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www.ildialogo.org Basta islamofobia nei media,di Amina Salina

Basta islamofobia nei media

di Amina Salina

Carissimi fratelli e sorelle
una sorella musulmana si Minareti.it ha giustamente denunciato alcuni episodi in cui media e intellettuali presuntamente esperti di Islam hanno dato una immagine falsa e tendenziosa della nostra fede. E' doverosa ed importante la denuncia della presenza in sedi istituzionali, specie nelle varie consulte e nel mondo accademico e del giornalismo, di persone che dell’islam sanno poco o niente, che vogliono piegarci ad una linea politica precostituita e di presunti esperti musulmani che sono persone che non praticano la fede e la strumentalizzano per fini immediati, costruendoci sopra una carriera parlamentare o giornalistica.
Tuttavia gli esempi che la sorella portava avanti erano pochi e parziali.
Esiste invece da parte dei musulmani una vasta opera di agglutinamento di varie sensibilità in battaglie fondamentali contro la chiusura identitaria della Lega e di parte del PDL. Esistono spiragli anche dove meno ce lo aspetteremmo, persino a destra dove i finiani stanno dando spazio a fratelli e sorelle per esprimersi sia attraverso il Secolo d Italia che sul Magazine di Farefuturo.
Nel mondo cristiano esiste una vasta area di simpatia. Vorrei citare uno dei casi più famosi, quello del professor Paolo Branca, che ha costruito assieme a molti giovani musulmani la rivista Yalla Italia e quello della rivista Confronti, impegnata da anni con noi de Il Dialogo nel dialogo islamocristiano e in quello tra le tre religioni del Libro.
La grande stampa, quella progressista, a parte gli scivoloni sul tema del cosiddetto terrorismo islamico o radicalismo islamico - due concetti in contraddizione radicale -  il secondo termine oggi bandito anche negli Stati Uniti, comunque non e' islamofoba di principio ed i casi del   Giornale e di Libero fanno parte di una stampa politicamente orientata al servizio di un progetto politico reazionario.
Esistono poi una trentina di blog di musulmani, il novanta per cento dei quali ad opera di persone convertite all’islam, che amano comunque questo Pese che continua ad essere il loro Paese, persone che vivono normalmente la loro fede nel quotidiano senza utopie millenaristiche ne' fanatismi d’alcun tipo solo che effettivamente non e' facile vivere l Islam in Occidente quando vieni dipinto sempre come un nemico del Paese indipendentemente dalle tue opinioni.
Inoltre la comunita' islamica risente di una effettiva debolezza anche in termini economici e del clima dell’Italia specie con le nuove leggi oppressive ed i tentativi di imbavagliamento di internet .
salam amina salina
Islam e media: "Basta con i nuovi esperti di Islam. Chiediamo
rispetto"       
"Sono davvero stanca dalla troppo diffusa ignoranza di professori e giornalisti che si improvvisano esegeti del Corano o esperti dell'islam e dei musulmani". Un appello ai giornalisti per il rispetto della religione islamica nei media.
di Khalida El Khatir
L’islam in Italia è una religione spesso e volentieri calpestata dai mass media, dai politici e non solo, senza il minimo rispetto. Una religione praticata da milioni di persone nel mondo e migliaia di cittadini italiani e di origine straniera, una delle tre religioni monoteiste insieme al cristianesimo e l’ebraismo, ma questo ha pochissima importanza. Da cittadina italiana di fede musulmana sono davvero stanca e a dir poco nauseata dalla troppo diffusa ignoranza di professori e giornalisti che si improvvisano esegeti del Corano o esperti dell'islam e dei musulmani, non tralasciando ovviamente l’uso vergognoso e strumentale che viene fatto di alcune parole come burqa, jihad, e tante altre che servono da cornice per attirare l’attenzione del lettore e vendere più copie.
Due giorni fa a Udine, si è tenuto un seminario dal titolo: "Integrazione dei minori di origine islamica nella scuola", come se l’islam fosse un origine e non una religione. Ma la cosa più comica è che a parlare di integrazione è stato invitato il politologo Andrea Sartori, proprio lui che il 20 dicembre sul Corriere della Sera scrisse un editoriale dove sottolineava l’impossibilità di integrazione dei musulmani nelle società non musulmane. In quell'editoriale, egli sosteneva che appunto i musulmani non sarebbero mai potuti diventare cittadini Italiani. Egli nel suo commento andava addirittura oltre affermando che "L’islam non è una religione domestica, è invece un invasivo monoteismo teocratico che dopo un lungo ristagno si è risvegliato e si sta viepiù infiammando, un rischio da non rischiare".
La domanda che mi pongo è: Ma perché proprio Sartori deve dar lezioni sull’
integrazioni di questi ragazzi quando lui stesso non crede a una possibile integrazione? Non era forse più saggio invitare uno dei tanti educatori, mediatori culturali, sociologi e tante altre persone del settore che lavorano con i minori di fede musulmana nel quotidiano?.
Un altro esempio di superficialità nel trattare le questioni legate all'islam italiano lo troviamo oggi in un articolo pubblicato su Il Giornale dal titolo:
"Da detenuti a soldati del jihad: Ora in cella l’islam fa paura". Neanche fossimo a Guantanamo. Siamo in Italia e il giornalista si destreggia tra statistiche e storie singole dipingendo uno scenario di imminente pericolo jihadista e rivolte guidate dagli imam rinchiusi nelle celle d'isolamento. E anche in questo caso la parola "Islam" viene tranquillamente consumata nel titolo dell'articolo associandola a "Paura".
Come cittadina e osservatrice mi appello sinceramente a tutti i direttori di testate e a tutti i giornalisti affinchè la smettano con questa offesa quotidiana di una delle religioni e civiltà che hanno contribuito all'evoluzione anche delle nostre società.
Impariamo a rispettare l'islam, così come abbiamo imparato a rispettare le altre religioni. Altrimenti è alquanto ipocrita pretendere, come alcuni sostengono, di civilizzare i musulmani, se poi nella pratica di fatto i titoli e certe cronache sono il primo evidente segno dell'inciviltà.
(24 maggio 2010)
 
 
 


Giovedì 27 Maggio,2010 Ore: 16:48
 
 
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