... perchè?
alle ore  1,06 in pronto soccorso a Susa vengo visitato con grande professionalità ed umanità, mi viene diagnosticato un trauma cranico con escoriazione cutanea del cuoio capelluto nella regione occipitale.
Ritengo che questo trattamento riservato ad un cittadino che sta civilmente e pacificamente dimostrando il proprio dissenso sia , irrituale , improprio ed anti costituzionale.
Nel colloquio avuto, dopo varie sollecitazioni, con il capitano Mazzanti, mi è stato chiesto di capire la situazione: i lacrimogeni non sempre possono essere diretti con precisione, che gli agenti devono difendersi dagli attacchi , che sono costantemente sotto pressione.
Io serenamente rispondo, che si è trattato di un uso di armi improprie (lancio di un cartello stradale) uso provocatorio ed improprio delle dotazioni (idrante su manifestanti e deliberato lancio di lacrimogeni sulla persona).
Ora son tornato a casa perchè a breve riprenderò servizio, l'esperienza vissuta non ha fatto che convincermi dell'urgenza  a manifestare le proprie idee, pacificamente, ma fino in fondo, senza lasciarsi scoraggiare dalle immediate pressioni e repressioni alle quali si va sempre più spesso incontro.
vi ringrazio per l'attenzione e per il risalto che darete a questa mia rettifica, vi chiedo di darmi segnalazione di avvenuta pubblicazione in modo da poter procurarmi la copia per la mia rassegna stampa, rimango a disposizione per chiarimenti  o interventi sintetici.
Giampiero Monaca
per facilitare eventualmente la vostra sintesi, incollo il testo di un articolo uscito sulla edizione di La Stampa di Asti

 

TORINO-LIONE. MANIFESTANTE ASTIGIANO

“Ferito alla testa nel cantiere della Tav”
[R. GON.]
E’ astigiano il manifestante No Tav ferito la scorsa notte dalla polizia nelle vicinanze del cantiere di Chiomonte durante una nuova azione di disturbo. Giampiero Monaca è da alcuni giorni in Val Susa per partecipare al forum internazionale sulle grandi opere. «La delegazione astigiana spiega - ha illustrato il caso della Tangengiale Sud Ovest».
Monaca fornisce una versione difforme rispetto a quelle diffuse dalle forze dell’ordine. «Sono stato ferito alla testa, e non ad una gamba, da un candelotto lacrimogeno - sostiene - inoltre, non è vero che ho rifiutato di essere medicato. Al pronto soccorso dell’ospedale di Susa mi hanno diagnosticato un trauma cranico con prognosi di otto giorni».
L’attivista No Tav annuncia di voler presentare denuncia. «Non c’è stato alcun assalto - è la sua versione con un sassolino, insieme ad altri manifestanti, ci limitavamo a battere contro il cancello della recinzione».
«Per evitare di essere raggiunto dall’acqua sparata dagli idranti - è il racconto di Monaca - mi sono nascosto dietro un muro. Sopra c’erano i poliziotti che evidentemente sporgendosi mi hanno visto: la traiettoria è verticale, non sono certo stato colpito casualmente».


Venerd́ 02 Settembre,2011 Ore: 17:27
 
 
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