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www.ildialogo.org SOLIDARIETÀ E LOTTA AL RAZZISMO,di Yahya Pallavicini

SOLIDARIETÀ E LOTTA AL RAZZISMO

di Yahya Pallavicini

Cari amici e care amiche,
vi segnaliamo il seguente articolo dell'imam
Yahya Pallavicini pubblicato sull'agenzia Italpress, nella speranza che possa offrire un contributo di chiarificazione intellettuale all'attuale dibattito sulle religioni e le derive fondamentaliste (con particolare riferimento agli editoriali di Galli Della Loggia sul Corriere della Sera del 10 luglio e di Bernard Henry-Levy di oggi 18 luglio).

SOLIDARIETÀ E LOTTA AL RAZZISMO
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Martedì 12 Luglio alle 18 a Roma si sono svolte in contemporanea due manifestazioni di solidarietà. La prima contro il razzismo che ci tocca in casa, mentre la seconda ha accolto alla grande moschea di Roma la comunità dei musulmani bengalesi in Italia per esprimere vicinanza ai familiari delle vittime del drammatico attentato di Dacca.

Nella prima manifestazione la società civile italiana ha voluto reagire all'omicidio di Emmanuel Chid Namdi, il cittadino nigeriano ucciso la settimana scorsa a Fermo nelle Marche per aver difeso la dignità di sua moglie con la quale era riuscito a fuggire dal fondamentalismo islamista in Nigeria. Sua moglie, dopo aver subito l'offesa di un insulto razzista vive ora la tragedia di essere rimasta vedova. Al funerale cristiano nel Duomo di Fermo, presenti la presidente Boldrini e il ministro Boschi, la folla dei cittadini ha espresso il proprio sostegno alla vedova e il proprio cordoglio per la vittima, nell'affermare i valori universali di civiltà e fratellanza.

Significativa anche l'altra testimonianza, quella della delegazione dei musulmani bengalesi in Italia, ricevuti dal segretario generale della grande moschea di Roma. Parole di orrore per il disonore che i terroristi vogliono provocare sul pacifico popolo del Bangladesh e sulla vera identità di ogni religione e di ogni vita umana, ma anche un segno di solidarietà alle famiglie italiane vittime di questa barbarie omicida.

A sottolineare la vicinanza dei musulmani anche il presidente del Centro Islamico Culturale d'Italia che in una sua nota ufficiale, trasmessa dalla Reale Ambasciata Saudita, ribadisce che "questi terroristi criminali sono nostri nemici, i nemici dell'Islam e i nemici dell'umanità intera. (...) Esprimiamo con determinazione, a gran voce e in maniera chiara, la nostra totale solidarietà incondizionata all'Italia in questo momento tragico".

Chissà se tutto ciò potrà mai ridimensionare il pregiudizio di coloro che, come il professor Galli della Loggia, si ostinano ad attribuire la colpa della violenza ad una religione o ad una nazione e mai alla perversa e contraddittoria natura umana che sa manipolare menti e animi appoggiandosi sul nazionalismo e sul confessionalismo. Nel suo editoriale sul Corriere della Sera di lunedì 11 luglio, Galli della Loggia rinnova la sua condanna dell'Islam e dell'Arabia Saudita, confondendo le due realtà, affermando, prima, che le guerre tra cristiani nell'Europa del Cinque-Seicento dimostrerebbero la violenza insita nella religione ("certo, tutti sappiamo che il monoteismo in quanto tale intrattiene un oscuro rapporto con la violenza"); poi, improvvisando un uso statistico dei versetti del Corano rispetto ai Vangeli con "riferimenti alla violenza, espliciti e ripetuti". L'editorialista del Corriere della Sera arriva a negare "che tutte le cosiddette religioni del Libro adorino davvero lo stesso Dio come sostengono gli instancabili promotori del dialogo interreligioso" (...) e che "l'Arabia Saudita è il vero cuore della violenza terroristica".

Come imam italiano sento la necessità di difendere anzitutto il principio del monoteismo nella sua ispirazione pacificante nella vita spirituale e civile della maggioranza dei credenti delle varie comunità religiose. Al tempo stesso è necessario ribadire che l'uso disonesto della dottrina e dell'appartenenza ad una religione o ad una scuola di pensiero da parte di qualche individuo violento non può screditare la libera e variegata declinazione del pensiero, della fede e della dignità di un popolo nel suo insieme o di una Nazione intera.

In altre parole, mentre approvo la necessità di incalzare il mondo islamico nei processi di analisi storico-culturali e soprattutto nel suo rinnovamento intellettuale, eviterei di promuovere una minacciosa cortina d'ignoranza sulle possibilità di sviluppo di questa comunità millenaria e multiculturale. Le sentenze severe di Galli della Loggia sembrano voler giustificare un'arroganza simile a quella dei predicatori dell'odio di ogni tempo e luogo, arroganza che deve essere arginata dalla maggioranza delle persone intelligenti e oneste di ogni religione e civiltà.

Una maggiore onestà, sensibilità e senso delle proporzioni nell'analisi storico-culturale può infatti evitare la spirale perversa delle vendette o delle provocazioni retoriche che, pur essendo meno violente della barbarie dei terroristi, non stimola alcuna crescita e meditazione sulla natura dell'uomo, della vita e del bene comune. In questa prospettiva va condiviso il risultato positivo di una concertazione del ministro dell'Interno Angelino Alfano con le rappresentanze delle comunità islamiche in Italia insieme ad alcuni esperti di diritto, studi sociologici e scienze religiose che ha lanciato il progetto di un percorso di formazione per ministri di culto musulmani abilitati a ricevere competenze specifiche per tradurre la propria funzione anche in vari ambiti di mediazione sociale.

Distinguere "chi prega da chi spara", come dice il ministro dell'Interno, evita le confusioni e favorisce la maturazione e la conoscenza rispettosa delle identità autentiche dalle loro contraffazioni. Forse occorre riconoscere che vi sono leggi e culture e sensibilità spirituali che vengono praticate in modo serio e intelligente mentre vi sono persone, distribuite tra i differenti popoli, che promuovono invece il disordine e l'egoismo nella loro guerra o utopia per il potere. L'antidoto a questa monolatria della barbarie è proprio la collaborazione tra le civiltà in un clima costruttivo di fiducia e rispetto reciproco. Si tratta di una grande sfida culturale per tutti.
 

Yahya Pallavicini
 

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Lunedì 18 Luglio,2016 Ore: 22:06
 
 
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