- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (249) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Confronti,di Renato Pierri

Lettera
Confronti

di Renato Pierri

Bruno Vespanel 2007, e Bruno Vespanel 2010.

Differenze?Nessuna.Ha solo più concorrenti

....................................................

Affari Italiani 11 aprile 2007; L’Unità; Il Tempo 12 aprile; Il Sole 24 ore 14 aprile; con i rispettivi titoli:

La cronaca nera che diventa spettacolo

Vespa, Feltri e Belpietro: la corazza contro l’orrore

Giornalisti e “fattacci”. Troppo insensibili

La tragedia di Cogne

Gentile direttore, una sorta di corazza dovuta forse all'abitudine, salva per fortuna tante persone (medici, giudici, guardie carcerarie, ecc.), che in qualche modo sono costrette a venire a contatto col dolore altrui, dall'esserne troppo coinvolte emotivamente. La loro esistenza altrimenti diventerebbe assai difficile e forse non potrebbero neppure svolgere bene il loro compito. Penso che la stessa cosa avvenga per i giornalisti che fanno necessaria informazione su fatti di guerra o di cronaca nera. Ci sono però dei giornalisti che si fanno la corazza senza che ce ne sia bisogno. Alla tragedia avvenuta a Cogne sono state dedicate valanghe di trasmissioni definite ipocritamente d’approfondimento, e l'abitudine a parlarne è diventata tale, per cui si parla di un bimbetto massacrato come se si parlasse di un vaso, magari anche preziosissimo, che qualcuno ha infranto con una martellata (o un mestolo, o uno scarpone, o altro?). Bruno Vespa qualche sera fa, nell'ennesima sua trasmissione dedicata all'argomento, teneva appunto tranquillamente in un mano un mestolo e nell'altra uno scarpone; e indugiava nel descrivere il modo con cui il vaso (non ho corazza e mi dà fastidio usare il termine vero) poteva essere stato rotto...Poi si è deciso a lasciare i presunti strumenti di morte,  ed ha cominciato a rigirarsi tra le mani un calzino...Sempre presenti giornalisti e  direttori di giornali, alcuni dalla faccia atteggiata ad immutabile serietà e compostezza (es. Vittorio Feltri), altri sempre sorridenti (es. Maurizio Belpietro). I giornalisti corazzati che della cronaca nera fanno spettacolo,  non potrebbero porsi dei limiti, se non altro per rispetto verso le vittime e i loro familiari?

 Renato Pierri   

Risposta di Umberto Brindani su Tv Sorrisi e  Canzoni Web 16 aprile 2007

Caro Renato, mi sembra che lei abbia descritto il fenomeno con rara lucidità. La morte del piccolo Samuele è stata esaminata così a lungo e così nei dettagli (e non è finita), in tv, nei tribunali e sui giornali, da diventare quasi virtuale, agli occhi di chi se ne occupa professionalmente da anni. Ben vengano le osservazioni di qualcuno, come lei, che ogni tanto riesce a ricordarsi di quale tragedia stiamo parlando…

Umberto Brindani

.................................................

Avvenire.it; Il Tempo; Corriere della Sera 9 ottobre 2010; Liberazione; La Repubblica 10 ottobre; con i rispettivi titoli:

Lo strazio di Sara. «Rispettare i morti»

Caso Scazzi. Lasciamo stare la povera Sara

Nel nostro Paese. Fango dappertutto

L’epoca del fango

Se si prova gusto a sprofondare nel fango

Questa è l'epoca del fango. Fango dappertutto. Fango sulle case, a causa delle piogge. Fango sulle persone, a causa della politica. Fango sul corpo di una ragazzina uccisa e gettata in un pozzo. Ma adesso, scusate, la ragazzina morta non sarebbe il caso di lasciarla riposare in pace? Oppure conviene fare una trasmissione televisiva dietro l'altra di approfondimento, o per meglio dire, di sprofondamento per l'appunto nel fango? Io capisco i giornalisti costretti a fare necessaria informazione su fatti di cronaca nera, ma non capisco quelli che si tuffano con ardore su tali fatti come su fossero cibi prelibati da gustare lentamente.  Non gli sembra vero: ore e ore di trasmissioni con ascolti assicurati. Sì, perché sono in molti a guardare, a dire che strazio che pena, fammi sentire, che strazio che pena fammi sentire ancora. "Requiem aeternam dona eis Domine et lux perpetua luceat eis, requiescant in pace. Amen". La ricorderanno questa preghierina perlomeno i giornalisti religiosi? I morti, ne sono certo, amano il silenzio. Ma non si tratta solo di rispettare i morti.   Proprio in questo momento (Rai2 - ore 14,20) passo davanti al televisore che mia moglie (ahimè) tiene acceso, e sento la domanda profonda di un conduttore: "L'ha violentata subito o dopo ore?". Dio mio, ma si può?

 Renato Pierri

 

Risposta del direttore di Avvenire (anche ad altre lettere di contenuto analogo)

Le vostre lettere, cari amici, sono ovviamente solo alcune di quelle piovute in redazione tra mercoledì notte e ieri sera. Un fiume in piena gonfio di lacrime e di indignazione, di sgomento e di ribellione. Spero che cresca sino a travolgere gli scintillanti argini dello stagno televisivo e giornalistico, ribollente di feroci o stomachevoli scoop e di troppe brutalità mediatiche. Si dia spazio alla buona tv e al buon giornalismo che, pure, esistono e sono ben possibili e non solo nel servizio pubblico. Ma soprattutto, prima ancora dello stile e dei contenuti, si ritrovi il senso della pietà umana.



Mercoledì 20 Ottobre,2010 Ore: 22:23
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Lettere

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info