- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (381) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org L'intervento sarebbe giustificato dalla necessità.,di Miriam Della Croce

Lettera
L'intervento sarebbe giustificato dalla necessità.

di Miriam Della Croce

Con una risposta del nostro direttore


Mosca ha definito "inammissibile" ogni interferenza esterna nella situazione libica e l'uso della forza. Lo ha riferito l'agenzia Interfax citando il ministero degli esteri russo. Ed invece credo che questo sia uno dei rari eccezionali casi in cui un intervento militare a sostegno degli insorti, ed ovviamente dietro loro richiesta, sarebbe moralmente giusto. Il ricorso, infatti, ad un mezzo cattivo (la violenza) per raggiungere un fine buono (la salvezza di vite umane) è lecito qualora non esistano altri mezzi per il raggiungimento del fine stesso. L'intervento armato sarebbe giustificato dalla necessità. Oppure c'è altra strada per fermare il folle dittatore che sta massacrando la popolazione? Non possiamo fare come le stelle, che stanno a guardare. E neppure come il buon Dio, senza il cui volere non cade neppure un passero...

Miriam Della Croce

Risponde il direttore

Gentile Miriam,
il fatto che l'agenzia Interfax intervenga per dichiarare inammissibile l'uso della forza in Libia è il segno preciso sul senso che l'intervento militare in Libia avrà se esso sarà deciso dall'Europa, dall'ONU o dagli USA. La stessa Italia, che del regime Libico di Gheddafi è complice, avrebbe deciso di mandare due navi militari davanti alle coste Libiche. L'intervento, dice in sostanza l'Interfax, non avrà finalità umanitarie, servirà solo, dietro la maschera della difesa delle vite umane, a consentire la sostituzione di  un regime odioso con un altro altrettanto odioso ma mascherato da democrazia. E la Russia, attraverso l'Interfax, manda a dire ai paesi occidentali che lei non starà a guardare e che non tollera spostamenti di forze e conquiste di territori da parte delle potenze occidentali.
Non credo, inoltre, sia giusto porre la questione nei termini nei quali l'ha posto la nostra lettrice, che giustifica l'eventuale intervento, cioè un mezzo cattivo, per raggiungere un fine buono.
Per ottenere un fine buono è necessario usare un mezzo buono e gli eserciti non lo sono affatto ed il loro uso può provocare solo danni su danni e morti su morti. Solo i popoli sanno risolvere situazioni come quelle libiche senza ricorrere a mezzi cattivi o all'intervento esterno di potenze economiche e militari che non andrebbero certo li per far rispettare i diritti umani ma per conquistare il petrolio, il gas naturale, e una posizione strategica. Allora occorre lasciare che sia il popolo libico a risolvere la questione con le proprie forze. Piuttosto bisogna chiedere con forza ai paesi occidentali compromessi con il regime di Gheddafi di bloccare immediatamentel'invio di armi, soprattutto all'Italia, e di bloccare il supporto tecnico e logistico all'esercito libico. No comunque a qualsiasi intervento militare in Libia, chiunque lo decida perchè anche la stessa ONU ha dimostrato di essere oramai una organizzazione al servizio non della pace ma della guerra. 
Giovanni Sarubbi

Vedi a tale proposito l'appello della Tavola della pace

Precisazioni riguardo alla mia lettera Lintervento militare sarebbe giustificato dalla necessità

Gentile direttore, vorrei aggiungere qualche precisazione riguardo alla mia lettera "L'intervento militare sarebbe giustificato dalla necessità". La mia, anche se forse non mi sono espressa con chiarezza, era un'ipotesi. I discorsi folli del dittatore folle, il quale ha parlato di ratti da sterminare, mi ha spinto a ritenere che nel caso il pazzo procedesse alla eliminazione sistematica di tutti i "ratti" e della loro prole, vale a dire di tutti i rivoltosi e delle loro famiglie, bambini compresi, limitarsi a guardare e a gridare allo scandalo, sarebbe da irresponsabili. E' ovvio che se esistono altri mezzi (e questo l'ho scritto chiaramente) per evitare un genocidio, occorre ricorrere a quei mezzi. E' altresì ovvio che l'intervento (e questo pure ho scritto chiaramente) dovrebbe essere richiesto dai rivoltosi, dovrebbe essere disinteressato (illusione?), e limitato al tempo necessario per mettere il sanguinario dittatore nelle condizioni di non spargere altro sangue. Questo e solo questo dovrebbe essere lo scopo. In linea di principio sono sempre stata contraria alla guerra, ma se per ipotesi dovessimo trovarci nuovamente davanti ad un Hitler, se domani un dittatore cominciasse a costruire forni crematori, potremmo restare sempre dell'idea di non ricorrere alle armi?

Miriam Della Croce

25/02/2011

Ulteriore risposta del direttore

Gentile Miriam,
non ho motivo di dubitare della sua buona fede ma purtroppo la storia non la si fa con i se e i ma e dato che l'idea di un intervento militare in Libia non è solo una ipotesi di scuola ma uno dei fatti tremendamente possibili, il mio scopo era quello di dire un no secco ed esplicito ad ogni ipotesi bellicista dietro il paravento dell'intervento umanitario. Ne abbiamo già visti parecchi in questi dieci anni. La guerra in Afghanistan ci costa ad oggi oltre quattro milioni di euro al giorno che moltiplicato per i nove anni della sua durata fanno l'astronomica cifra di tredici miliardi di euro. Non abbiamo più bisogno di guerre ma di pace. In quanto agli Hitler di turno il mondo ne è pieno ma faremmo il loro gioco se ci mettessimo a fare guerra. Dobbiamo fare la pace, dobbiamo far prevalere la nonviolenza e i mezzi nonviolenti. Basta eserciti, armamenti, generali e politici ad essi connessi.

Giovanni Sarubbi

Mi dispiace di insistere.

Caro direttore, mi dispiace di insistere, però io sto parlando di casi estremi, e se questo fosse un caso estremo, e non ci fosse nessun'altra possibilità di rimedio, sarebbe necessario intervenire con le armi.
Credo saremmo tutti un pochino meno pacifisti, se dei nostri figli in Libia corressero il pericolo d'essere fatti a pezzi dai "Cani di guerra", i mercenari serbi pagati profumatamente da Gheddafi.

Miriam Della Croce

Risposta del direttore sull'ulteriore precisiazione

Gentile Miriam,
Ovviamente ognuno può pensarla come crede e non è mia intenzione costringerla a pensarla come me. Il problema è che noi prima che pacifisti siamo nonviolenti e le assicuro che c'è una bella differenza. Noi pensiamo che non si debba rispondere alla guerra con la guerra e che per fermare la violenza non si debba ricorrere ad altra violenza e a strumenti violenti. Con questi meccanismi le guerre non si fermeranno mai, e la storia è piena di esempi del genere.
In più la invito a considerare la qualità delle informazioni che sono state messe in giro sulla vicenda libica. Anche lo stesso Partito Radicale oggi ha messo in discussione l'attendibilità della notizia che viene data oggi da tutti i mass-media dei diecimila morti e dei 50mila feriti. Sulla libia sappiamo di sicuro che si sta combattendo, che è in corso una guerra civile la cui entità non è chiara. Noi pensiamo che di fronte a fatti reali non sia giusto per chicchessia avanzare ipotesi di soluzione che possano in qualche modo essere strumentalizzate ed utilizzate a fini che con le buone intenzioni di ognuno poco hanno a che fare.

La ringrazio comunque dell'attenzione e della possibilità che mi ha dato di chiarire alcune nostre idee.
Cordiali saluti

 

Giovanni Sarubbi

25/02/2011 ore 15.21



Giovedì 24 Febbraio,2011 Ore: 15:25
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
franco garavini forli 27/2/2011 18.44
Titolo:A miriam
Quanti morti abbiamo sulla coscienza,..ogni volta che faccio carburante, accendo la luce, faccio spesa, io posso contribuire alla oppressione dei poveri.Le multinazionali del petrolio, dei cereali, degli ogm..vivono sullo sfruttamento. Io da che parte sto??
Commercio di armi, sfruttamento della manodopera...
'amate i vostri nemici, achi ti toglie il mantello, dona anche la tunica... Ma io vi dico..

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Lettere

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info