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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO,di Associazione Comunità Straniere in Italia ( A.C.S.I.)

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

di Associazione Comunità Straniere in Italia ( A.C.S.I.)

ASSOCIAZIONE COMUNITA’ STRANIERE IN ITALIA.
ASSOCIACION COMUNIDADES EXTRANJERAS EN ITALIA
ASSOCIACAO COMUNIDADES ETRANGERES da ITALIA
ASSOZIATION ITALIENSCHE GEMEINSCHAFTEN ETRANGERES
ASSOCIATION DES COMMUNAUTES ETRANGERES EN ITALIE
FOREIGN COMMUNITIES ASSOCIATION IN ITALY
SHOQATE KOMUNITET HUAJ NE ITALIA
1.ОБЕДИНЕНИЕ НА ЧУЖДЕСТРАННИТЕ ОБЩНОСТИ В ИТАЛИЯ
2.ОБЪЕДИНЕНИЕ ИННОСТРАННЫХ ОБЩНОСТЕЙ В ИТАЛИИ
ASOCIATIA COMUNITARIA A STRAINILOR IN ITALIA
Onlus
Via Sperone,8 – 71100 FOGGIA (Italy)
Tel. (39) 35 12 18 94 06 -
Codice Fiscale - Partita IVA 01740400716- E-mail:” com.stran@yahoo.it”
«Io non condivido le tue idee, ma lotterò con tutte le mie forze perché tu, come me, possa liberamente esprimere il tuo pensiero». Voltaire.
Foggia,3 settembre 2015.
LETTERA APERTA:
  • Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri,
  • Al Sig. Ministro dell’Interno,
  • Al Sig. Ministro del Lavoro e Previdenza Sociale.
ROMA.
Permesso di soggiorno in trattazione.”
( Sito Polizia di Stato, per lunghi mesi. )
La Civiltà europea è sempre stata divisa: liberi e schiavi, nobili e plebei, capitalisti e operai. Nell’Europa di oggi ci sono gli “europei” e gli “extracomunitari”.
Le divisioni cambiano forma, ma non la sostanza. Invece dell’uguaglianza ci sono ancora le leggi che garantiscono la disuguaglianza, invece della fratellanza ci sono i cittadini di primo e secondo grado, invece dell’unità, alcuni paesi e popoli sono stati spinti, e poi lasciati marcire nella miseria e nella violenza.
Siamo al terzo millenio. In quello precedente c’erano molte rivoluzioni, è stato sparso senza vergogna e senza scrupoli molto sangue, ma cosa abbiamo cambiato in sostanza?????????????
Scarsa conoscenza e molti pregiudizi nei confronti dei Migranti.
La maggior parte degli Italiani non sono né razzisti né menefreghisti. Sono semplicemente disinformati. Non sanno cosa significa, per un Immigrato, aspettare “il permesso di soggiorno” (ad un tempo, incubo e parola magica), trovare una casa, imparare una lingua nuova, integrarsi nel mondo del lavoro o della scuola.
MA PERCHE’ VENGONO IN ITALIA?”
Questa è la domanda più frequente degli alunni durante i miei interventi nelle scuole superiori , come Mediatore Interculturale e Interreligioso.
Io rispondo:”Perché nei loro paesi c’è la guerra, o la miseria, o l’instabilità politica e sociale che non permette una vita serena. La maggior parte degli Immigrati non lascerebbe il proprio paese se le condizioni permettessero una vita dignitosa lavorando onestamente. D’altra parte, ci sono paesi che hanno necessitò di Immigrati. Anche l’Italia ha bisogno di operai per le costruzioni, di camionisti per i trasporti, di camerieri per gli alberghi, di badanti per gli anziani, di infermieri per i malati, ecc…e, non trovando questa manodopera tra gli Italiani, deve ricorrere agli Immigrati.”
La maggior parte degli Immigrati sono costretti a scegliere il male minore. La maggior parte degli Italiani non sono né razzisti né menefreghisti. Sono semplicemente disinformati.
Non sanno quanta fatica fanno gli Stranieri a trovare casa, quali problemi hanno nell’integrarsi nel mondo del lavoro o della scuola, quando è difficile imparare una lingua nuova in fretta per capire il datore di lavoro, o l’insegnante, o la pioggia di comunicazioni di vario genere.
Quanto è difficile muoversi, orientarsi, in un paese dove tutto funziona in modo diverso dal proprio.
Ricordiamo che, nello scorso 2014, occorrevano circa 25 giorni per il disbrigo della pratica e 30 per l’appuntamento (in tutto 55 giorni): nel giro di breve tempo, insomma, il tempo necessario per un rinnovo è praticamente raddoppiato.
Questo netto peggioramento della situazione rischia di vanificare il lavoro svolto in questi ultimi anni proprio dall’Ufficio Immigrazion: a partire dal 2010 infatti, i tempi necessari per le pratiche di soggiorno si erano fortemente ridotti, e ciò aveva migliorato in modo considerevole lo status giuridico dei Migranti / Richiedenti Asilo eccc…e la loro possibilità di accedere ai servizi e ai diritti.
Il ridimensionamento dei tempi aveva inoltre consentito di migliorare complessivamente l’efficienza del Servizio, la sua trasparenza ed accessibilità: le “file” interminabili, che avevamo registrato davanti ai cancelli dell’Ufficio negli anni precedenti, si erano nettamente ridimensionate
Nell’ottobre dello scorso anno, ogni Immigrato che andasse in Questura per rinnovare il suo permesso di soggiorno rimaneva all’interno dell’Ufficio per circa un’ora: oggi, anche questo tempo è notevolmente aumentato.
Il sito della Polizia di Stato ti informa da molti mesi senza complimenti:”documento in trattazione:”
Gli Operatori allo Sportello ci sono apparsi sempre più in difficoltà, e forse per questo sempre più irritabili e sbrigativi. Non sanno spiegare i ritardi. Ci rendiamo perfettamente conto della difficoltà del loro lavoro: gli Operatori, infatti, costituiscono i terminali ultimi di tutte le lamentele, le proteste e le rabbie degli Utenti, e si trovano a spiegare ritardi e inadempienze che non dipendono da loro. Tuttavia, abbiamo registrato una maggiore sbrigatività delle risposte, un crescente nervosismo e una immotivata aggressività nei confronti degli Utenti.
Riteniamo che questi “problemi” possano e debbano essere affrontati serenamente.
Sarebbe importante capire, infatti, quali sono le cause di questa situazione, e provare a porvi rimedio con il contributo di tutti senza demagogia, polemiche inutile o complessi.
In questo quadro, segnaliamo tra l’altro che alcune prassi contribuiscono a peggiorare la situazione, non a migliorarla. Abbiamo constatato , per esempio, che a tutti i Migranti arrivati con il decrtel flussi, che erano in possesso di contratto di lavoro a tempo indeterminato, è stato concesso un permesso di soggiorno della durata di un anno.
La Legge specifica che “ la durata del permesso di soggiorno (per la voro) è quella prevista dal contratto di soggiorno e comunque non può superare(…),in relazione ad un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, la durata di due anni”.(Decret Legge 286/98, art. 3 – bis).
Dunque, in linea generale, ad un cocontratto di lavoro a tempo indeterminato deve corrispondere un permesso di soggiorno di durata biennale: la legge sembra concedere su questo un certo margine di discrezionalità all’Amministrazione, ma abbiamo verificato che in tutti i casi si concede un permesso di durata solo annuale. Questo, oltre a nuocere ai cittadini Migranti (che per esempio non possono più richiedere gli alloggi popolari), finisce per congestionare lo stesso Ufficio Immigrazione, perché uno stesso utente è costretto a tornare con maggiore frequenza in Questura per chiedere il rinnovo. Che arriverà quando, come e se arriverà.
Ci parrebbe opportuno, perciò, concedere un permesso di soggiorno di lunga durata (biennale).
Con il presente documento intendiamo portare all’attenzione delle Istituzioni competenti le nostre preoccupazioni su alcuni ritardi e inadempienze nell’espletamente di procedure amministrative riguardanti permessi di soggiorno, nulla osta ed espulsioni.
Le note che seguono vogliono essere un costruttivo contributo alla risoluzione dei problemi, nello spirito di sana collaborazione.
I temi che suscitano le nostre maggiori preoccupazioni: i lunghi ritardi nei rinnovi dei permessi di soggiorno; il divieto disposto dalle Direzioni Provinciali del Lvoro di stipulare contratti di soggiorno con Migranti in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno (la storia dell’uovo e della gallina); le procedure di espulsione; il disbrigo delle pratiche relative ai decretti flussi.
1 – RITARDI NEI RINNOVI DEI PERMESSI DI SOGGIORNO:
Abbiamo verificato, nelle Questure un incremento del tempo medio necessario al disbrigo delle pratiche sui rinnovi e abbiamo verificato che per una pratica occorrono da 50 giorni a molti mesi. A questi bisogna aggiungere i tempi degli appuntamenti: ricordiamo infatti che,pe prassi consolidata, lo Straniero che si presenta per il rinnovo non viene ricevuto subito (anche con documenti al completo), ma viene rimandato ad appuntamento successivo!!!!!!!!!!!!
Dalle nostre rilevazioni risulta che gli appuntamenti vengono dati circa due mesi dopo la richiesta. Dunque, per un rinnovo occorrono oggi circa 110 giorni (50 per la pratica e 60 per l’appuntamento), equivalenti a quasi quattro mesi.
2 - IL PROBLEMA DELLE RICEVUTE E DELL’ACCESSO AL LAVORO:
L’incremento dei tempi di rinnovo sta portando ad un ulteriore problema, su cui riteniamo urgente una discussione approfondita: si tratta della questione relativa ai diritti dei titolari di ricevuta.
Come noto, all’Immigrato/Richiedente asilo che il rinnovo viene rilasciato dalla Questura una ricevuta attestante l’avvenuta richiesta del nuovo documento (DPR 394/99, art. 13 comma 3). Nei moduli prestampati dal Ministero, la ricevuta reca la scritta “ non sostituisce la copia del permesso di soggiorno per l’interessato”. Questa dicitura è tuttora fonte di numerosi problemi interpretativi: non è chiaro, infatti, quali sono i diritti e i doveri dei titolari di ricevuta, e fino a che punto il Richiedente il rinnovo possa godere delle prerogative generalmente attribuite al Migrante regolare..
In particolare sappiamo che, secondo l’interpretazione delle Direzioni Provinciali del Lavoro, i titolari di ricevuta non possano firmare un nuovo contratto di soggiorno: abbiamo verificato,anzi, che alcuni datori di lavoro sono stati penalizzati in varii modi per aver assunto lavoratori stranieri in attesa di rinnovo.
E’ facile intuire come queste disposizioni abbiano conseguenze non solo sull’esercizio dei diritti da parte dei Cittadini Stranieri, ma sulla stessa economia cittadina: se si impedisce l’assunzione dei Lavoratori migranti che abbiano chiesto il rinnovo, proprio mentre i tempi di rinnovo si dilatano, si danneggiano datori di lavoro, imprese e famiglie. Queste disposizioni, perciò, dovrebbero essere almeno motivate a termini di legge.
E’ principio generale del diritto che la norma giuridica va interpretata per quello che dice, e là dove tace non può prescrivere alcunché (ubi lex voluit dixit, ubi colui tacuit): non ci risulta che esista una norma che impedisce la stipèula del contratto di soggiorno ai Cittadini stranieri in possesso di ricevuta. Al contrario, la ratio generale della normativa ci pare orientata in tutt’altra direzione. Il contratto di soggiorno, infatti, è definito quale “ titolo valido per il rilascio di un permesso di soggiorno” (Decr. Legge286/98 art. 5 – bis): esso è dunque la condizione del permesso di soggiorno, che lo precede dal punto di vista logico e temporale. In linea generale, dunque, non sembra esservi difficoltà alcuna alla stipula di un contratto con uno straniero privo di permesso, purché regolare e autorizzato al lavoro da un precedente permesso in fase di rinnovo. Del resto, la normativa prevede esplicitamente sanzioni contro il datore di lavoro che assuma alle proprie dipendenze “lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno (…)ovvero il cui permesso sia scaduto e del quale non sia stato richiesto, a termini di legge, il rinnovo” (D.L. 286/98, art. 22 comma 12): come si vede è prevista implicitamente la possibilità di assumere lavoratori in attesa di rinnovo.
Vorremmo perciò conoscere in base a quali disposizioni normative è stato previsto, il divieto di assumere lavoratori stranieri in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno.
3 - LE PROCEDURE DI ESPULSIONE:
Un ulteriore elemento che suscita le nostre preoccupazioni riguarda i provvedimenti di espulsione dal territorio italiano.
Abbiamo dovuto denunciare, solo poche settimene fa, il caso di una ragazza Rumena in stato di probabile gravidanza certificato dalla Autorità sanitarie, che ha dovuto ugualmente subire un’espulsione con trattenimento presso il CPT di Ponte Galeria a Roma. Ricordiamo in proposito che, a termini di legge (D.L 286/98 art. 19), la donna in stato di gravidanza è in espellibile.
Sappiamo bene che quello citato è un caso eccezionale, dovuto probabilmente ad un errore: ma sappiamo altrettanto bene che questi errori possono capitare, perché le procedure di espulsione sono svolte in un clima frettoloso e sbrigativo, che non lascia spazio a verifiche accurate sulla eventuale inespellibilità degli stranieri trattenuti.
Abbiamo inoltre verificato un’estrema fretta nella procedura di convalida presso il Giudice di Pace: gli avvocati sono contattai direttamente dalle Questure, se il legale di fiducia non si trova dopo il primo tentativo si chiama quello d’ufficio, che spesso non ha interesse ad occuparsi del caso.
Nelle Questure,inoltre, non esistono traduttori, nemmeno nelle lingue più comunemente parlate dagli Immigrati; gli atti fondamentali (notifica dell’espulsione, ordine di allontanamento dal territorio italiano entro cinque giorni ecc…) sono rilasciati in lingua italiana, con traduzione sintetica in francese e in inglese. Basta guardare i dati forniti dalle stesse Questure per accorgersi che le principali Comunità Straniere presenti sul territorio
Sono quelle Albanese, Marocchina, Senegalese, Romena, mentre vi è una consistente presenza di Slavofoni che parlano russo come prima lingua (Russi, Ucraini, Bulgari, Macedoni ecc…) e di Ispanofoni provenienti dall’America Latina.
Sarebbe perciò necessario avere traduttori e atti scritti almeno nelle lingue Albanese, Spagnola, Araba, Wolf, Urdù, Rumena, Romanesè e Russa: si ricorda in proposito che il nuovo Regolamento di Attuazione del Testo Unico sull’Immigrazione (in particolare il nuovo art. 3 del DPR 394/99, modificato dal DPR 334/04) detta norma assai più stringenti in materia, che sarebbe necessario ed opportuno applicare con rigore. Su questi temi, inoltre si sta consolidando una giurisprudenza dei Giudici di Pace che impone la traduzione di tutti gli atti relativi alle procedure di espulsione (cfr, da ultimo Decreto del Giudice di Pace di Ascoli Piceno 31/12/2005.)
Perciò pensiamo che anche questo problema possa e debba essere portato all’attenzione del Governo.
In particolare, suggeriamo di stipulare uin protocollo sulle procedure di espulsione – nel pieno rispetto della (pur discutibile) normativa vigente, che stabilisca in particolare_
  1. Il diritto degli stranieri espellendi di comunicare con l’esterno, e di chiamare anche personalmente il proprio legale di fiducia;
  2. La pesenza di Traduttori competenti delle lingue più conosciute (inglese, arabo,wolf,romanese,russo,francese,urdù);
  3. La traduzione, anche sintetica, di tutti gli atti;
  4. Il diritto dei Legali, delle Associazioni di tutela, di parenti ed Amici, a visitare gli stranieri espellendi, nel rispetto della sicurezza delle procedure di espulsione;
  5. La verifica accurata delle eventuali condizioni di inespellibilità.In particolare, crediamo che debba essere applicato il disposto di cui all’art.19 comma q D.L.286/98 (NON REFOULEMENT, ovvero divieto di espulsione verso paesi in cui lo Straniero possa essere vittima di persecuzioni(, che ci risulta non attuato presso le Questure.
Queste disposizioni potrebbero consentire agli stessi Operatori delle Questure di procedere al gravoso compito delle espulsioni (che speriamo vedere profondamente riformato dal Governo assieme alla Legge Bossi-Fini) in un clima cittadino meno ostile: ciò aiuterebbe tutti gli Operatori a svolgere il proprio lavoro, senza doversi confrontare ogni volta con le lamentele e le proteste delle associazioni, dei legali di fiducia e dei parenti, e magari senza esplicite censure, in sede di convalida dei provvedimenti, da parte dei Giudici di Pace.
Infine, l’A.C.S.I. sarà lieta di accogliere i sigg.ri Ministri come graditi Ospiti per incontrare direttamente le Comunità Straniere di Puglia.
Cordialità.
IL PRESIDENTE
Habib BEN SGHAIER.



Sabato 05 Settembre,2015 Ore: 17:40
 
 
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