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www.ildialogo.org Quale futuro per l’Europa?,di Tariq Ramadan

Quale futuro per l’Europa?

di Tariq Ramadan

set 27th, 2011 | Pubblicato dal sito www.islam-online.it 

I leader europei sono profondamente preoccupati. Non vi è alcun segno di miglioramento sul fronte economico: la Grecia non recupera, nonostante significativi sussidi UE, campanelli d’allarme risuonano in Portogallo, Italia e Spagna. L’economia unificata europea è in pericolo, specialmente nei paesi “periferici”. Per la prima volta dall’introduzione dell’euro, i paesi ormai vacillano sull’orlo della bancarotta, minacciando l’intero sistema di collasso. Le autorità finanziarie europee avevano inizialmente deciso di indebolire l’euro nel tentativo di stabilizzare la situazione, ma dopo i tentativi falliti di risolvere la crisi in Grecia e Portogallo, è l’euro stesso che è in questione. L’Unione europea sta dimostrando una fragilità economica, ma al tempo stesso una flessione sociale e politica. Senza una chiara prospettiva futura, l’essenza dell’Europa è a rischio.

I recenti sviluppi economici hanno gettato una luce impietosa su una realtà profonda e crudele. Manca del tutto la percezione di una visione politica comune europea, sia all’interno dell’Europa stessa, che al di fuori di essa. Francia e Germania stanno cercando di assumere la leadership politica, ma è chiaro che ci sono tensioni profonde. Il governo britannico resta vicino al suo partner statunitense. Non esiste una politica estera comune e le recenti rivolte nel mondo arabo,Tunisia ed Egitto, Libia e Siria, hanno evidenziato le forti differenze tra i leader europei. Alcuni seguono l’esempio degli Stati Uniti, mentre altri preferiscono adottare una posizione passiva, reattiva. Per poter giocare un ruolo internazionale, l’Unione europea deve avere una visione unitaria. Attaccata alla periferia da una crisi economica multidimensionale, sul piano politico l’Unione europea sta diventando essa stessa periferica rispetto al nuovo ordine mondiale. La sua gloria sembra ridursi a poco più di un passato glorioso e un futuro irrealistico, idealizzato.

Nel frattempo, un’altra crisi si insinua silenziosamente in tutta Europa, che si irradia dal profondo del suo cuore e mette in discussione l’essenza stessa del suo essere. Discussioni sulle “identità”, il multiculturalismo, la diversità religiosa o ancora alcune restrizioni legali (circa la libertà di culto) sono i segni di un’erosione intrinseca. La nuova presenza musulmana in Europa, così la riluttanza della UE ad accogliere la Turchia, hanno posto questa nuova realtà in cima all’agenda europea ideologica e politica. La Turchia è un paese troppo musulmano, troppo “altro” per pretendere di far parte di “noi”, sostengono i nuovi populisti. La marginalizzazione dei paesi dell’Est Europa rivela una tendenza simile.

Non è chiaro, nella stessa Europa, chi sia veramente europeo o quali siano i confini geografici del continente europeo. Se non si sa più chi si è, né dove sono le proprie frontiere, non è dunque anormale che ci si senta perduti in un mondo globalizzato. Questo senso di disorientamento è presente ovunque in un dibattito europeo mosso da profonde crisi identitarie e psicologiche amalgamate alla minaccia di instabilità economica e politica – ingredienti che alimentano l’insicurezza e minano la fiducia in se stessi e la speranza. Non è dunque sorprendente che i politici europei dirigano sempre di più i loro paesi demagogicamente facendo leva sulle emozioni, invece di creare piattaforme politiche, ideologiche ed economiche responsabili e ragionevoli. Incapaci di elaborare una visione comune e soluzioni efficaci, sono per il momento bloccati in un circolo vizioso.

L’Europa, sia a livello UE sia al di fuori, è in cattive condizioni di salute. Il suo futuro sarà un futuro di marginalizzazione? Lacerata tra la sua vicinanza ideologica e politica con gli Stati Uniti e la necessità di investire in Cina e India, l’Europa è alla ricerca di una via d’uscita. Nessun paese europeo può raggiungerla da solo – ma la volontà politica di affrontare le paure e le preoccupazioni della gente è ancora carente. L’Europa ha bisogno di riforme interne radicali, intraprese da leader politici impegnati e coraggiosi. Tali leader devono iniziare dichiarando, ripetendo ed insegnando che l’Europa è cambiata, che ha un nuovo volto. Nuove priorità, anche se impopolari a breve termine, devono essere stabilite, in modo da sperare di ottenere successo a lungo termine. L’Europa ha bisogno di tempo, ma i nostri politici si trovano di fronte a un dilemma. Mentre hanno il dovere di riflettere al di là della prossima generazione, sono ossessionati dalla loro vittoria alle prossime elezioni. Imbrigliati tra gli imperativi a breve termine e le necessità a lungo termine, è possibile che non riescano a trovare una soluzione.

I cittadini, come pure la società civile nel suo complesso, hanno come unica possibilità quella di rompere questo circolo vizioso, essi non possono permettere che il loro futuro sia distrutto da una mancanza di fiducia collettiva e da una misera ambizione politica individuale.

E’ tempo di farsi sentire e di fare delle critiche costruttive. La crisi in Europa conduce lentamente i suoi cittadini ad atavici riflessi negativi: reazioni di arroganza, rifiuto, razzismo, xenofobia, ecc. Spetta agli europei dire basta, debbono rifiutarsi di sacrificare i loro valori, di diventare di strette vedute, irragionevoli e indegni. In Spagna e in Grecia, i cittadini si sono riuniti nelle piazze per esprimere il loro rifiuto, scegliendo loro stessi di chiamarsi “gli indignati”. Il loro movimento potrebbe essere un modo non violento e civile per rompere con la logica di negativismo, e aprire la strada ad una rivalutazione radicale della situazione economica, politica e culturale. Se i cittadini rimangono passivi, se falliscono nel porre le domande difficili sul senso di un’Europa unita, allora la loro storia verrà scritta senza di loro. E per il momento, questa storia ha davvero andamenti bui.

Giovedì, 22 settembre 2011

Traduzione di Patrizia Khadija Dal Monte



Domenica 02 Ottobre,2011 Ore: 15:00
 
 
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