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www.ildialogo.org L’ISIS, IL DIALOGO E IL MEA CULPA DEI MUSULMANI,di Marisa Iannucci

L’ISIS, IL DIALOGO E IL MEA CULPA DEI MUSULMANI

di Marisa Iannucci

In queste settimane sono molti gli appelli che mi giungono come ad altri musulmani, a condannare le violenze gli stupri i rapimenti, il terrorismo l’Isis, tutto chiò che di atroce sta avvenendo nel vicino Oriente, Iraq e Siria. Sono molto a disagio per il tono e la forma di questi appelli, lettere aperte, inviti, non per la sostanza, ovviamente, ma per il modo e la forma, e il destinatario esclusivo, ovvero “i musulmani”.
Elaboro quindi una risposta, che spiacerà a qualcuno ma rafforzerà il dialogo con molti, perché aggiunge conoscenza, elemento indispensabile.
Io, Marisa iannucci - musulmana di religione, italiana di nazionalità, humankind come diceva qualcuno in tempi non diversi da questi - non ho colpe per ciò che accade in Iraq. Se la colpa deriva dall’aderire all’Islam, bene, non è l’Islam la causa di ciò, a meno che non si voglia continuare a navigare nell’ipocrisia.
E il comunicato potrebbe concludersi qui. Ma oggi, dopo tanto silenzio, sarò prolissa.
E’ evidente che come persona non accetto né la violenza né il terrorismo. Perché devo sentirmi in dovere di prendere le distanze da un gruppo di criminali tagliagole in Iraq? Ho forse un peccato originale di cui liberarmi? Sono forse inquisita e devo dimostrare la mia innocenza? Riflettiamo su questi appelli e su cosa muovono nell’anima di chi, totalmente estraneo a questi episodi, lontano da estremismo religioso e politico di qualsiasi tipo, deve esprimersi pubblicamente per non incorrere nel “peccare d’omissione”. Quanti di noi italiani si sono sentiti in dovere di piangere pubblicamente i bambini balcanici bombardati dai missili inviati dall’Italia anni fa? Alcuni sì, e anch’io c’ero, a manifestare davanti alle basi Nato. Ma nessuno me lo aveva chiesto. Quanti piangono i bambini palestinesi e le donne disabili massacrate durante l’ultima guerra in quel carcere a cielo aperto che è Gaza, dove uno stato criminale perdura da 60 un massacro con il beneplacito di tutto il mondo “civile”? Quelli che definiscono Israele “l’unica democrazia del Medioriente “ sono gli stessi che condannano “il silenzio dei musulmani in Italia di fronte all’ISIS…” Io sì, condanno pubblicamente l’occupazione della Palestina e il genocidio dei palestinesi, cristiani e musulmani non fa differenza. Ma nessuno me lo ha chiesto come un dovere pena la complicità. Non devo prendere una posizione perché sono musulmana, devo prenderla, sempre, perché sono una persona e difendo la vita e la dignità umana. Non sono certo una che non denuncia le ingiustizie e l’omertà non la conosco, solo grazie a Dio. Ho denunciato pubblicamente la pessima condotta del direttivo del centro islamico di Ravenna nel 2012 e ne ho subito le conseguenze: ho ricevuto per questo ben due querele penali (archiviate perché totalmente infondate) e ho in corso una causa civile per diffamazione (tutte fatte da quell’ avvocato italiano Luca Bauccio a cui vedo tanti fratelli ora si affidano molto… la solita ingenuità) oltre a tanti altri disagi morali e materiali. Sempre pronta anche quando si tratta di musulmani, a denunciare l’ingiustizia con la mano, con la parola con il pensiero.
Ma il Daish cosa è? Non mi inoltro in analisi geopolitiche che non mi competono, ma quello che vorrei sottolineare è che esso non è riconosciuto da nessuno nel mondo musulmano sia dai governi, sia nella società civile, che nel mondo religioso. Uccide i civili, non solo cristiani e yazidi ma anche musulmani.
Gli stati e le autorità religiose indipendenti di ogni corrente, anche le più “conservatrici” (anche i gruppi neosalafiti per intenderci), hanno condannato SUBITO le violenze e preso le distanze da questo fenomeno, il sedicente stato islamico di Siria e Iraq (DAISH), nato come un fungo nella resistenza siriana (e armato fino ai denti, con le divise stirate, per uccidere civili e gli stessi antigovernativi, mah). Autorevoli figure musulmane hanno dichiarato l’assoluta illiceità di qualsiasi califfato in questo modo dichiarato (vi risparmio le ragioni teologiche e sharaitiche) e le pratiche del terrorismo e altre atrocità compiute .
Mi chiedo allora perché, io come cittadina italiana o di qualsiasi altro stato, perché musulmana devo alzarmi nel mio territorio a condannare il terrorismo o il Daish/IS? Non è ovvio che sono una persona onesta, e non un assassina o complice di assassini, stupratori e simili?
Come vi sentireste voi, amici non musulmani, cristiani, atei o altro, se vi chiedessi una cosa del genere? Per quale motivo ogni musulmano che vive in Occidente deve lavarsi di questo nuovo peccato originale che si vuole affibbiarci? Non abbiamo sensi di colpa e non ne vogliamo e parlo al plurale perché questo sentimento è diffuso soprattutto tra chi come me pratica il dialogo interculturale e interreligioso da anni. Siamo addolorati, distrutti da ciò che avviene, ma non coinvolti in modo diverso da qualsiasi altro essere umano soffra per tali atrocità. Nessuno di noi è un terrorista, e l’Iraq è lontano, non è qui, anche se qui ci sono gli “islamici”.
Lì c’è una guerra per il petrolio, qui per lo scontro di civiltà.
Io non accetto di farmi stritolare. Sono una persona tra tante che conduce una vita onesta, non dobbiamo vergognarci in questi momenti così difficili, di essere musulmani ( e non islamici, per favore).
Oppure dobbiamo chiedere ad ogni siciliano nel mondo (o meglio ogni italiano, o forse ad ogni cattolico, visto quanti sacerdoti si premurano da sempre di fornire i sacramenti ai mafiosi) di sottoscrivere dichiarazioni contro la mafia per fidarci di loro, per essere sicuri che in fondo in fondo non siano complici ? Non basta la lotta dello stato (?), e adesso (meglio tardi che mai) le dichiarazioni del Papa? Devo chiedere a tutti i miei amici cattolici di condannare la pedofilia o ancora di dichiararsi non pedofili, visto che centinaia di preti nel mondo da sempre violentano i bambini? Devo chiedere ad ogni ebreo che vive in Italia, a partire dai miei amici, di condannare pubblicamente il genocidio che Israele sta commettendo in Palestina da 60 anni, le stragi di bambini, il carcere a cielo aperto di Gaza? Ma che colpa ne hanno loro? Sarebbe assurdo, proprio come chiedere ai musulmani di condannare pubblicamente il terrorismo gli stupri, i rapimenti, che già gli fanno orrore come a tutti spero.
Questo discorso fa male? Sì, che fa male.
Come fa male a noi, ogni giorno dover dimostrare di non essere assassini, barbari violenti, terroristi in potenza.
Sono tredici anni che va avanti questa storia. Basta. Fermiamoci tutti a riflettere.
Basta con le pretese di mea culpa dei musulmani, fratelli e sorelle alzatevi a dire basta con l’ingiustizia nel mondo, non a chiedere scusa per cose di cui non avete responsabilità.
Chiediamo invece l’impegno di tutti (di tutte le credenze, religiose e non) a riflettere sul perché del terrorismo e delle guerre. Amici del dialogo, chiedetemi di ragionare, di studiare perché e come nella storia la religione sia strumentalizzata al fine economico e politico e sia strumento di guerra. Ma come persona. Lavoriamo per la giustizia il rispetto l’equità, in questo paese devastato dal degrado sociale e morale, dalla politica corrotta dalla crisi economica. Insieme.
Molti musulmani in Italia stanno facendo queste iniziative di mea culpa, e io non dico che non abbiano ottime intenzioni ma non condivido fino in fondo. Bene, contribuiscono alla tranquillità della società in cui vivono, ma non è dialogo vero, è politically correct e basta. Rassicurano gli italiani che siamo buoni e civili e che possono tenerci “in casa”. E’ questa la filosofia alla base di quella vergogna che è la Carta dei valori, che il governo ha chiesto ai musulmani di firmare, comunità per comunità davanti alle istituzioni e (guarda caso) alla chiesa, quella del vescovo di Imola per intenderci... Diversi comuni la propongono ancora alle comunità musulmane –solo musulmane- locali. Ricordo che mi invitarono a Lugo, alla firma della carta in comune, non mancavano i sacerdoti a raccomandarci quale fosse il modo idoneo di comportarsi … in poche parole di non mangiare i bambini, anzi di non sgozzarli, che quello lo facevano i comunisti… adesso il nemico siamo noi. E d’altra parte bisogna sempre averlo, che le guerre fanno girare l’economia, ma hanno bisogno della paura … sennò nessuno le accetta.
Io non condivido questa modalità, ho un sentire diverso. Pretendo che si rispetti la mia dignità nel profondo, che la COSTITUZIONE ITALIANA valga anche per me. Non ho bisogno di ulteriori Carte, e non accetterei mai di firmarla. Come non accetto di giustificarmi per il terrorismo. Se no sarò sempre, nei diritti e nella cittadinanza una “diversa”, e dei diversi, si sa, non ci si fida mai più di tanto…
Marisa Iannucci
10/09/2014



Giovedì 11 Settembre,2014 Ore: 09:48
 
 
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