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www.ildialogo.org Tariq Ramadan, come infangare un pensatore scomodo,di   Davide Piccardo, Attivista musulmano 

Tariq Ramadan, come infangare un pensatore scomodo

di   Davide Piccardo, Attivista musulmano 

Metterei la mano sul fuoco cento volte sull'innocenza di Tariq Ramadan, non ho bisogno di credere alla sua parola, non ho bisogno di attendere la verità giudiziaria, Tariq ha una credibilità che ha costruito in anni di lavoro e di impegno, una credibilità che è patrimonio di tutti coloro con cui ha collaborato, tutti coloro a cui ha insegnato, una fiducia guadagnata con il suo comportamento ineccepibile, l'educazione, la moderazione, l'umiltà, l'onestà intellettuale e quella spirituale.
L'accusa di violenza sessuale e ancor più quella di molestie è il metodo col rapporto costi/benefici più conveniente per far fuori un avversario politico, lo sa bene Dominique Strauss Kahn estromesso dalla corsa alla presidenza francese, si disse da Sarkozy, e poi risultato innocente e vittima di un complotto.
La verità dei tribunali ha i suoi tempi e le sue regole mentre l'effetto infamante della calunnia è immediato ed è arduo liberarsene anche una volta dimostrata la propria innocenza.
Tariq Ramadan è attualmente il pensatore musulmano europeo più influente e originale, uno studioso e un grande divulgatore impegnato nel far dialogare il pensiero islamico con la filosofia occidentale, ma soprattutto nel trovare un modo europeo di essere musulmani e un modo islamico di essere europei, riuscendo a rendere popolare un dibattito oggi fondamentale.
Ramadan è un personaggio scomodo proprio perché pienamente occidentale e pienamente musulmano, resistente a ogni tentativo di assimilazione laicista e materialista e al contempo strenuo oppositore della colonizzazione delle comunità musulmane europee sia da parte delle visioni letteraliste e violente sia da quelle quietiste, promosse da alcuni paesi arabi. Il suo più grande difetto è di non poter essere ammaestrato e nemmeno facilmente demonizzato.
La sua capacità dialettica è nota così come la sua libertà dai complessi che spesso limitano i musulmani europei, a farne le spese intellettuali come Bernard Henry Levy e politici francesi islamofobi come Nicolas Sarkozy e Manuel Valls tutti in seria difficoltà nei confronti pubblici con lui.
Per queste ragioni il vortice di accuse, ma soprattutto di rivelazioni anonime e insinuazioni a mezzo stampa che lo ha investito in questi giorni non è altro che l'ultima tappa di una campagna di diffamazione che dura da due decenni e che comprende a titolo d'esempio un sostanziale ostracismo di cui è vittima in tutte le istituzioni francesi, il veto di insegnare negli Stati Uniti emesso a suo tempo da George W. Bush e l'incessante fuoco di sbarramento delle frange atlantiste più estreme che tentano da sempre di farlo passare come antisemita a causa delle sue posizione nette riguardo all'occupazione israeliana.
Questa sorta di isteria collettiva scatenatasi dal caso Weinstein è un'ottima occasione per chi vuole mettersi in luce e per chi vuole affondare un avversario ma è soprattutto un sintomo dell'evidente schizofrenia della nostra società che da un lato, attraverso i potenti mezzi del cinema e della televisione, promuove e vuole imporre a tutti i popoli modelli di dissolutezza e disordine sessuale e dall'altro fa calare la scure del puritanesimo anglosassone anche su chi sfiora le ginocchia di una giornalista, la stessa schizofrenia di chi si indigna se un ministro iraniano evita di stringere la mano di una donna salvo poi condannare per direttissima per molestie un complimento fatto sul luogo di lavoro.
Di fronte alle violenze sessuali è necessaria la massima severità e il tanto demonizzato diritto islamico classico prevede la pena di morte per il colpevole di stupro, ma non dobbiamo cadere nell'errore di scatenare una guerra tra i sessi.
Fuori dalle ipocrisie bisogna riconoscere come il rapporto tra uomini e donne sia sempre stato in primis un rapporto tra diversi e mai esente da relazioni di potere, entro una certa misura connaturate al rapporto stesso, di questo passo con la scusa di eliminare ogni elemento di potere si corre il serio rischio di creare una diffidenza tale da riconoscere come morale solo il rapporto tra eguali, quello omosessuale, o in alternativa rendere la nostra una società della masturbazione, dove è obbligatorio guardare e impossibile toccare.

Questo articolo è stato pubblicato sul blog dell'autore che ringraziamo : http://www.huffingtonpost.it/



Lunedì 13 Novembre,2017 Ore: 20:08
 
 
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