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www.ildialogo.org SH. MOURO interviene al Convegno UCOII,di Cinzia Aicha Rodolfi

SH. MOURO interviene al Convegno UCOII

di Cinzia Aicha Rodolfi

gen 10th, 2012 - Articolo pubblicato sul sito:  www.islam-online.it 
Fondatore del Partito islamico Nahda, una laurea in giurisprudenza e una in scienze islamiche , Sh. Abdelfattah può finalmente tornare a lavorare come avvocato dopo aver trascorso alcuni anni imprigionato perché non voleva piegarsi al governo corrotto e dispotico di Bel Alì.

Inizia la sua conferenza dicendosi  ottimista nei confronti del futuro della Tunisia che evidentemente ancora dolorante dopo la vittoria della rivoluzione popolare, sta disegnando  basi democratiche completamente nuove, e la strada verso i diritti umani e civili che ha scelto votando un partito islamico.

La grande passione del suo parlar chiaro e diretto non delude le aspettative della platea attenta e composta che ascolta toni di entusiasmo nella rinascita sociale del mondo arabo e dure parole di delusione nei confronti dei musulmani degli ultimi 5 secoli. La sua domanda è : “Cosa stiamo facendo del nostro islam e cosa hanno fatto i nostri recenti predecessori del mondo cosiddetto moderno?”

Seduti in un immobilismo stagnante abbiamo semplicemente ripetuto gestualità e rituali; parole a pappagallo ,imparato a memoria versetti che non abbiamo compreso e questo si evince dal fatto che non abbiamo realizzato nulla anzi siamo caduti nel buio totale, e ci siamo allontanati dall’islam. Ci siamo fatti convincere ad allontanarci dalle nostre radici , abbiamo spento le luci del nostro passato glorioso e gettato polvere sulla straordinaria cultura e sulla brillante ricerca del sapere per chiuderci dietro un vittimismo che ci ha massacrato, spezzettato e dato in mano ai nostri colonizzatori prima, e dittatori dopo. E noi nell’ignoranza abbiamo subito e camminato rassegnati e perdenti.

Per troppi anni abbiamo parlato come fossimo ancora una società che intanto non esisteva più; ci piangevamo addosso e nel frattempo erano gli altri che andavano avanti . Non siamo stati capaci di contestualizzare e parlavamo con forme espressive sorpassate e non funzionali. Non ci siamo impegnati nelle questioni familiari e  naturalmente nemmeno in quelle sociali .

L’islam ci diede direttive, precetti e consigli per ogni questione e ci insegnò come imparare a riflettere per capire come affrontare qualsiasi situazione basandoci sulle fonti e sul buon senso e sull’etica perfetta che nasce dallo studio del comportamenti dei nostri antenati retti.

Chiaramente  il mondo cambia e tutto è mutare e non si può prescindere dal rendersi conto che ci vogliono sforzi per comprendere nuove riflessioni e consapevolezze. Invece sono oramai 5 secoli che viviamo intrappolati nella paura di pensare e nella pigrizia di studiare e impegnare il nostro cervello e nel frattempo sono le altre società che si evolvono, ci superano e ci schiacciano.

Molti di noi dicono che dobbiamo lasciare questa dunya ai miscredenti , invece è proprio qui ed ogni giorno di questa faticosa esistenza che dobbiamo impegnarci a capire prima per poi mettere in pratica i precetti e l’adorazione con impegno e costanza crescente per migliorarci e testimoniare . Non avremo ricompensa senza lo sforzo di rimboccarci le maniche e intraprendere il cammino in mezzo agli ostacoli.

Gli altri hanno costruito e noi usiamo le loro scoperte e le loro buone invenzioni, traiamo utilità ma poi li critichiamo. Cosa abbiamo dimostrato di buono in questi 5 secoli per sentirci superiori ? Cosa abbiamo costruito?

Siamo noi i responsabili dei nostri fallimenti ed oggi che grazie a Dio ci siamo risvegliati dobbiamo capire che possiamo, e dobbiamo diventare protagonisti delle nostre vite ; portare progetti islamici che siano coerenti con il progresso perché il mondo intanto è andato avanti. E dove sono le nostre idee e soluzioni?

Parlando del programma e dell’ideologia del nuovo governo tunisino ci spiega le linee guida e il sentimento che deve rimanere il vero deterrente dopo la rivoluzione.

Dobbiamo capire che il popolo deve decidere e poi produrre perciò si deve consultare con altruismo e sincerità, ma essendoci un vuoto politico e istituzionale, bisogna prima costruire organizzazioni e mettere basi sane coinvolgendo tutta la popolazione quindi anche i non musulmani  che sono cittadini aventi diritti e doveri.

La società ci chiede giustizia sociale e produzione economica .Dobbiamo cambiare , ma  non ha senso sconvolgere senza coinvolgere. Siamo ancora piccoli nel mondo e abbiamo bisogno di imparare a convivere senza umiliarci, ma muoverci con rispetto e umiltà .

Non dobbiamo imporre nulla , non dobbiamo volere un islam di costrizione , le persone devono scegliere liberamente e parlare liberamente e la consultazione anche con chi non la pensa come noi è oggi ancora più fondamentale per costruire basi solide e fiducia reciproca.

Anche il nostro Profeta Muhammad, pace e benedizione di Allah su di lui, quando entrò vincitore a Mecca, camminava gentile ed educato senza arroganza, non impose, non si vendicò e accolse persino chi si pentì dopo essere stato nemico spietato.

Corano  II, 256 “Non c’è costrizione nella religione*. La retta via ben si distingue dall’errore. Chi dunque rifiuta l’idolo e crede in Allah, si aggrappa all’impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente.”



Mercoledì 11 Gennaio,2012 Ore: 15:10
 
 
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