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www.ildialogo.org Peccati e reati,di Ugo Beneventi (peccatore)

Lettera
Peccati e reati

di Ugo Beneventi (peccatore)

Perché tutti fossimo resi edotti circa la distinzione tra il peccato ed il reato, ci volevano proprio le disavventure giudiziarie del nostro presidente del Consiglio dei ministri. In tali situazioni, gli italiani si sono scoperti, oltre che un popolo di poeti, santi e navigatori, anche di giuristi. Ci siamo accorti, infatti, che il Parlamento della Repubblica, specchio fedele delle circostanze, è pieno di onorevoli avvocati difensori del principe, sonoramente pagati con denaro pubblico.

Tutte le sere assistiamo a scontri furibondi fra i vari principi del Foro che si sfidano a singolar tenzone come tanti galli nell’arena, senza cavare mai il mitico ragno dal buco, (pardon…dal “foro”). Ne sentiamo di cotte e di crude, ed ancora di più. Sarebbe quasi divertente se di mezzo non ci fossero le sorti di un intero popolo e di milioni di giovani alla deriva. Viene spesso da chiedersi a chi abbiamo dato il voto, noi cattolici? Chi ci ha indotti a tanto squallore? Ma già… chi li ha eletti? Noi non c’entriamo niente! Sono un Parlamento di nominati. Da cattolico, allora mi ribello e non mi interessano i reati del presidente. Tocca alla Magistratura indagare. A me interessano solamente i suoi peccati. Sì, proprio i peccati, perché la vita privata del capo del governo che ha in mano le sorti del mio paese, e le mie, mi interessa in prima persona. E quando non è più affidabile se ne deve andare.

Ah!!! Sento già gli strepiti, alla Giuliano Ferrara a Milano: “Siamo tutti peccatori… Chi sono io per giudicare!?”. Giusto. Giustissimo. Anch’io sono peccatore. Siamo tutti peccatori. Ma… c’è un piccolo “ma”. Consiste nel conservare vivo nella coscienza il “SENSO DEL PECCATO”. Chi lo coltiva ripudia il male; onestamente lo riconosce e lo denuncia, e sarà perdonato. E, come dice Gesù nel Vangelo, verrà perdonato “non sette volte, bensì settanta volte sette”. Chi, invece, sostiene che i propri vizi sono delle virtù delle quali gloriarsi, beh!… il discorso cambia. Non c’è “contestualizzazione” che tenga!

Ugo Beneventi (peccatore).



Mercoledì 23 Febbraio,2011 Ore: 20:10
 
 
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