- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (363) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il comportamento con i non musulmani e la corretta immagine da dare dell’Islam (1),

Il comportamento con i non musulmani e la corretta immagine da dare dell’Islam (1)

lug 15th, 2012 - Da - Categoria: Corano

Sentiamo parlare, dalle varie fonti d’informazione, degli orribili atti commessi nel nome dell’Islam o degli atti di discriminazione o d’insulto o anche di omicidi che si vogliono attribuire all’Islam.
So che una parte di responsabilità di queste notizie, ricade sui mezzi moderni d’informazione (media) che fanno spesso delle amalgame e confondono cultura e religione o confondono il vero Islam e i suoi principii chiari (da più di 1400 anni) con le ideologie e le varie sette che hanno solamente come scopo il potere e questo basso mondo (dunya). Ma penso che una parte di responsabilità ricada anche sui nostri Sapienti (Ulamà) che a mio avviso non fanno abbastanza per parlarci del corretto comportamento e dei principii dell’Islam e per mostrare ‘la bellezza’ dell’Islam all’umanità intera.
L’Islam è la Religione della pace e dell’amore, la radice stessa della parola Islam “S-L-M” che deriva da Salâm (pace) ed Istislâm (sottomissione), dunque sottomissione a Dio e pace con le creature, mostra questo. I principii dell’Islam e la Storia della vita del Profeta Muhammad (su di lui la preghiera e la pace divine) (sira) e dei suoi Compagni (Sahàba), mostra con chiarezza che l’Islam significa:
«Il buon comportamento» (mu’àmala)1.
Avrei piacere perciò che voi cari Sapienti, ci esponiate ciò che ha detto l’Islam a proposito delle Genti del Libro (Ebrei e Cristiani) e dei non musulmani e come deve essere il comportamento del musulmano – soprattutto nei paesi non musulmani – dove esso è spesso visto (suo malgrado) come un ambasciatore dell’Islam?
Risposta: Abbiamo parlato in modo dettagliato sull’argomento del dialogo interreligioso e del dialogo in Islam nella rubrica «dialogo interreligioso», così come abbiamo parlato del comportamento islamico ispirato dall’amato Profeta Muhammad (il nostro modello) su di lui la preghiera e la pace divine, nella rubrica «comportamento» e nella rubrica «misericordia e saggezza nella scuola profetica».
Cercheremo qui di riassumere le ‘idee essenziali’ sul dovere del buon comportamento del musulmano verso gli altri, ivi compreso verso i non musulmani.
Citiamo in prima istanza alcuni versetti coranici intorno all’argomento (questi versetti si rivolgono difatti all’umanità intera):
Allàh dice nel Corano:
«O uomini! in verità Noi vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi popoli vari e tribù, affinché vi conosciate a vicenda. In verità presso Allàh, il più nobile il più degno di onore tra di voi è colui che ha più timore di Dio (taqwà). Allàh è perfettamente Sapiente e ben informato».2
«Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida una persona senza che questa abbia ucciso un’altra o portato la corruzione sulla terra, è come se avesse ucciso l’umanità intera. E chiunque avrà salvato una persona, sarà come se avesse salvato l’umanità intera».3
«(…) Aiutatevi l’un l’altro a praticare la pietà (birr) e il timore di Allàh (taqwa), e non appoggiatevi gli uni agli altri per commettere iniquità e prevaricazioni. Temete Allàh, Egli è severo nel castigo»4
«Se uno degli idolatri (mushrikìn) ti chiede protezione [dovuta ai vicini], accordagli protezione, così che ascolti la Parola di Dio (kalàm Allàh), poi fallo pervenire là dove egli si trova in sicurezza»5.
«Allàh non vi vieta di essere buoni e giusti con coloro che non vi combattono nella Religione e non vi cacciano dalle vostre case 6, perché Allàh ama i giusti (muqsitìn). Allàh vi vieta unicamente di frequentare coloro che vi combattono nella Religione e vi cacciano dalle vostre case e aiutano gli [altri] alla vostra espulsione. Egli vi proibisce di prenderli come amici intimi [alleati] e quelli che li prendono per alleati, quelli sono gli ingiusti».7
Il Profeta dell’Islam (su di lui la preghiera e la pace divine) ha detto
«Sono stato inviato per perfezionare la nobiltà del comportamento (akhlàq karim)» [Hadîth riportato da Al-Bukhârî in "Al-adab Al-mufrad" (273) e Ahmad Ibn Hanbal nel Musnad (2/381)].
Ed anche: «Niente ha più peso per un credente, nella bilancia del Giorno della Risurrezione di un buon carattere. Dio detesta l’uomo grossolano che pronuncia delle parole osceni» [Hadîth riportato da At-Tirmidhî].
Numerosi sono i detti (hadîth) autentici del Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) che vietano di fare del male o di recare danno alla vita che Dio ha reso sacra. Suicidio, omicidio, farsi del male, fare il male o dire del male, tutto ciò è chiaramente vietato nei testi del Corano e della Sunna. Perché la vita è il deposito (amâna)8 di Dio in ciascuno di noi.
Allàh nel Corano promette l’inferno a colui che si uccide o a colui che uccide un altro senza una ragione legale (come per esempio l’auto difesa): «Chi uccide un credente volontariamente, ha come compenso l’inferno, dove resterà eternamente. Allàh si adira contro di lui, lo maledice e gli prepara immenso castigo».9
Cosi pure per quanto riguarda le guerre, l’Islam ha stabilito sin dal loro inizio un ‘Regolamento’ che protegge le donne, i vecchi, i civili, i bambini, gli uomini di religione e i loro luoghi di culto così come gli alberi da frutto (o viventi) e gli animali. Anche per i prigionieri di guerra c’è l’obbligo di un buon comportamento nei loro confronti.
————–
1. Il buon comportamento verso la Gente del Libro (Ebrei, Cristiani) è un dovere
Dice Allah l’Altissimo nel Corano: «E non disputate con la Gente del Libro se non nel modo migliore (wa là tujàdilù ahl al-kitàb illà bi-llatì hiya ahsanu)»10
Il Profeta Mohammad (su di lui la preghiera e la pace divine) durante la sua missione, al tempo stesso come capo religioso e come uomo di stato, ha dato prova di una grande sensibilità e di rispetto nelle sue relazioni con “La Gente del Libro”, gli Ebrei ed i Cristiani. Nello spirito della Rivelazione divina, il Profeta Mohammad vietava di fare del male ai non musulmani e chiedeva ai musulmani di trattarli bene. A questo proposito il Profeta ha detto: «Colui che fa del male ad un Ebreo o ad un Cristiano, troverà in me il suo avversario nel Giorno del Giudizio» (hadith).
La prima cosa che il Profeta Mohammad (su di lui la preghiera e la pace divine) fece dopo essersi stabilito a Medina, dove era stato invitato come capo dai Medinesi, fu di concludere un «Trattato»11 tra i Musulmani e la Gente del Libro (gli Ebrei e i Cristiani). Secondo questo trattato, i musulmani garantivano a ebrei e cristiani la libertà di praticare la loro religione e accordavano loro gli stessi diritti e obblighi dei quali godevano i musulmani stessi.
Quando una delegazione di Vescovi Cristiani venne a Medina in provenienza di Najran, una città del sud-ovest dell’Arabia, il Profeta li ricevette nella sua Moschea e li invitò a fare le loro preghiere dentro alla Moschea. I Musulmani recitavano da un lato della moschea le loro preghiere, e i Cristiani le recitavano dall’altro lato. Nel corso di questa visita, il Profeta discusse cortesemente con essi su numerosi argomenti.12
Questo prova la considerazione del Profeta per la Gente del Libro e la grande preoccupazione di stabilire una solidarietà umana tra i credenti di tutte le religioni.
Allàh l’Altissimo ha rivelato a proposito del Négus13:
«Tra le genti del Libro, ci sono alcuni che credono in Allàh e in quello che è stato fatto scendere su di voi e in quello che è stato fatto scendere su di loro, sono umili davanti ad Allàh e non svendono a vile prezzo i segni Suoi. Ecco quelli che avranno la mercede da parte del loro Signore. In verità Allàh è rapido al conto».14 Il Profeta stesso ha compiuto la preghiera funebre per il morto (salat janazah) in suo omaggio.
Bisogna inoltre ricordare lo scambio proficuo tra questo Re nato nel Cristianesimo e i Compagni del Profeta e della sua difesa dei musulmani che si erano rifugiati in Abissinia dai Quraisciti della Mecca che volevano che li venissero consegnati.
Si può citare anche lo scambio intercorso con i Capi cristiani di Egitto e il loro Re.
I comportamenti del Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) erano sempre il modello del ‘perdono’, della ‘misericordia’ e della ‘magnanimità’.
«Zayd ibn Sa’na, un sapiente ebreo di Medina venne dal Profeta per esigere un suo credito. Gli tirò l’abito dalla sua spalla, lo prese brutalmente al collo e gli disse con durezza: “Voi, della tribù dei Bani ‘Abdul-Muttalib, ritardate (tumâtilûn) il saldo dei vostri debiti”! ‘Omar che era presente, rimproverò l’ebreo in tono duro. Il Profeta sorrise e disse: «Oh Omar, io e lui (l’ebreo), avevamo più bisogno di altre parole da parte tua, e cioè che tu mi raccomandassi di regolare bene il mio debito, e che raccomandassi a lui di richiedere il suo dovuto con buone maniere». Poi aggiunse: «Mancano al termine del debito, tre giorni». Ed egli ordinò a ‘Omar di pagare l’ebreo e di dargli in sovra più venti misure ”çâ’ “, per averlo spaventato.
Questo buon comportamento del Profeta fu la causa dell’entrata nell’Islam di questo sapiente ebreo che disse: “Tra i segni della profezia di Muhammad che io conoscevo, non ne mancava nessuno, ed in lui li riconobbi tutti, salvo due: la sua magnanimità che vince la sua collera, e il surplus d’impeto d’ira cieco [nei suoi confronti] che aggiunge solamente magnanimità alla sua magnanimità. Così io l’ho messo alla prova con la scusa ‘del debito’. Ed io lo trovai allora, com’è descritto (nei Libri antichi) [paziente e magnanimo]. Quanto al mio debito richiesto donatelo ai poveri tra i musulmani.»15

Il Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) aveva un vicino di casa ebreo, che scaricava ogni mattina, delle immondizie davanti alla casa del Profeta. Uscendo di casa il Profeta toglieva queste immondizie, senza fare il minimo rimprovero al suo vicino. Un giorno, uscendo da casa il Profeta non trovò le solite immondizie. Chiese notizie del suo vicino di casa ebreo, e gli fu detto che era a letto malato. Il Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) andò allora a rendergli visita. Nel vederlo entrare, l’ebreo ebbe paura, credeva che venisse a fargli del male, o a vendicarsi di lui! Ma il nostro amato Profeta lo tranquillizzò e gli spiegò che veniva solamente per portargli sostegno e conforto per la sua malattia. Toccato da questo gesto [di generosità e di magnanimità], l’ebreo si converte all’Islam!

Libera traduzione italiana e note a cura di Umar A.F. (parte I)
Fonte: http://www.doctrine-malikite.fr/forum/Le-comportement-avec-les-non-musulmans-et-l-image-de-l-Islam_m54486.html

note————–
1- «mu’àmala»: relazione sociale, comportamento, pratica dei doveri comunitari, condotta verso gli altri. Vedi ann cui gli uomini entrano in contatto fra loro. Vedi inoltre «adab»: buon comportamento, buone convenienze, la buona creanza nel comportamento, garbo, cortesia, buone maniere, educazione, condotta appropriata, attitudine giusta.che «mu’amàlat»: gli obblighi del credente verso gli uomini, la relazione con gli altri
2-Corano 49,13
3-Corano 5,32
4-Corano 5,2
5-Corano 9,6
6-La madre di Asma, la figlia di Abu Bakr, era arrivata a Medina per fare visita a sua figlia portandole inoltre dei regali. Asma non ha voluto fare entrare in casa sua madre ne accettare i suoi regali in quanto sua madre era ancora pagana. E’ in questa situazione che è stato ispirato al Profeta questo versetto coranico, dopo il quale Asma accettò di ricevere in casa sua madre e anche i suoi regali.
7-Corano 60,8-9
8-«Amàna»: deposito di fiducia, mandato divino, è complementare alla Luogotenenza (Khilàfa). Dice Allàh: “ Noi abbiamo proposto il deposito (amàna) ai cieli e alla terra, e ai monti, ed essi rifiutarono di portarlo, e ne ebbero paura. Ma se ne caricò l’uomo (…)”. Corano 33, 72)
9- Corano 4,93
10- Corano 29,46
11- «La Costituzione di Medina» o «la Carta di Medina», che è la costituzione del primo Stato o Comunità islamica nella città di Medina, che ha inoltre messo fine a quasi 100 anni di lotte tribali tra le due tribù più importanti quelle degli “Aws” e quella dei “Khazraj”.
12- Riferimento: ‘La Sira’ di Ibn Ishâq, vedere anche ‘Nûr Al Yaqîn fî sîrati sayyidi almursalîn’ di Sheikh Muhammad Al Khadrî, Ed.Dar al-jîl Beyrût e Dar ammâr, Oman, 1995, p. 309.
13- Re dell’Abissinia, divenuto poi musulmano.
14- Corano 3,199
15- Riportato da Ibn Hibbàn (1/521).



Mercoledì 18 Luglio,2012 Ore: 19:26
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Conoscere l'islam

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info