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www.ildialogo.org Le lettere ai giornali questa volta a qualcosa sono servite,di Miriam Della Croce

Lettera
Le lettere ai giornali questa volta a qualcosa sono servite

di Miriam Della Croce

Forse devo ricredermi sull'efficacia delle lettere ai giornali. Questa volta forse a qualcosa sono servite. Se non altro sono servite a far parlare del problema. Sin dal giorno dopo la puntata di "Chi l'ha visto", durante la quale la vicenda di Avetrana ebbe uno sviluppo inaspettato, cominciarono ad arrivare valanghe di proteste ai giornali da parte dei lettori. E già il 9 ottobre il direttore di Avvenire ne pubblicava una serie, intitolando: "Lo strazio di Sara, indignazione e pena", e commentando: "Le vostre lettere, cari amici, sono ovviamente solo alcune di quelle piovute in redazione...Un fiume in piena gonfio di lacrime e di indignazione, di sgomento e di ribellione...Si dia spazio alla buona tv e al buon giornalismo...Ma soprattutto, prima ancora dello stile e dei contenuti, si ritrovi il senso della pietà umana". Se non altro, la valanga di proteste delle persone che hanno il senso della pietà umana, sono servite mettere in imbarazzo qualche giornalista e qualche conduttore televisivo. Il 25 ottobre La Repubblica.it metteva a disposizione del lettori gli audio degli interrogatori dei presunti assassini di Avetrana, e immediatamente partiva la lettera indignata della sottoscritta, ed immagino di molti altri lettori. La Repubblica si guardava bene dal pubblicare, però il giorno dopo (26 ottobre) ritirava gli audio. Lo stesso giorno Mario Calabresi, riguardo agli audio,  scriveva: "Ne abbiamo discusso e abbiamo deciso di buttarli, perché non aggiungevano nulla a quello che avete già letto fino a oggi, perché non servivano a chiarire nulla e perché potevano essere utili solo a solleticare le morbosità, a infilare la testa più in fondo nel pozzo." I lettori hanno anticipato i giornalisti. A qualcosa le loro lettere sono servite. Ieri sera, 26 ottobre, a Linea notte (Rai 3) c'era Lamberto Sposini, il quale, in evidente imbarazzo, ha dichiarato che lui continuerà ad occuparsi del caso perché c'è modo e modo di fare informazione, vale a dire di fare spettacolo con le disgrazie altrui. Sul primo canale, intanto imperversava l'irriducibile Vespa, con le orecchie rosse, l'espressione grave. E c'era l'esperto della psiche Crepet, con una faccia tra l'annoiatissimo e il sofferente. Non credo che continueranno a lungo le trasmissioni degli amanti del pozzo e del fango. Peccato sia mancata la voce di qualche cardinale, a ricordare ai giornalisti cattolici il dovere di rispettare i morti.
 
Miriam Della Croce


Mercoledì 27 Ottobre,2010 Ore: 18:20
 
 
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