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www.ildialogo.org Prudenza…ecclesiale?,di Don Romeo Vio

Lettera
Prudenza…ecclesiale?

di Don Romeo Vio

Spettabile Redazione,

alcuni miei parrocchiani preoccupati per la mia incolumità mi stanno avvisando che c’è un ragazzo avvolto in coperte che dorme fuori della chiesa. La cosa succede da quando è stato sgombrato il campo abusivo dei Rom a Cisanello. Il cuore mi direbbe di invitarlo ad entrare nella mia ampia canonica ma la paura di essere giudicato incosciente dalla mia stessa gente mi frena a farlo.

Leggo sui nostri giornali a piena pagina e con tono, lasciatemelo dire, un po’ trionfalistico la cronaca degli sgomberi e immagino quanta gente affermi che era finalmente l’ora che le autorità facessero qualcosa. Nessuna voce di dissenso invece su quanto succede!

So che don Agostino, il prete che vive con i Rom nel campo di Coltano ha scritto una lettera ai vigili urbani di Pisa. Dopo averli elogiati per “il loro prezioso contributo alla cittadinanza” chiede loro”mi permetto di chiedervi di fare la scelta della obiezione di coscienza ,di fronte all’ordine di attuare quelle ordinanze di sgomberi di accampamenti Rom che comporterebbero per quest’ultimi un peggioramento delle loro condizioni di vita. Abbiate il coraggio di rifiutare ad eseguire quegli ordini,fate prevalere il senso di umanità..” Una bella lettera che sarebbe giusto pubblicaste integralmente.

Purtroppo mi fa l’effetto che suoni come una noce in un sacco vuoto…Cosa facciamo come cristiani di fronte questi problemi? Il nostro silenzio non è complicità con una mentalità che non è certa quella del Vangelo? Come ce la caveremo con il il Signore …”ero forestiero e non mi hai accolto”? E se accogliendo quel ragazzo in casa mi derubasse e mi…uccidesse?

Mi risuona nella testa la lettera che Don Milani, in Esperienze pastorali, scriveva nel 1958 “Riservata e segretissima ai missionari cinesi”

Cari venerati fratelli, voi certo non saprete capacitarvi come prima di cadere noi non abbiamo messa la scure alla radice dell’ingiustizia sociale, E’ stato l’amore dell ”ordine” che ci ha accecato. Sulla soglia del disordine estremo mandiamo a voi quest’ultima nostra debole supplica di credere alla nostra inverosimile buona fede. (ma se non avete come noi provato a succhiare col latte errori secolari non ci potrete capire). Non abbiamo odiato i poveri come la storia dirà di noi. Abbiamo solo dormito. E’ nel dormiveglia che abbiamo fornicato col liberalismo di De Gasperi, coi Congressi Eucaristici di Franco: ci pareva che la loro prudenza ci potesse salvare. Vedete dunque che ci è mancata la piena avvertenza e la deliberata volontà. Quando ci siamo svegliati era troppo tardi. I poveri erano già partiti senza di noi. Invano avremmo bussato alla porta della sala del convito. Insegnando ai piccoli catecumeni bianchi la storia del lontano 2000, non parlate loro dunque del nostro martirio. Dite loro che siamo morti e che ne ringrazino Dio. Essere uccisi dai poveri non è un glorioso martirio. Saprà il Cristo rimediare alla nostra inettitudine. E’ lui che ha posto nel cuore la sete della giustizia. Lui dunque dovranno ben ritrovare isieme con lei quando avranno distrutti i suoi templi, sbugiardati i suoi assonnati sacerdoti. A voi missionari cinesi figlioli dei martiri il nostro augurio affettuoso. Un povero sacerdote bianco alla fine del II° millennio.

E intanto me ne vado a dormire anche stasera tranquillo fornicando con questa prudenza ecclesiale, felice che la terra di Franco ospiterà un milione di giovani osannanti il Papa. Don Agostino dirai al Padre che questo vecchio curato di Titignano ormai ottantunenne non ha aperto la porta per prudenza…ecclesiale?

Don Romeo Vio



Sabato 13 Agosto,2011 Ore: 21:37
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Giuseppe Mancini Pisa 16/8/2011 05.52
Titolo:commento alla lettera di don Vio Romeo
sono uno dei pochi/tanti a cui è pervenuta la mail che don Vio Romeo ha inviato alla vostra redazione sabato 13 agosto c.a.
sono un diacono da pochi giorni tornato dal XXIII convegno nazionale dei diaconi permanenti che si è tenuto a Rimini dal 3 al 6 c.m.. questo fatto potrebbe trarre in inganno a proposito della mia determinazione ad inviarvi un mio commento. sono partito consapevole di essere un "pollo" e sono tornato dopo quattro giorni di convegno senza l'illusione di essere diventato un"aquila!
il mio rapporto con Montefortre Irpino (AV) è antico in quanto, a partire dalla second metà degli anni Settanta, inviavo nel carcere della vostra città le lettere che indirizzavo ad un ergastolano che da adolescente era stato mio dipendente. don Vio Romeo è stato fino ad un anno fa il delegato dell'Arcivescovo per il diaconato permanento della mia diocesi. don Agostino lo conosco più per fama che per rapporto personale, ma questa basta a farne un mito possibilmente da imitare.
durante la mia esperienza pastorale in una piccola parrocchia della Colline Pisane (fine anni '90 inizio anni '00) ebbi il cattivo gusto di far abitare nella casa canonica (disabitata cinque giorni e mezzo su sette) un giovane albanese senza lavoro né permesso di soggiorno. ovviamente il primo pensiero fu quello di avvisare il Maresciallo dei CC e il Sindaco perchè il mio gratuito aiuto non potesse essermi imputato ad azione illegale. col domicilio Leonardo trovò anche il lavoro e col domicilio e il lavoro ottenne l'auspicato permesso di soggiorno. una volta consolidato il suo ruolo sociale, dopo oltre un anno potè prendere in locazione un appartamentino e chiedere il ricongiungimento familiare con la madre vedova e le due sorelle una delle quali ha potuto frequentare l'università di Pisa. purtroppo per me, se avevo avuto naso nel mettere al corrente della situazione il Maresciallo e il Sindaco, non ero stato altrettantop sollecito con gli ammbienti curiali, per cui una volta scoperta la mia negligenza, fuyi aspramente redarguito.
attualmente abito nella casa canonica di un'latra parrocchia ed ho a disposizione una camera per gli ospiti con quattro posti letto. devo confessarvi che questo fatto mi crea non pochi complessi di colpa, soprattutto quando attraverso i Madia mi rendo conto della precarietà della situazione contingente.
so benissimo che né i preti né i diaconi né i vescovi devono sostituirsi agli/alle Assisitenti sociali del territorio di competenza, ed anche un fatto incontrovertibile che prendere in casa dei senza tetto sconosciuti è un oggettivo problema di non facile soluzione. Mi domando però come posso addormentarmi ogni sera tranquillamente in quanto crsitiano e soprattutto senza rivolgermi la domanda: "che cosa farebbe Gesù al posto mio? che cosa risponderò alle domande sulle opere di misericordia corporali a cui fa riferimento il vangelo di Matteo?"
se la vocazione dei diaconi permanenti è quella di stare sulla "soglia" della chiesa con un piede nel sacro ed uno nel pro fanum dove testimoniare la Caris di Cristo, non è che per voler diventare un sempre migliore sacrestano e chierichetto mi sto clericalizzando al punto di chiudere gli occhi sui problemi del mondo per vivere h 24 in sacrestia? che senso ha un ministero sganciato dalla prassi e dalla testimonianza. se ogni giorno facessi la Comunione sacramentale con Gesù eucaristico solo per me stesso e non per essere da Lui aiutato a creare Comunione coi fratelli che mi fa incontrare ogni giorno, avrei perso tempo!
cinquant'anni fa i preti dovevano fare regolare concorso per essere nominati parroci anche di modeste parrocchie di campagna/montagna e in alcuni casi gli mandavano anche il cappellano (vica parroco) perchè i seminari erano pieni di aspiranti all'ordine sacro. Giovanni XXIII credo sia stato il primo papa a parlare dei segni dei tempi. io credo che lo Spirito di Dio si serva di tutto per portare avanti l'annuncio della Buona Notizia. oggi un prete può esser parroco di due, tre, quattro, cinque ed oltre parrocchie contemporaneamente e siccome non può risiedere che in una sola parrocchia, di conseguenza ci sono di fatto una, due, tre, quattro canoniche vuote che potrebbero ospitare sfrattati, fidanzati precari che vogliono metter su famiglia, immigrati senza tetto, rom. forse anche questo potrebbe essere funzionale alla missione della Chiesa universale che dimostrerebbe coi fatti che veramente Dio si è fatto prossimo del suo popolo. d.p. Giuseppe

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