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www.ildialogo.org Picchia brutalmente la figlia di tre anni che non vuole andare all’asilo: bengalese denunciato da una mamma musulmana,Di Silvia Olivetti

Picchia brutalmente la figlia di tre anni che non vuole andare all’asilo: bengalese denunciato da una mamma musulmana

Di Silvia Olivetti

POSTED BY  ⋅ 3 APRILE 2012 ⋅ 2 COMMENTI

Questa mattina verso le 8:30 un padre ha brutalmente picchiato la figlioletta di appena tre anni perché la stessa piangeva e rifiutava di andare all’asilo. La scena, accaduta sotto gli occhi sconvolti di alcune mamme, è avvenuta presso i cancelli di una scuola materna di Mestre, in provincia di Venezia.

Il protagonista dell’accaduto, un bengalese residente in Italia da quasi quindici anni con regolare permesso di soggiorno, a detta dei testimoni ha dapprincipio strattonato la bambina per convincerla ad entrare poi, visto che la piccola continuava a piangere e a puntare i piedi, l’ha sollevata da terra artigliandole il viso con una mano e schiaffeggiandola violentemente e ripetutamente.

Una delle mamme presenti al fatto, un’italiana convertita all’Islam, ha minacciato il bengalese di querela, intimandogli di smettere di maltrattare la bambina. L’uomo, senza rispondere, si è allontanato velocemente in direzione opposta alla scuola, con la figlia disperata in braccio.

S. E., la mamma in questione, si è perciò rivolta sotto choc agli educatori della scuola, chiedendo un immediato intervento in merito e gli stessi hanno poi deciso di allertare il dirigente scolastico per decidere il da farsi.

La cosa però non è finita lì, perché mentre S.E. si trovava all’interno della scuola e discuteva l’accaduto con gli educatori, il bengalese si è ripresentato alla porta dell’asilo con la bambina – ancora piangente – e questa volta anche la moglie. Quando S.E ha chiesto spiegazioni alla donna, questa si è riparata dietro il velo mormorando in un italiano stentato “Scusa, scusa…. Mio marito…. Scusa”.

Quando le ho risposto – dichiara S.E. – che non basta scusarsi perché i bambini non sono asini da battere e che le percosse sono una cosa gravissima, il marito è intervenuto negando i maltrattamenti e sottolineando che lui si trova in Italia da quasi quindici anni. Come se questo bastasse ad escludere la violenza dalle mura domestiche. Nonostante i testimoni, il padre ha avuto addirittura il coraggio di dire che lui non picchierebbe mai la figlia e che fuori le aveva solo pulito amorevolmente la bocca con la mano perché si era sporcata piangendo”.

La cosa, a quanto pare, è destinata a proseguire nelle aule giudiziarie perché S.E. è decisa a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine: “Si tratta di un fatto gravissimo – sottolinea – la violenza sui minori è una piaga sociale che va contrastata con tutti i mezzi. Ho intenzione di andare fino in fondo, per due motivi: primo, perché simili episodi nascondono una consuetudine di violenza domestica che va spezzata. Non credo all’episodio isolato: chi arriva a tanto in mezzo alla strada, a maggior ragione tra le mura domestiche è abituato a parlare solo con le mani. Secondo, credo che come musulmana ho il dovere di denunciare questa violenza. Non solo per tutelare la bambina dai maltrattamenti del padre, ma anche per lanciare un messaggio forte e chiaro all’opinione pubblica, per dire che noi musulmani non ci stiamo, che noi per primi condanniamo certi comportamenti. Quando un padre musulmano ha atteggiamenti violenti, siamo proprio noi a dover prendere le distanze e a sottolineare che questo non appartiene alla nostra religione. E’ ora che la comunità islamica esca dal silenzio e denunci i pessimi musulmani, marcando la distanza tra Islam e delinquenza. Nessuna solidarietà con uomini che maltrattano donne e bambini, perché infangano l’immagine del vero Islam”.

Ora la parola spetta gli inquirenti.



Sabato 07 Aprile,2012 Ore: 16:36
 
 
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