- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (329) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org A Lilli Gruber vorrei dire...,di amina donatella salina

A Lilli Gruber vorrei dire...

di amina donatella salina

Ci avete chiusi in una gabbia mediatica etnica territoriale e geopolitica e pretendete pure di avere ragione 
L ultimo libro di Lilli Gruber, dall'infelice titolo “Prigionieri dell'Islam”, rischia di rinfocolare pregiudizi e costruire muri di incomunicabilità tra una parte della comunità islamica organizzata e la sinistra che si riconosce nelle posizioni della Gruber sulla questione femminile. Non credo che si sia ammalata improvvisamente di fallacianesimo di sinistra, ammesso che questo male esista, penso invece che l'impostazione del libro fotografi una parte della  realtà ma non aiuti il dialogo. La colpa non è tutta sua, ma la sua riflessione, con tanto di pagelle tra islamici buoni e cattivi anche all'interno della stessa area politico culturale religiosa Ucoii, si e inserita in una situazione in cui ci voleva un taglio diverso di unità tra chi dall'una e dall'altra parte vuole un cambiamento. E invece siamo invisibili un'altra volta, ogni volta che un giornalista ci si avvicina. Come sempre la  comunità islamica, ed in particolare quella che fa riferimento all'islam politico, viene vista con lo stesso metro di giudizio di una realtà religiosa organizzata tipo Chiesa o partito politico, creando leggende metropolitane. Una di queste leggende, la principale, vuole che alle spalle di queste realtà ci siano partiti super-organizzati ferreamente, bolscevichi con tanto di linea rossa da non superare.
Mi dispiace deludere Lilli Gruber e la maggior parte dei giornalisti italiani,specie quelli islamofobi di destra, ma quando nel lontano 1994 fondammo l'Associazione Culturale Islamica in Italia, assieme ad alcuni fratelli tunisini e di altri paesi,c'erano anche persone che con l islam politico non avevano alcun legame di fedeltà come me ed Omar Camiletti, per dire due nomi "a caso". L'Associazione venne fondata in primo luogo per creare un luogo di preghiera per persone per lo più poverissime che venivano da paesi disastrati, che non conoscevano la realtà italiana e che avevano bisogno di un luogo per non perdersi dal punto di vista spirituale, per poter pregare e per imparare la loro lingua e i rudimenti della religione in cui erano nati e cresciuti ai loro figli. Tutto qui. Scusate se e poco. Che questo luogo, divenuto negli anni un punto di riferimento per studiosi ed accademici di tutta Italia, è da anni anche e soprattutto un luogo di dialogo interreligioso ed interculturale di accoglienza per le comitive di studenti, si dipinga come un covo di talebani non lo accetto.
Lilli Gruber ha scritto almeno tre ponderosi volumi sull'Islam ha anni di esperienza come giornalista di prim'ordine e non può non sapere che questa moschea non è affatto un covo di talebani barbuti con la clava in mano, ma è un luogo dove donne e uomini in modo altalenante e contraddittorio, come tutte le opere umane, cercano di acquisire un minimo di sapienza religiosa con notevoli sforzi, visto che siamo tutti lavoratori, che abbiamo anche la famiglia e che non possiamo dare tutto il tempo che vorremmo a questa attività. Le nostre risorse limitate fanno si che a livello nazionale non esista di fatto una casa editrice ufficiale della comunità islamica in cui ci siano testi da tutti condivisi e rappresentativi delle posizioni della moschea. La nostra biblioteca, oltre ai classici dell'Islam, ha testi accademici di buon livello acquistati in libreria in varie lingue ma anche quei pamphlet prodotti a prezzi piccolissimi nei paesi arabi che si possono trovare in qualsiasi moschea italiana anche al Centro Islamico di Roma. Tutti i musulmani d Italia sanno che manca una pubblicistica di buon livello di tipo religioso, cosa che non accadrebbe se fossimo riconosciuti dallo Stato italiano. Non e che manchino le teste pensanti mancano i soldi. Proprio in questo luogo sollevai personalmente il problema anni fa in occasione della visita a Roma di S.E. L'allora Presidente della Lega Musulmana Mondiale Al Turki davanti al quale fui l'unica donna a parlare. Rappresentai le esigenze dei nuovi musulmani che avevano bisogno di formazione adeguata e di una pubblicistica decente anche per evitare conversioni fai da te e derive Jihadiste.
Non ottenni nessuna risposta, solo parole poiché questi paesi non sono interessati affatto al progresso dell'Islam europeo, ma vogliono fidelizzare i musulmani al credo wahabita. Per chi non lo sapesse non l'indottrinamento ma lo sforzo per far conoscere il Messaggio, noi dovremmo fare anche dawah, lo sforzo per far conoscere il messaggio profetico, mentre, e qui sfatiamo un'altra leggenda metropolitana, non esiste coercizione nella fede. Qualcuno pretenderebbe che le cosiddette conversioni fossero stabiliti dai mariti, come se la donna in questa società fosse un accessorio per capelli. Naturalmente con i sauditi non ottenni nessuna risposta poichè non vogliono l'autorganizzazione delle Comunità ma vogliono infeudarci alla loro ideologia reazionaria, maschilista e feudale. Capiamoci io sono la prima a non essere d'accordo con certe interpretazioni ma il paternalismo neocoloniale non lo sopporto, non sopporto chi non ascolta perché parla un uomo musulmano. Da quei paesi amici dell'Occidente ci arrivano i libri scritti in arabo e tradotti approssimativamente dall'inglese in un italiano incerto, in un linguaggio poco attuale ed ancor meno comprensibile ai non musulmani. Libri stampati a milioni di copie sono diffusi in tutto il mondo senza distinzione tra le correnti islamiche neoconservatrici nei paesi dove siamo deboli economicamente o dove lo Stato ha interesse al mantenimento dello status-quo e al monopolio politico della religione.Trovi quello o niente. Libri in cui ci sono divagazioni personali degli Autori più o meno scientificamente validi che rispecchiano la mentalità prevalente oggi nei paesi islamici ultraconservatori da parte di una élite  acculturata di religiosi cresciuti in un mondo a parte. Spesso si tratta di persone che vengono da famiglie ricche infeudate alle potenze occidentali dall'epoca colonialista oppure dai ceti sottoproletari disposti a cambiare posizione a secondo del vento che tira, che hanno cambiato casacca in questi ultimi anni e si portano dietro una mentalità elitaria classista e neo coloniale,m oppure una notevole ipocrisia. Dicono banalità ripetute in tutti i modi per portarsi dietro gli ignoranti, i giovani gli ingenui i nuovi musulmani. Questa élite non e detto che rispecchi quello che pensa la popolazione del paese da dove viene, l'Autore  anzi spesso e il contrario. Del resto basta assistere in Egitto alle conferenze di certi professori universitari con le teorie più strampalate. Questo crea un grosso problema di comunicazione che non c'è con gli autori riformisti o europei non solo qui ma per esempio in un paese come la Tunisia. E qui è scattata da parte di Lilli Gruber il pregiudizio per cui se parla un uomo barbuto non lo devi stare a sentire, perché altrimenti non si spiega perché noi dovremmo essere considerati i talebani di turno. Attaccare Mohamed Ben Mohamed significa attaccare Ennadha il partito islamista che ha pagato un prezzo di sangue durante la dittatura specialmente nell'ultimo periodo di Ben Ali che ha riconosciuto pubblicamente tutti di diritti umani fondamentali compatibili con la sensibilità islamica in quel Paese dopo la Rivoluzione dei gelsomini. Una delle figlie dell imam della Moschea di Centocelle, Imane, è deputata al parlamento tunisino nelle file di Ennadha. Nella Costituzione tutti i partiti laici ed islamisti si sono concordati per concedere all'art.16 eguaglianza di diritti e pari opportunità per uomini e donne. Inoltre la legislazione prevederà tutte le forme di prevenzione e repressione della violenza sessuale. Allora che senso ha attaccare uomini che sono completamente d'accordo con i diritti umani fondamentali e che non hanno una posizione ultraconservatrice ed un partito che ha incarnato il vero progresso in Tunisia?
Sulla questione femminile le donne musulmane di quel paese hanno posizioni progressiste e non oscurantiste. anche perché c'è una bella differenza all'interno degli stessi pariti di ispirazione islamista tra progressisti e neo tradizionalisti e lo schieramento è trasversale, non segue le linee ideologiche occidentali di destra o sinistra...Nonostante questo le forze del progresso non sono state aiutate affatto dall'Occidente che ha fatto ripiombare l'Egitto nella dittatura, la Libia nella guerra, la Siria in una resistenza al tiranno che sta provocando un massacro della popolazione civile e milioni di profughi. Il messaggio che il cosiddetto mondo civile manda a quei popoli è: dovete soffrire essere schiavi e noi dobbiamo decidere chi siete e cosa volete.
Nonostante il loro impegno o forse a causa del loro impegno per la libertà, autori di tutto rispetto come Tareq Ramadan o come Asma Lamrabet sono continuamente contestati da quelli che impropriamente possiamo chiamare le gerarchie ufficiali dell'islam, in cui le cariche sono in mano per lo più a conservatori ma che in Occidente devono fare i conti con le donne, con i giovani di seconda e terza generazione, con i nuovi musulmani. Questi veri e propri neocon in salsa araba, sono insieme ai laici i migliori amici dell'Occidente e i nemici di qualsiasi cambiamento tranne quei partiti che si oppongono fermamente alle dittature. Assieme a loro le destre ed anche una parte della cosiddetta sinistra del Nord del Mondo, gioca allo stesso gioco con conseguenze nefaste per la pace mondiale. Questa motivazine geopolitica è una delle motivazioni profonde del trattamento che l'Europa riserva ai musulmani. Con una mano porge la Costituzione  con l'altra bombarda perché governa con la paura e non con il consenso. Cosi chi vuole il cambiamento sta tra due fuochi, da una parte gli intellettuali dell'Occidente li accusano di essere troppo musulmani per essere integrabili, dall'altra gli stati autocratici li accusano di essere troppo liberal per essere pienamente musulmani. In più sono sotto accusa per la loro integrità, un peccato in un mondo di corrotti per non  voler svendere il Din dell'Islam a nessun prezzo.
Allora l'Occidente deve decidere da che parte sta. In quasi trentanni si sono prodotti movimenti nuovi ed affinate nuove strategie ed appartenenze. Perché noi non siamo solo musulmane ma anche militanti politici o sindacaliste o attiviste per i diritti civili, siamo scrittrici mediatrici culturali giornaliste online, ma questo a Lilli Gruber non importa nella misura in cui ci schiaccia dentro un recinto già stabilito nell'archetipo della sorella musulmana sottomessa muta e fantasmatica che non ci appartiene.
In questo quadro esiste una riflessione di donne intellettuali e anche di donne semplici, sulla necessita di costruire un islam di liberazione. La nostra moschea, insh Allah, insieme con il CAIL, il Coordinamento che riunisce almeno 22 moschee di varia appartenenza a Roma e nel Lazio, dovrebbe portare avanti il progetto Aisha contro la violenza domestica, progetto iniziato proprio dal Caim della Lombardia appoggiato dall'Ucoii e da altre associazioni e moschee lombarde. Coordinatrice di questo Progetto a Milano e Sumaya Abdel Qader, che è anche candidato PD come indipendente alle amministrative nel capoluogo lombardo. Tutto questo è frutto di un lavoro di anni di cui abbiamo anche un riconoscimento accademico nei lavori di Stefano Allievi e della professoressa Renata  Pepicelli sul GenderJihad, sulle donne musulmane in Italia e sulla problematica dell'associazionismo femminile religioso, studi a cui rimando per un eventuale approfondimento. Quest'ultimo lavoro, compiuto a Centocelle, assieme alle donne musulmane seguendole ed intervistandole ascoltandole  senza sensi di superiorità cosa che i giornalisti non possono o non vogliono fare tranne pochissime eccezioni.
Evidentemente esiste uno standard a cui per forza si deve rispondere, uno standard di cosiddetta integrazione all'homo economicus europeo al quale noi ovviamente non corrispondiamo essendo dei notevoli rompiscatole e dei consumatori consapevoli, non credendo alla balle dei media e non essendo classificabili politicamente ne comprabili con la corruzione. La nostra opposizione all'usura, allo strapotere bancario, la nostra difesa irriducibile della Palestina e della Siria in un mondo di morti ci fa sentire marziani.
Sono anni che la stampa ci massacra cercando di dividere le varie associazioni islamiche mettendone una contro l'altra. Adesso spero non ci caschiamo più perché lo Stato non darà niente a nessuno finché non saremo uniti. In questo gioco al massacro se la prendono con la Moschea Al Huda come se fosse l'unico nemico da screditare ad ogni costo da destra e da sinistra. Perché probabilmente per spaccare su una questione che sbandierano sempre, i diritti della donna, anche se questo Paese non brilla affatto per le pari opportunità ne a livello sociale ne di genere. Una generazione di donne intellettuali vuole cambiare l'Europa difendendo i diritti di tutti e viene costantemente emarginata, qualsiasi cosa dica o faccia perché crede nel merito e non nella mafiosità perché non si arrende, perché studia e vive liberamente mentre altri sono ingabbia non certo noi...Conosco ragazze musulmane i cui familiari fanno sforzi eroici per far loro terminare i cinque anni di Università, ragazze che alla fine si affermano perché studiano tutto il giorno e risparmiano ogni euro per potersi laureare, ragazze che non cercano facili scorciatoie per lavorare. Con queste donne Lilli Gruber ha parlato più volte a livello globale non solo europeo o italiano raccontandole nei suoi libri che fino ad ora hanno avuto successo anche nella stessa comunità islamica. Cercava un capro espiatorio per che cosa? Personalmente penso che sia assolutamente perdente schiacciare le donne musulmane in un ghetto identitario proprio nel momento in cui esse vogliono difendere i diritti di tutti mentre si battono per i loro diritti. Ce un continuo scambio di informazioni ed un dialogo costante tra una parte del movimento femminile e femminista italiano, quella parte che non si sente l'unico esclusivo depositario della libertà e della democrazia e che crede che un mondo più giusto e più umano davanti a guerre contro i poveri e contro il sud del mondo,si possa costruire insieme non uno contro l'altro purché ci siano dei valori comuni che prescindono l'appartenenza etnico religiosa. Si parla di prigioni culturali e mentali dall'una e dall'altra parte, ma siamo stati noi i primi come Ucoii a dire in tempi in cui non esisteva il terrorismo, che il dialogo era importante e che non bisognava chiuderci nella sola nostra identità, ma servire la società dove viviamo per essere buoni musulmani e buoni cittadini. Fa pensare il richiamo della Gruber ai valori di libertà democrazia e parità da parte di una esponente di un partito che ha ridotto l'Italia in questo stato pietoso in fondo a tutte le classifiche europee per libertà di stampa libertà religiosa, tenore di vita e istruzione.
Vorrei informarla che il mondo accademico ha preso nota della dissoluzione della democrazia in Europa grazie all'aristocrazia bancaria e massonica che ha preso in mano il mondo poiché  ormai nelle aule universitarie di Scienze Politiche delle maggiori Università a livello mondiale si fanno i seminari sulla morte della democrazia rappresentativa non certo per colpa di chi si prostra cinque volte al giorno su un tappetino, rivolto alla Mecca, ma di chi ha distrutto i diritti delle persone creato guerre assurde e si e arricchito a dismisura usando la politica per  i suoi comodi . Per non parlare di due guerre mondiali e cento milioni di morti causate dai paesi imperialisti e colonialisti, guerre che continuano uccidendo musulmani in Iraq Siria Libia Yemen e compagnia bella, con la benedizione degli amici degli americani che governano tagliando teste e massacrando la gente che si ribella pacificamente. La democrazia o è globale o è un inganno. E adesso dite che il problema è la posizione presuntamente misogina  dei dirigenti della Moschea Al Huda sui diritti delle donne, dopo che l'imam non è stato ascoltato e qualcuno ha scritto quello che voleva. La verita è che l'islam cresce e voi islamofobi o neocolonialisti non potete fare nulla. In piu la gente sta aprendo gli occhi e questa notte non durerà in eterno, insh Allah.
Quanto a noi i fatti parlano, chi ci vuole conoscere può farlo in ogni momento senza necessita di alcuna mediazione giornalistica. Non vogliamo pagelle da nessuno. Non abbiamo bisogno di qualcuno che parla per noi senza considerarci alla pari, non siamo gente di serie b. Il confronto sui contenuti e su un piano di parità.
Cordiali saluti 
amina donatella salina 
cofondatrice dell' ACII Moschea al Huda di Roma
redattrice della rivista e sito online www.ildialogo.org



Sabato 07 Maggio,2016 Ore: 23:17
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Conoscere l'islam

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info