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www.ildialogo.org La libertà per alcuni s'identifica con la vita stessa,di Miriam Della Croce

Lettera
La libertà per alcuni s'identifica con la vita stessa

di Miriam Della Croce

Un mio nipotino una volta protestò vivacemente, sentendo un noto cantante in una trasmissione televisiva, fare gli elogi della Roma. "Perché non parlano anche della Lazio?". Gli spiegai: "Non devi avertela a male. Nessuno impedisce ad un'altra trasmissione d'invitare un noto personaggio che parli bene della tua squadra". Ma non sembrava molto convinto. L'episodio mi è tornato alla mente sentendo in questi giorni le proteste delle associazioni "per la vita", che pretendono di partecipare alla trasmissione di Fazio e Saviano.  Il bambino però doveva avere, allora, cinque anni. Un'età in cui si ha necessità di spiegazioni. Ho l'impressione che anche i signori che protestano abbiano bisogno di spiegazioni. Innanzi tutto devono sapere che tutti, indistintamente, sono a favore della vita. Anche Welby era a favore della vita. Anche il papà di Eluana Englaro era a favore della vita. La distinzione non è tra chi è a favore della vita, e chi è contro la vita. La distinzione è un'altra. Per comprenderla,  è necessario non parlare della vita, bensì della persona, della libertà della persona. Libertà che per alcuni s'identifica con la vita stessa. Allora la differenza appare evidente. Alcuni vogliono il rispetto totale di un principio (l'inviolabilità della vita), altri vogliono il rispetto totale della persona, della sua libertà. La tutela della vita ad ogni costo può andare a scapito della persona; la tutela della persona può andare a scapito della vita, ma di quale vita? Solo ed unicamente della vita di colui che la rifiuta; di colui al quale in qualche modo la vita già è stata negata. Quando si discute di problemi che riguardano malati in preda a terribili sofferenze, parlare della vita in genere, anziché delle persone, è un grave errore. E' mancanza di rispetto verso queste ultime. Per ogni individuo, infatti, la propria vita può avere un senso e può non averlo, e nessuno può decidere per lui quale senso darle.
Ma c'è anche un'altra distinzione da fare: chi sostiene il totale rispetto della persona, non pretende d'imporre agli altri il proprio punto di vista.
Miriam Della Croce


Sabato 27 Novembre,2010 Ore: 19:42
 
 
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