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www.ildialogo.org Carta dei Privilegi ai monaci del monastero di Santa Caterina del Monte Sinai.,a cura di Hamza Roberto Piccardo

Conoscere l'Islàm
Carta dei Privilegi ai monaci del monastero di Santa Caterina del Monte Sinai.

a cura di Hamza Roberto Piccardo

Nel 628 il Profeta Muhammad (pbsl) concesse una Carta dei Privilegi ai monaci del monastero di Santa Caterina del Monte Sinai. Si compone di diverse clausole che coprono aspetti dei diritti, la protezione dei cristiani, la libertà di culto e di movimento, la libertà di nominare i propri giudici e di possedere e mantenere la loro proprietà, l'esenzione dal servizio militare e il diritto alla protezione in guerra. Importante l'ultima frase. 

TRADUZIONE:
« Questo è un messaggio di Muhammad figlio di Abdullah, come alleanza con coloro che adottano il Cristianesimo, vicini e lontani: noi siamo con loro. In verità io, i servi, i collaboratori, e i miei seguaci li difendiamo, perché i cristiani sono miei cittadini; e nel nome di Dio! Mi oppongo a tutto ciò che dispiace loro. Nessuna costrizione deve essere loro imposta. Né i loro giudici dovranno essere rimossi dal loro posto, né i loro monaci dai monasteri. Nessuno dovrà distruggere una casa della loro religione, né danneggiarla, né sottrarre ad essa qualcosa per portarla nelle case dei musulmani. Se qualcuno lo facesse, spezzerebbe l’alleanza con Dio e disubbidirebbe al Suo Profeta. In verità, essi sono i miei alleati e dispongono del mio patto fidato contro tutto ciò che odiano. Nessuno li costringerà a viaggiare o a combattere. I musulmani combatteranno per loro. Se una donna cristiana è sposata con un musulmano, ciò non potrà aver luogo senza la sua approvazione. Non le sarà impedito di recarsi alla sua chiesa a pregare. Le loro chiese saranno rispettate. Non sarà impedito loro né di ripararle, né di rinnovare la sacralità delle loro alleanze. Nessuno nella comunità (musulmana) disobbedirà a questo patto fino all’Ultimo Giorno (la fine del mondo) ».

Da notare l'ultima frase "Nessuno nella comunità (musulmana) disobbedirà a questo patto fino all’Ultimo Giorno"
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LODO di Omar ibn Al Khattab (il II califfo) agli abitaanti di Gerusalemme
Dal Sirāj al-mulūk di Abū Bakr Muḥammad ibn al-Walīd al-Ṭarṭūshī (m. 1126), il più antico autore che abbia riportato il contenuto del cosiddetto Patto:

« ʿAbd al-Raḥmān b. Ghanm (morto nel 78 E./697) ha detto:
Quando ʿOmar b. al-Khaṭṭāb, che Dio sia compiaciuto di lui, accordò la pace ai cristiani di Siria, noi gli scrivemmo quanto segue:

Nel nome di Dio Clemente Misericordioso.
Questo è il patto che il servo di Dio, ʿOmar, Comandante dei credenti, diede alla gente di Ælia. Egli diede loro sicurezza per loro stessi, il loro denaro, le loro chiese, le loro croci, i loro malati e i sani, e per tutta la comunità; che le loro chiese non siano occupate né distrutte e che niente manchi nelle loro proprietà in tutto o in parte, né nelle loro croci, né niente del loro denaro, e non vengano obbligati a lasciare la loro religione e che nessuno di essi sia maltrattato e che nessun ebreo viva in Ælia con loro.
La gente di Ælia dovrà pagare il tributo come tutti gli abitanti delle altre città e dovrà espellere i Romei e i banditi. Chi di essi decide di partire sarà sicuro e avrà la sicurezza per se stesso e per il suo denaro finché raggiunga la sua destinazione. Chi di essi rimane avrà la sicurezza e avrà gli obblighi del tributo come tutti i cittadini di Ælia.
Chi, tra la gente di Ælia, volesse prendere il suo denaro e andarsene con i Romei avrà la sicurezza fino a quando li raggiunga.
Chiunque sta in Ælia dei popoli della terra chi vuole può restare e avrà l’obbligo di pagare il tributo come tutta la gente di Ælia, e chi lo desidera potrà andare con i Romei, e chi lo desidera potrà tornare dai suoi parenti, e non si prenderà nulla del suo raccolto.
Quanto è incluso in questa lettera ha il patto di Dio e la fiducia del suo Profeta e la fiducia dei Califfi e la fiducia dei fedeli musulmani, se essi (i cristiani) pagano il tributo, come si deve”.
I testimoni su questo sono stati Khālid b. al-Walīd, ʿAmr b. al-ʿĀṣ, ʿAbd al-Raḥmān b. ʿAwf e Muʿāwiya b. Abī Sufyān. Scritto e sigillato il 15 (dall'Egira)

« Mentre visitava la più grande Chiesa della città,venne l’ora della preghiera islamica del pomeriggio, allora il Patriarca Cristiano Sofronio disse a Omar: "Puoi fare la tua preghiera nella Chiesa". 
Omar rispose: "No, se faccio questo potrebbe arrivare un giorno che i musulmani prendano questa scusa per impossessarsi della vostra Chiesa"»
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La tutela delle minoranze attestata storicamente nel Sunnismo.
BismiLlah ar-Rahmani-r-Rahim ( In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso)
 Dār al-Islām ["Casa dell'Islam", i territori che sono sottoposti all'imperio politico e giuridico dell'Islam] dalla Dinastia Omayyadi fino ad arrivare ai vari Stati che si sono creati dopo la caduta dell'Impero Ottomano e la fine del colonialismo Occidentale, è stata sempre sotto il controllo di Dinastie sunnite, parliamo più di 1000 anni di storia. Ci fu solo un periodo, di circa 250 anni, in cui una Dinastia che seguiva la corrente ismailita arrivo al potere in gran parte del Nord Africa, l'Egitto, buona parte della Siria e parte dell'Arabia, la Dinastia Fatimide. Ma in questo caso, anche se la Religione di Stato seguiva la corrente ismailita, l'orientamento dottrinale del 90% dei sudditi era sunnita.
La Dinastia Safavidi che governò la Persia tra il 1501 e il 1736 meriterebbe un discorso a parte, in primis, per aver imposto con la forza la shi‛a in territori a maggiornza sunniti. 
Quindi, questo ci fa capire che se oggi ci sono delle minoranze nei territori di Dār al-Islām  è perché sono state tollerate dalle varie Dinastie che si sono succedute durante il corso della storia, come abbiamo visto erano tutte Dinastia che seguivano la dottrina sunnita.
Si potrebbero elencare vari esempi storici di questa tolleranza: 
- Nel 628 il Profeta Muhammad (pbsl) concesse una Carta dei Privilegi ai monaci del monastero di Santa Caterina del Monte Sinai. Si compone di diverse clausole che coprono aspetti dei diritti, la protezione dei cristiani, la libertà di culto e di movimento, la libertà di nominare i propri giudici e di possedere e mantenere la loro proprietà, l'esenzione dal servizio militare e il diritto alla protezione in guerra. Importante l'ultima frase. 
TRADUZIONE:« Questo è un messaggio di Muhammad figlio di Abdullah, come alleanza con coloro che adottano il Cristianesimo, vicini e lontani: noi siamo con loro. In verità io, i servi, i collaboratori, e i miei seguaci li difendiamo, perché i cristiani sono miei cittadini; e nel nome di Dio! Mi oppongo a tutto ciò che dispiace loro. Nessuna costrizione deve essere loro imposta. Né i loro giudici dovranno essere rimossi dal loro posto, né i loro monaci dai monasteri. Nessuno dovrà distruggere una casa della loro religione, né danneggiarla, né sottrarre ad essa qualcosa per portarla nelle case dei musulmani. Se qualcuno lo facesse, spezzerebbe l’alleanza con Dio e disubbidirebbe al Suo Profeta. In verità, essi sono i miei alleati e dispongono del mio patto fidato contro tutto ciò che odiano. Nessuno li costringerà a viaggiare o a combattere. I musulmani combatteranno per loro. Se una donna cristiana è sposata con un musulmano, ciò non potrà aver luogo senza la sua approvazione. Non le sarà impedito di recarsi alla sua chiesa a pregare. Le loro chiese saranno rispettate. Non sarà impedito loro né di ripararle, né di rinnovare la sacralità delle loro alleanze. Nessuno nella comunità (musulmana) disobbedirà a questo patto fino all’Ultimo Giorno (la fine del mondo) »
- Dal Sirāj al-mulūk di Abū Bakr Muḥammad ibn al-Walīd al-Ṭarṭūshī (m. 1126), il più antico autore che abbia riportato il contenuto del cosiddetto Patto:
« ʿAbd al-Raḥmān b. Ghanm (morto nel 78 E./697) ha detto:Quando ʿOmar b. al-Khaṭṭāb, che Dio sia compiaciuto di lui, accordò la pace ai cristiani di Siria, noi gli scrivemmo quanto segue:
Nel nome di Dio Clemente Misericordioso.Questo è il patto che il servo di Dio, ʿOmar, Comandante dei credenti, diede alla gente di Ælia. Egli diede loro sicurezza per loro stessi, il loro denaro, le loro chiese, le loro croci, i loro malati e i sani, e per tutta la comunità; che le loro chiese non siano occupate né distrutte e che niente manchi nelle loro proprietà in tutto o in parte, né nelle loro croci, né niente del loro denaro, e non vengano obbligati a lasciare la loro religione e che nessuno di essi sia maltrattato e che nessun ebreo viva in Ælia con loro.La gente di Ælia dovrà pagare il tributo come tutti gli abitanti delle altre città e dovrà espellere i Romei e i banditi. Chi di essi decide di partire sarà sicuro e avrà la sicurezza per se stesso e per il suo denaro finché raggiunga la sua destinazione. Chi di essi rimane avrà la sicurezza e avrà gli obblighi del tributo come tutti i cittadini di Ælia.Chi, tra la gente di Ælia, volesse prendere il suo denaro e andarsene con i Romei avrà la sicurezza fino a quando li raggiunga.Chiunque sta in Ælia dei popoli della terra chi vuole può restare e avrà l’obbligo di pagare il tributo come tutta la gente di Ælia, e chi lo desidera potrà andare con i Romei, e chi lo desidera potrà tornare dai suoi parenti, e non si prenderà nulla del suo raccolto.Quanto è incluso in questa lettera ha il patto di Dio e la fiducia del suo Profeta e la fiducia dei Califfi e la fiducia dei fedeli musulmani, se essi (i cristiani) pagano il tributo, come si deve”.I testimoni su questo sono stati Khālid b. al-Walīd, ʿAmr b. al-ʿĀṣ, ʿAbd al-Raḥmān b. ʿAwf e Muʿāwiya b. Abī Sufyān. Scritto e sigillato il 15 (dall'Egira)
« Mentre visitava la più grande Chiesa della città,venne l’ora della preghiera islamica del pomeriggio, allora il Patriarca Cristiano Sofronio disse a Omar: "Puoi fare la tua preghiera nella Chiesa". Omar rispose: "No, se faccio questo potrebbe arrivare un giorno che i musulmani prendano questa scusa per impossessarsi della vostra Chiesa"».
- Damasco 1860. Dopo la morte di migliaia d’individui, l'Emiro ‘Abd Al-Qâdir (Abdel Kader) decise di intervenire alla testa della comunità di algerini residenti in città in difesa della popolazione cristiana, salvandone almeno 15.000 dal massacro. Ospitò personalmente nel proprio palazzo gli abitanti di un convento, sei preti, undici suore e quattrocento bambini ricercati dai Drusi ai quali ammonì: “I cristiani! Fin tanto che uno solo di questi valenti soldati che mi circonda sarà in piedi, voi non li avrete, perché essi sono miei ospiti… Fratelli miei la vostra condotta è empia! Chi siete per arrogarvi il diritto di uccidere degli uomini? A quale livello vi siete abbassati per vedere dei Musulmani coprirsi del sangue di donne e bambini? Dio ha detto: «Colui che uccide un uomo commette un omicidio e sarà visto come l’assassino del genere umano»”.
L'Abbé Jean-Marie Curicque (Histoire des Shadilis de Damas) scriverà: "‘Abd Al-Qâdir “durante il massacro del 1860 ha protetto i cristiani e ha anche passato la notte sdraiato su una stuoia, di traverso sulla soglia della sua porta, per evitare che i suoi servi algerini si rifiutassero di dare asilo ad alcuni infelici supplicanti".
‘Abd Al-Qâdir affermò: “Le religioni, in primo luogo l’Islâm, sono troppo nobili e troppo sacre per essere un manipolo d’ignoranza e una falciata d’alienazione o di grida volgari… Vi metto in guardia nel lasciarvi trascinare dal diavolo dell’ignoranza o che abbia presa sulle vostre anime”, (Jawad al-Mourabit, Al-taçawwuf wa-l-Amir Abdelkader)
Questa continuità dimostrerebbe che non si tratta di un caso fortuito ('Abd Al-Qâdir) ma di una prassi e semmai il suo non riconoscimento è un tradimento.
Infatti, è da notare l'ultima frase del Patto di Santa Caterina: "Nessuno nella comunità (musulmana) disobbedirà a questo patto fino all’Ultimo Giorno".



Sabato 23 Agosto,2014 Ore: 17:08
 
 
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