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www.ildialogo.org Dopo l'aggressione ad Hind nel mirino donne giovani e istruite,di Amina Salina

Islamofobia
Dopo l'aggressione ad Hind nel mirino donne giovani e istruite

di Amina Salina

«L’hijab è parte della mia identità. Il tentativo di strapparmelo per me è quasi paragonabile a una violenza fisica. A molti, che non conoscono il significato di questo velo, potrà sembrare una cosa non grave, ma per me lo è. Io sono quel che sono con il mio hijab». Cosi Hind la giovane studentessa universitaria e mediatrice culturale di origine marocchina residente a Padova commenta l'aggressione avvenuta ad opera di un altra donna, una cinquantenne padovana, che ha tentato di strapparle il velo per strada qualche giorno fa beccandosi una denuncia. Parla senza rabbia come se ormai per lei fosse normale non essere capita. Nnon fa una vita da reclusa Hind affatto. Tornava a casa a sera in bicicletta dopo aver passato una serata al cinema come tante altre donne con uno stile di vita assolutamente normale che non contrasta affatto con la religione islamica. La donna l'ha apostrofata come se avesse invaso il suo spazio violato la sua terra. "Schifosa, togliti quel coso... Che te ne fai con questo caldo?"
Invece di mandarla a quel paese, come qualsiasi casalinga di Voghera avrebbe fatto, lei le risponde gentilmente: «L’ho salutata, gentilmente, e ho cercato di parlarle: "Signora, vorrei informarla che il velo è una mia scelta"». L’altra donna, però, non vuole sentire ragioni solo provocare risponde urlando: «"Fai schifo", e ancora .. "Sei solo una stupida schiava ignorante"... "Quelli come te dovrebbero prenderli a bastonate"». E’ allora che la donna alza le mani e tenta di strapparle il velo. Lei però riesce a sottrarsi e decide che è meglio allontanarsi, anche per non reagire. «Tremavo tutta, mi sentivo mancare, allora ho chiamato al telefono mio padre». Il papà di Hind è il fratello Ahmed Talibi, responsabile della comunità islamica di via Anelli a Padova una delle moschee della città veneta. Anche il sindacato, in ogni caso, sarà dalla parte della studentessa: «Ci costituiremo parte civile in un eventuale procedimento contro la persona denunciata da Hind - dice Adriano Pozzato, segretario generale della Cisl di Padova -. Quel che è accaduto è un fatto gravissimo, che non vogliamo nella nostra città. Per questo rivolgiamo un appello a chi ha visto, perché contribuisca a identificare la responsabile».
La denuncia è contro ignoti tuttavia grazie agli elementi forniti da Hind Talibi, la Digos sarebbe già in grado di indicare nome e cognome della responsabile delle offese. Tuttavia il punto non e questo. Si moltiplicano in questo paese gli atti di islamofobia in cui sono coinvolti i musulmani tanto più se giovani e donne.
Sembra che maggiore sia il tasso di integrazione e più forte sia il rifiuto l'odio e la rabbia di una parte della società italiana contro persone che non solo non hanno nessuna colpa ma danno un senso positivo alla fede islamica, alla cittadinanza, all'integrazione senza assimilarsi ma senza vivere come un corpo separato.
Nonostante i tanti messaggi di solidarietà su Facebook si sono moltiplicati anche quelli di odio con gente che afferma che la donna ha fatto bene ad aggredire. “Doveva finire il lavoro, doveva farle sbattere la testa violentemente, ha postatao un fanatico o una fanatica protetti dall'anonimato. E' una vergogna per una società civile.
La responsabilità maggiore per quanto accade, comprese le discriminazioni nei posti di lavoro, è di quelle forze politiche che hanno costruito la loro carriera spargendo odio a piene mani contro chiunque non è bianco, cristiano, occidentale, eterosessuale oppure contro chi fa parte di una minoranza etnica. Una stampa servile che fa del giornalismo urlando ha coperto per anni di insulti e di pregiudizi gli immigrati in particolare se musulmani, considerando le donne delle schiave mute prigioniere ignoranti.
Come donna musulmana vorrei dire che non sono stata mai muta ne prigioniera ne ignorante che credo in dio e che sono fiera della mia fede rispettando naturalmente quella degli altri.
Salam, Amina Salina



Domenica 29 Maggio,2011 Ore: 16:45
 
 
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