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www.ildialogo.org Agenzia d’Informazione Islamica – www.ilpuroislam.net dell'8 Agosto 2011,

Mondo sciita
Agenzia d’Informazione Islamica – www.ilpuroislam.net dell'8 Agosto 2011

 Nel nome di Dio il Clemente il Misericordioso

La rivelazione del Libro (proviene) da Allah, l’Eccelso il Saggio. 

In verità ». abbiamo rivelato il Libro con la Verità;

adora dunque Allah e rendigli un culto sincero

Coloro che si prendono padroni all’infuori di Lui (si giustificano dicendo): “Li adoriamo solo perché ci avvicinano ad Allah”

Corano – Sura Az – Zumar  (I Gruppi)- Cap.39, versetti,1,2, 3)

Egitto -  Sufi e cristiani copti insieme per un «Venerdì dell’amore». Sufi (mistici musulmani) e cristiani copti si ritroveranno venerdì prossimo in piazza Tahrir al Cairo per il «Venerdì dell’amore per l’Egitto». Contano di portare un milione di persone in strada le otto confraternite sufi e le diverse organizzazioni copte che sono dietro l’iniziativa che vuole essere una risposta alla manifestazione per l’Egitto «Stato islamico» organizzata la scorsa settimana dai Fratelli musulmani, i salafiti e gli ex jihadisti della Gamaa al Islamiyya. «Sarà un venerdì per la solidarietà tra musulmani e cristiani e in sostegno dello Stato civile», ha spiegato Alaa Aboul Azayem, leader dell’importante confraternita sufi «Azmeya» e del partito islamico-cristiano «Tahrir».

Egitto -  I Fratelli Musulmani hanno scelto nuovi dirigenti del movimento attraverso elezioni pubbliche. Al City Stars Mall di Nasr City, gli islamisti hanno votato per individuare tre nuovi componenti della direzione in sostituzione di Mohammed Mursi, Essam el Erian e Mohammed Saed El Katatny ora alla guida del Partito Libertà e Giustizia (il braccio politico dei FM) che punta a ottenere la metà dei seggi in Parlamento alle elezioni previste a novembre.

Egitto - Mubarak non c’è più in Egitto, ma le persone devono ancora inventarsi un modo per andare avanti. E l’«adala igtimaaiyyah», la giustizia sociale richiesta dai rivoltosi in piazza Tahrir, è una chimera. Ci ha pensato anche Gamal, figlio e delfino del raìs, a svendere le industrie nazionali, aumentando l’esercito dei poveri.

Egitto - Una larga porzione degli abitanti della capitale, persone che la rivoluzione del 25 gennaio l’hanno seguita in tv più che farla in piazza Tahrir, a differenza della classe media più istruita e i giovani senza lavoro, uniscono una certa delusione contemporaneamente a una vaga speranza in un prossimo futuro. «Mubarak non c’è più ma per noi poveri non è cambiato nulla – dice – dobbiamo sudare 10-12 ore ogni giorno, tutto l’anno, anche di Ramadan, per tirare avanti. Speriamo che il governo pensi anche a noi».

Egitto - L’adala igtimaaiyyah (giustizia sociale) perciò è stata una delle richieste fondamentali della rivolta anti-Mubarak. Gli scioperi continui di un po’ tutte le categorie di lavoratori sono stati il segnale fin troppo chiaro del limite di sopportazione (e di sofferenza) raggiunto da tanti egiziani che chiedono, accanto alla libertà e ai diritti, anche una nuova politica economica in grado di ridistribuire la ricchezza nazionale.

 Egitto - La ritrovata (ma non ancora piena) libertà di stampa ha fatto conoscere la fortuna accumulata in trent’anni da Mubarak e dai componenti della sua famiglia: L’Autorità del Controllo Amministrativo e dell’Autorità di Indagine sui Fondi Pubblici ha accertato che solo nella sede di Heliopolis della Banca Nazionale d’Egitto i Mubarak avevano accumulato 29 milioni di euro. Senza dimenticare le proprietà immobiliari e le fortune accumulate dalla famiglia del «faraone» in giro per il mondo. Immense anche le ricchezze scoperte e, soprattutto, quelle ancora da scoprire dei tanti servitori fedeli del regime - quasi sempre palazzinari amici personali di Mubarak e del figlio Gamal .

Egitto – “Questi e quelli per me pari sono”  non si fa parola degli enormi interessi economici dei militari che guidano la cosidetta «transizione democratica» e che, certo non a caso, spingono per la stabilità e il ritorno alla normalità. Ma il popolo non ha nessuna voglia di tornare alla “normalità” precedente cioè a quella della miseria e dello sfruttamento.

Egitto –  La sinistra, frammentata al suo interno, non è in grado di svolgere alcun ruolo determinante, al contrario delle formazioni islamiche, a partire dai Fratelli Musulmani, che con l’inizio del Ramadan (il 1 agosto) hanno di fatto cominciato la campagna per le elezioni legislative di novembre dimostrando di essere una forza popolare. Distribuiscono pacchi con alimenti di base, zucchero, riso, farina, a chi non può permettersi di comprare quanto serve, si preoccupano di organizzare ogni sera in strada immensi iftar (il pasto che al tramonto interrompe il Digiuno cominciato all’alba, ndr) a cui partecipano  molte migliaia di persone nei quartieri più isolati, più poveri. Soprattutto, arrivano alle ashwaaiyyat, le «zone di insediamento informale», inesistenti per lo Stato.

Egitto - Nell’area Nell’area della Grande Cairo, centinaia di migliaia di egiziani chiusi in baracche di lamiera vivono senza alcun servizio pubblico e assistenza sociale. Il giornalista egiziano prevede che «se gli islamisti riusciranno a portare alle urne anche solo il 10% di queste persone ai margini che di solito non votano, assieme alla loro base abituale di consenso, allora si guadagneranno il controllo di almeno la metà della Camera bassa (Majles)».

Egitto -  I poveri  sono stati «eroi» della rivoluzione e in prima linea contro Mubarak. L’attivista Mohammed Abul Gheit ha dedicato largo spazio sul suo blog con il post «The Poor First, You Bastards». Foto e storie in particolare di giovani ventenni, ma che ne dimostrano 40, giunti dalle bidonville di Imbaba, Boulak e Attaba a Piazza Tahrir per costruirsi anche un futuro di lavoro e dignità e che invece vengono ignorate e dimenticate da tutte le forze politiche, laiche e di sinistra.

Egitto - La first lady Suzanne Mubarak aveva sei conti bancari, uno dei quali presso la Banca della Biblioteca Alessandrina con oltre 100 milioni di euro. Alaa Mubarak, figlio «businessman» del raìs, possedeva più di 11 milioni di euro presso la Banca Nazionale d’Egitto e suo fratello Gamal otto conti in altrettante banche.

Italia - Qualche settimana fa è comparso sulla stampa un manifesto in nove punti elaborati da un forum di sette gruppi e associazioni che operano nel mondo del lavoro ( fra cui la Cisl, le Acli, la Compagnia delle Opere ciellina, la Coldiretti). Punto di riferimento è il ricordo del convegno tenutosi a Camaldoli nel 1943. Il Codice di Camaldoli servì al paese per la ricostruzione dalle rovine belliche e per l’avvio dello sviluppo sociale ed economico. Qualche cosa di analogo dovrebbe sorgere oggi, dopo la fine di un’epoca che aveva visto il mondo cattolico quasi silenzioso e talvolta complice o quasi in un momento in cui trionfava una politica dominata dal grande capitale e dimentica dei diritti e del benessere dei più deboli. Un ricambio è urgente.

Italia - In questi ultimi tempi sta prendendo forma, nel nostro paese, un informe e grosso “agglomerato” di politici sempre in caccia di voti, di finti santi che fingono d’esser buoni: ululano tutti sui fondi dei giornali, nei telegiornali e nelle piazze «Che bisogna fare qualcosa per i bambini del Corno d’Africa!». Molti servizi con inviati speciali che parlano con facce addolorate con cataste di bambini e mosche alle spalle. Ma chi deve fare qualcosa? Qui da noi: politici (di destra e sinistra, ovviamente), preti, turisti con vacanze pagate a rate e grandi ladri sono in vacanza. Dicono: "Lo sappiamo quel che c’è da fare! Parliamone seriamente dopo la fine di Agosto!" Ma soprattutto a noi finti santi, dei bambini del Corno d’Africa non ce ne frega  niente!



Lunedě 08 Agosto,2011 Ore: 19:52
 
 
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