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Il film blasfemo e le proteste nel mondo

intervista ad H.R.Piccardo


set 16th, 2012 - Dal sito :

I media nazionali ed internazionali, negli ultimi giorni, non fanno che parlare dell’attentato avvenuto lo scorso 12 settembre nel quale hanno perso la vita l’ambasciatore americano a Bengasi, un suo collaboratore e altri 2 uomini della sicurezza a protezione dello stesso. L’attentato sarebbe stato rivendicato da Al Qaeda in risposta al film considerato blasfemo sulla vita del profeta Maometto. Dopo tale attentato dal “Maghreb” sino ad arrivare all’India si sono svolte manifestazioni di protesta contro la pellicola e in alcuni paesi sono state assaltate alcune sedi diplomatiche Usa.

Negli scontri con la polizia sono rimasti uccisi circa una decina di persone (Tunisia, Egitto, Libano e Yemen) e la protesta, a distanza di giorni, non sembra placarsi. Sanremonews ha intervistato l’imperiese Hamza Roberto Piccardo, noto esponente dell’U.C.O.I.I. (Unione delle Comunità ed Organizzazioni in Italia) per capire meglio la situazione.

Di cosa parla questo film? “Sinceramente non l’ho visto per intero e non credo che sia stato pubblicato integralmente da nessuna parte; si tratta di un filmetto prodotto e realizzato per scatenare una polemica, ed è èsattamente quello che è successo. Ho visto qualche immagine mandate dai media nazionali e stranieri e ho potuto notare la scarsissima qualità, un prodotto dilettantesco con una recitazione risibile ed evidentissimi interventi di grafic computer per creare sfondi improbabili. E’ ormai risaputo che il film ridicolizzi e infami la figura del Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui), utilizzando luoghi comuni antislamici e mistificando la sua storia e il suo insegnamento”.

Cos’ ha fatto scatenare la violenza in molte piazze del mondo islamico? “A mio avviso è stata un’operazione pianificata e accuratamente condotta strumentalizzando il sentimento di amore e immenso rispetto che alberga nei cuori dei musulmani a proposito del Profeta Muhammad (pbsl). Il film, apprendiamo era stato proiettato nel giugno scorso negli USA, e non aveva destato l’attenzione di nessun media, poi improvvisamente all’indomani dell’anniversario dell’11 settembre uno spezzone di 19 minuti comincia a circolare sulla rete, pare diffuso da Terry Jones un pastore integralista statunitense che si era già reso responsabile di gravissime provocazioni nei confronti dei musulmani, bruciando pubblicamente copie del Corano. Purtroppo la provocazione era destinata ad essere raccolta e appunto strumentalizzata. Mentre una massa sostanzialmente inerme protestava davanti all’ambasciata USA di Bengazi, un gruppo dotato di armi individuali pesanti (penso bazooka e lanciarazzi RPG) ha violato le difese della rappresentanza diplomatica e perpetrato la strage che ben conosciamo. La propagazione della notizia e delle relative immagini ha agito come detonatore di molte altre situazioni, in Egitto, Yemen, Sudan, Tunisia ecc) dove masse facilmente manipolabili in nome di un sentimento religioso malinteso e credo ben poco vissuto realmente, non hanno resistito a “nobilitare” la loro frustrazione e il diffuso sentimento antiamericano in nome della difesa dell’onorabilità dell’inviato di Allah”.

Secondo lei, gli autori, a che scopo l’hanno fatto? “Il ‘qui prodest’ implica un lungo elenco di soggetti e interessi: dalla tendenza salafita sconfitta politicamente nelle elezioni svoltesi dopo la caduta dei dittatori, ai repubblicani USA che cercano di mettere un difficoltà la rielezione di Obama, dai seguaci di Gheddafi (in Libia) che non si rassegnano al nuovo corso, ai servizi israeliani che vogliono dimostrare che i paesi arabi non possono essere governati dalle “democrazie”, da ambienti militari del Pentagono che vogliono ripristinare un ruolo aggressivo al sistema militar-industriale a cui sono organici, e ancora il regime siriano che vuole distrarre l’opinione pubblica mondiale dalla strage quotidiana che sta perpetrando con la sua stessa popolazione e dimostrare al contempo la stessa tesi più sopra detta di Israele. E forse tutti insieme in una collusione infame e blasfema tesa a rinfocolare l’islamofobia dell’opinione pubblica occidentale che era in ribasso da qualche tempo”.

Cosa ne pensa delle violente manifestazioni di piazza e più in particolare dell’uccisione dei diplomatici americani a Bengasi (Libia)? “Nel comunicato che ho stilato per conto dell’UCOII (Unione delle comunità islamiche d’Italia) ho scritto che: L’attacco perpetrato contro la sede diplomatica USA a Bengazi, con le sue pesantissime conseguenze umane e politiche non può che destare la nostra più viva condanna e costernazione. Più che esaminarne le cause ci preme ricordare che lo status giuridico e la sicurezza delle ambasciate sono retti dal diritto internazionale e, islamicamente, da una consuetudine che risale al Profeta Muhammad (pbsl): le persone e i luoghi che ne beneficiano non possono essere ritenuti responsabili di quanto avviene nel loro Paese, foss’anche di assoluta gravità. Nessuno pertanto potrà avanzare motivazioni sedicenti islamiche, per giustificare quanto avvenuto”.

Muhammad (pbsl) cosa rappresenta per il fedele musulmano? “Difficile tratteggiare in poche righe il sentimento d’amore dei musulmani e delle musulmane per il Profeta Muhammad (pbsl), basti dire che esso è considerato, così come lo definì la sua sposa Aisha “un Corano che camminava” nel senso dell’applicazione puntuale e piena della rivelazione di Allah, una rivelazione che guida, in modo diverso, ma sostanzialmente simile, una comunità di oltre un miliardo e mezzo di persone. Ebbene siamo certi che niente nel comportamento e l’insegnamento del Profeta possa giustificare le azioni inconsulte di minoranze islamiche che con il loro comportamento irriflesso gettano un’ombra pesante sull’intera comunità. Mi auguro che la calma torni al più presto e vengano individuati e puniti i provocatori e i mestatori che stanno dietro questi eventi”.

Carlo Alessi

sanremonews.it




Luned́ 17 Settembre,2012 Ore: 18:14
 
 
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