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www.ildialogo.org I Talk show come arma di distrazione di massa:,di Amina Salina

I Talk show come arma di distrazione di massa:

Qualcosa da dire sull’ultima puntata di Anno uno


di Amina Salina

Sono usciti recentemente i dati relativi all’uso di internet in Italia. Circa 23 milioni di italiani, prevalentemente over 50 e a bassa scolarizzazione sono analfabeti informatici. La stragrande maggioranza di questi ha come unica fonte d’informazione la televisione generalista e i giornali. Michele Santoro è sempre stato un giornalista abbastanza attento a certe tematiche, i diritti dei lavoratori, l’eguaglianza, una buona integrazione degli immigrati. Ma nonostante ciò ultimamente non riesce ad evitare l’uso superficiale di certe tecniche di comunicazione di massa. L’ultima puntata di Anno uno ha mostrato tutti i limiti di questo format su un tema molto delicato come l’Islam e la situazione medio-orientale. Quando nell’apertura ha definito l’Islam come un ideologia sostitutiva rispetto alle ideologie del ventesimo secolo sono saltata sulla sedia. Sono anni che sono stufa di sentire nei giornali, nei programmi televisivi, e su qualsiasi altra fonte una lettura sociologica dell’Islam che, a destra come a sinistra, ripete sempre la stessa cantilena. L’Islam non viene mai visto come una via spirituale o come una scelta che prescinde dalla cultura di nascita ma solo e sempre come un ideologia di tipo militare, piu’ o meno analoga al comunismo di marca staliniana. E le tematiche sono sempre quelle, sia che riguardino i “convertiti” o i ragazzi di seconda generazione, sia che riguardino le popolazioni autoctone viste sempre come popolazioni da salvare dagli occidentali “buoni”. Santoro ha impostato tutta la trasmissione sullo scontro guerra si guerra no tra i pacifisti e gli interventisti ma non ha pensato di fare intervenire tra gli invitati un Islamologo o un musulmano che potesse parlare di qualcosa che conosce. I due ragazzi, Usama e Hind si sono dovuti difendere dalle grottesche accuse del ridicolo Luttwak. Il risultato di tutto questo è stata una gran confusione per cui ognuno è rimasto della sua idea (quelli che ne avevano una) e il cosiddetto telespettatore medio non ha capito nulla del merito della trasmissione. Sarebbe bello invece se nelle prossime puntate, questo argomento venisse affrontato da persone competenti capaci di dire all’italiano medio che cos’è veramente l’Islam e quali sono le vere ragioni dei conflitti che insanguinano il mondo per trovare poi una soluzione ragionevole. Ci si lamenta sempre delle ondate razziste e xenofobe e si parla di integrazione, ma si definisce “buono” sempre l’autoctono mentre chi viene da fuori è sempre un terrorista salvo prova contraria. Hanno mostrato un sedicente Imam di un piccolo paese friulano poi partito per andare a combattere in Siria, senza dire che chiunque in nell’Islam può riunire 20 persone a casa sua per pregare e autodefinirsi Imam (ovvero guida spirituale) senza aver mai studiato in un università Islamica e senza riconoscimento da parte dei propri colleghi. A rimetterci siamo noi che facciamo parte di associazioni serie che in Siria abbiamo portato i nostri giovani a portare il pane e le medicine e che ci battiamo per il dialogo tra le culture e le religioni. Quello che di buono viene fatto tutti i giorni dai musulmani in Italia non ha audience ed è gia tanto se trova spazio su qualche giornale online. Se poi si pensa che sto parlando di un talk show diretto da un giornalista emerito della sinistra veramente mi cadono le braccia.
Salam
Amina Salina



Sabato 27 Dicembre,2014 Ore: 16:41
 
 
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