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www.ildialogo.org Omologazione versus discriminazione,di Antonia Sani

Omologazione versus discriminazione

di Antonia Sani

Riceviamo questa riflessione sulla "questione del velo" da Antonia Sani che ringraziamo
Si fa un gran parlare dell’episodio di Bologna, relativo alla ragazza costretta dalla famiglia di religione musulmana a portare il velo per nascondere la rasatura dei capelli inflittale dai genitori per ottenere la sua subordinazione all’uso del velo.
Certamente è da condannare questo atto di un palese fondamentalismo, ( come sarebbero da condannare imposizioni autoritarie di genitori non di religione islamica).
C’è però da dire che l’autorità dei genitori sul comportamento delle figlie- almeno per quanto riguarda l’’Italia- si è notevolmente affievolita col trascorrere degli anni; vuoi perché i genitori sono più distratti da altri problemi relativi alla sopravvivenza, vuoi perché la religione cattolica, prevalente nel nostro paese, funge più da riferimento identitario che da compendio di regole di stretta osservanza, vuoi perché la libertà conquistata dalle donne ha costruito l’indipendenza di tante ragazze la cui autonomia non è – nella maggior parte dei casi- separata dall’indipendenza di cui godono i ragazzi.
Religione e genitori rappresentano un unicum.
Mi lascia perplessa l’aspetto “religioso” che si è voluto dare a tutta la vicenda. Nel sottofondo c’è una protesta contro l’islamismo e i suoi costumi: velo, burka …La libera scelta di non portare il velo imposto dalla famiglia viene definita dai media come libertà di decidere della propria vita: ragazze di religione musulmana cresciute nel mondo occidentale devono potersi adeguare ai costumi del mondo in cui vivono….
Ma c’è un sottofondo più fondo. E’ il disagio di chi si sente discriminata non potendo condividere le condizioni della maggioranza . Un tempo succedeva con le ragazze che provenivano dalle campagne e non vestivano abiti alla moda e avevano famiglie alle spalle legate a ritmi tradizionali. La religione non c’entrava, ossia faceva parte dei riti.
Perché questa ragazza, e altre come lei non vogliono portare il velo? E’ un sussulto contro la propria educazione,contro una fede religiosa non più ritenuta credibile, o è semplicemente il volersi omologare a modelli vincenti, quelli della maggioranza?
Coloro che ,al contrario, scelgono di portare il velo, come libera scelta, come affermazione della propria identità, sono forse meno laiche?
Bella la solidarietà offerta da compagne e compagni di classe della ragazza di Bologna, che tutti e tutte si avvolgono il capo col velo…Ma sarebbe importante che questo non fosse un attacco alle tradizioni di una religione, ma una protesta contro l’autoritarismo violento di genitori. Sempre e comunque da condannare .



Lunedì 10 Aprile,2017 Ore: 16:59
 
 
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