- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (370) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org LETTERA AL DIRETTORE E A PADRE ALBERTO MAGGI E PADRE RICARDO PEREZ,di Carlo Castellini

Lettera
LETTERA AL DIRETTORE E A PADRE ALBERTO MAGGI E PADRE RICARDO PEREZ

di Carlo Castellini

Carissimi amici,
 Direttore GIOVANNI, PADRE ALBERTO E PADRE RICARDO PEREZ,

 prima di tutto grazie delle vs illuminate e sagge lezioni scritte e orali, sulla Parola di Dio, e per le efficaci attualizzazioni, implicite ed esplicite, che fanno bene all'anima, e che mi hanno fatto crescere come uomo e come cristiano. Grazie anche per il coinvolgimento che mi chiedete, con la vostra comunicazione, sulla presa di posizione di CLAUDIO GIULIODORI, vescovo di Macerata, che ha provocato in me una viva indignazione, soprattutto per il modo e il luogo in cui siete stati citati, quasi in una gogna mediatica di pessimo gusto e bizantina ambiguità, non certo di natura paolina.

 Mi rendo però conto che, è inutile ormai anche indignarsi, poichè si è fatta della retorica su tutto, anche sul discernimento spirituale e comunitario, difficile si, ma sempre poco praticato. Sono pochi coloro che si mettono in ascolto, (vedo che i miei preti hanno sempre fretta), che cercano il dialogo, nel rispetto della persona, del reciproco ascolto in un atteggiamento di vera carità. (Veritatem facientes in charitate, Paolo).

 Altrimenti a che serve ruminare la Parola e condividere il Pane-Corpo del Signore? Sono pura retorica biblica. La mancanza di carità e ascolto e rispetto reciproco, sono l'esatta negazione di questa unità, tanto sbandierata a destra e a manca. Non siamo nè corpo unico, nè anima unica: a volte ho l'impressione che i gruppi cattolici non si parlino troppo, e con le gerarchie e come se fossimo divisi e separati in casa. (Gv. 17) . Il popolo di dio non viene coinvolto nelle decisioni che contano. E allora come esigere la partecipazione?

 Ma il contrasto oggi è ancora più acutizzato, perchè tanti si nascondono, vescovi e studiosi graditi alla gerarchia, dietro il plauso pontificio o cardinalizio, di qualche potente ecclesiastico, che hanno più dimestichezza con i poteri curiali, che con gli studi faticosi, anche se affascinanti, della Parola di Dio. Purtroppo di tanti casi, di persone emarginate e richiamate, veniamo a conoscere i particolari "interessanti", solo dopo la morte, o alcuni anni dopo; si ricordi ad es. il caso di Padre YVE CONGAR, o.p., grande perito conciliare, praticamene poco compreso, emarginato anche, e solo alla fine riabilitato da Giovanni Paolo II, con il conferimento della berretta cardinalizia. Una grande figura di uomo e di studioso; ossessionato alla fine della sua vita da un desiderio di suicidio, cui non è mancata l'influenza di una chiesa che lo ha bistrattato. Grande uomo e figura di intellettuale insigne, ma anche di cristiano. (Cfr. JOSE' MARIA CASTILLO, IN "I DIRITTI DELLA CHIESA", GABRIELLI EDITORI, VERONA)
 Non si capisce sempre bene, almeno per noi poco addetti ai lavori, se vi sia veramente il desiderio di approfondire la verità: e allora perchè denunciare
nelle chiese o cattedrali, certi comportamenti; come se fossero dei "figli di puttana", quasi per stornare l'attenzione della pubblica opinione e attirarla su di sè. Invece di invitare gli interessati ad un banchetto della carità e della condivisione, di cui il vescovo dovrebbe dare esempio per primo; o addirittura andare a trovarli nella loro casa o luogo comunitario, come suggerirebbe la carità cristiana. Senza prima sputtanarli proprio da un pulpito liturgico, che non ammette repliche, quasi si trattasse di una scomunica.

 Allora queste esternazioni potrebbero nascondere una maniera sottile, latente e inconscia, una certa mancanza di carità, un sottile velo di invidia, una gelosia repressa, un desiderio di protagonismo, un sottile desiderio di far carriera, che si ammanta di attenzioni autoritarie per il domma, e una malcelata attenzione all'opinione pubblica della gente, che serve da grande alibi alla vera questione: l'indipendenza di comportamento e di giudizio, di certi studiosi, preparati, e amati dalla gente, perchè simpatici e comunicativi, non sono graditi ai rappresentanti delle gerarchie, perchè poco preparate, scarsamente comunicative ed isolate dall'opinione pubblica della gente.

 In ultima analisi cosa pensa la gente di questo teatrino della religione? (Si ricordi il caso di don Sante Sguotti e l'atteggiamento rozzo e ridicolo del vescovo di Padova mons. MATTIAZZO, che espelle dalla sua chiesa il giornalista cronista che ne aveva steso la cronaca!). Come si può ricomporre lo scontro tra l'autorità ecclesiastica (reale o presunta?) Può questa prima, mettere alcuni paletti alla ricerca biblica e teologica, che abbiano la coscienza di essere tali? Con tutte le carte in regola richieste? O ancora una volta vogliamo nasconderci dietro la scienza sia essa biblica o teologica? Per stabilire chi è piu' potente e chi deve obbedire? Obbedire a che?
Obbedire a chi?
 Non mancano denunce serie in proposito e studi documentati come quelli già citati nel nostro sito: dai testi di PAOLO FARINELLA, a quelli di PIERO CAPPELLI, a quelli del teologo spagnolo JOSE' MARIA CASTILLO, fino all'ultimo JON SOBRINO. Non si tratta di persone impreparate, non si tratta di vescovi che vogliono far carriera. Si tratta di persone umili, preparate, che lottano per il Regno, che ruminano la Parola e consumano l'Eucarestia: e che molto spesso hanno fatto scelte controcorrente a favore dei più deboli. E non è cosa da poco. Allora perchè continuare a scegliere la via della scomunica e della sottovalutazione, o finta indifferenza, piuttosto che imboccare la porta più stretta del dialogo e del reciproco ascolto?

A MO' DI CONCLUSIONE.

 L'atmosfera creata intorno a questo fatto, - afferma ARTURO PAOLI nelle pagine introduttive allo SCISMA SILENZIOSO di PIERO CAPPELLI , illustrando il senso di certi interventi della gerarchia in campo di morale e di etica - certamente non fa sperare cambiamenti nel senso che vorremmo - ma non deve scoraggiare,, perchè quanto più la chiesa esagera nelle invasioni di campo esercitando sempre maggiore influenza, tanto più avvengono dei fatti che porteranno a dei cambiamenti nella pratica pastorale. E lo Spirito Santo crea degli spazi particolarmente mistici e appaiono dei santi che come FRANCESCO E ANTONIO, si oppongono ad una religiosità sbiadita e attirano a sè dei seguaci mostrando che il Padre dei cieli non vuole una santità di IDEE, ma una santità incarnata nelle persone. L'intenzione di Dio sta in queste parole attribuite a Sant'IRENEO, :"LA GLORIA DI DIO E' L'UOMO VIVENTE". Occorre solo che quelli che sinceramente amano la Chiesa, contino più nella preghiera che nella polemica. Ma allo stesso tempo bisogna sostenere i credenti a saper distinguere la Chiesa santa istituita da Gesù, dalla chiesa umana. E' sempre PIERO CAPPELLI che parla, per bocca di ARTURO PAOLI, e afferma che BENEDETTO XVI non dimostra di essere così chiaramente avversario della idolatria di mercato colpita da una condanna inequivocabile nel VANGELO:"O DIO, O MAMMONA". L'idolatria di mercato non viene attaccata a viso aperto con quella chiara, coraggiosa, assoluta condanna di Gesu':"NON POTETE SERVIRE DUE PADRONI", "O DIO, O IL DENARO". Invece si prefersice condannare attività di ricrca scientifica che non hanno assolutamente incidenza sulle strutture politiche, e soprattutto sulle relazioni di classe. Perchè? Perchè i titolari dei politici e finanziari ottengono l'omertà della chiesa, barattandola con concessioni, privilegi e vantaggi economici. E talvolta restrizioni alla libertà dei cittadini. (CARLO CASTELLINI).
Risponde il Direttore Giovanni Sarubbi
Carissimo Carlo,
ti ringrazio per la tua riflessione che mette in luce una sofferenza che è molto diffusa fra quei cattolici che hanno vissuto la primavera del Concilio Vaticano II e che non accettano la deriva autoritaria che sta vivendo la Chiesa Cattolica. Noi tentiamo nel nostro piccolo di dare un contributo a che i cristiani riescano a superare tutte le barriere e gli ostacoli che certa gerarchia è stata capace di erigere negli ultimi 50 anni. Speriamo di farcela, cerchiamo di impegnarci a fondo su questa via che speriamo possa portarci ad una comprensione  più piena dello spirito dell'Evangelo predicato da Gesù di Nazareth.
Non sappiamo ovviamente se ci riusciremo o se riusciremo a vedere i frutti del nostro impegno ma l'importante per noi, come diceva Mazzolari, è quello di impegnarci a prescindere da quello che faranno gli altri.
Grazie e saluti di pace
Giovanni Sarubbi
 


Luned́ 13 Settembre,2010 Ore: 16:04
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Lettere

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info