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www.ildialogo.org Islam e democrazia saranno le parole d'ordine,di Amina Salina

Il mondo arabo e cambiato.
Islam e democrazia saranno le parole d'ordine

di Amina Salina

Le rivoluzioni nel mondo arabo stanno innescando una ciclo di cambiamento senza precedenti nella storia del mondo arabo. L'Occidente capitalista che aveva pensato di imporre la democrazia con le armi ne esce clamorosamente sconfitto a causa dell'appoggio decennale ai regimi tirannici al potere. I cosiddetti paesi difensori dei diritti umani lo sono sempre stati a corrente alternata ed hanno appoggiato per decenni i peggiori regimi liberticidi come nel caso eclatante della Francia, amica dei vari Bokassa e Idi Amin, e degli USA, sostenitori dei tiranni latinoamericani e dei satrapi arabi per decenni. La sollevazione popolare, che probabilmente spazzerà via i regimi del mondo arabo, porterà via con se tutti i pregiudizi sul mondo islamico dipinto come arretrato ed oscurantista oppure come imitatore dei costumi occidentali. Gli arabi stanno dimostrando di essere un popolo che vuole vivere in una vera democrazia senza importare la corruzione dei costumi propria di un certo occidente edonista, individualista ed ipocrita. Tutte le correnti politiche che stanno partecipando alle rivoluzioni non sono espressioni della ristretta cerchia di benestanti formati nel periodo successivo al colonialismo educate al disprezzo dei poveri e a sentirsi una casta privilegiata ma sono giovani di tutte le condizioni sociali, dal medico all'operaio, cresciuti nella coscienza di essere un solo popolo, di avere un solo Dio e di condividere un solo destino. Essi non sono più disposti a rischiare la vita sulle carrette del mare o a diventare complici del dispotismo.

L'Europa ancora risente della pesante propaganda della destra contro i partiti islamici mentre questi ultimi sono oggi una componente fondamentale del processo democratico. Una serie di partiti islamisti in Tunisia, Egitto, Marocco, Giordania hanno praticato e stanno praticando la non violenza, sono a favore di uno stato laico, lavorano, pur avendo a volte deputati in parlamento, principalmente nell'attività sociale fornendo i servizi che lo stato non ha mai offerto alle classi povere.

Questo atteggiamento ha delle radici nella storia islamica. Quando il profeta Mohammed fu chiamato come uomo saggio e virtuoso dalle tribù di Medina per governare la città divisa da continue guerre tribali, egli governò non come inviato di Dio ma come coordinatore di un consiglio di saggi che riuniva tutti i capi tribù di cui solo una minoranza erano musulmani. La costituzione di Medina offriva a tutti i principali diritti umani senza distinzione di fede religiosa, gli unici obblighi erano pagare le tasse e difendere militarmente la città in caso di attacco. In pratica si trattava di uno stato laico ante litteram.

In base a questa esperienza alcuni teorici dei partiti islamisti hanno teorizzato la possibilità per un musulmano di partecipare ad un governo laico accettando le regole del gioco e riconoscendo che la sovranità spetta al popolo.

Per questo Rachid Ghannouchi, leader del partito Ennadha, ha riconosciuto la libertà di coscienza come diritto fondamentale che deve esistere in una società islamica, lo scorso venerdì al cairo Yusuf Al Qaradawi, presidente della associazione mondiale degli Ulema, ha affermato che il mondo arabo è cambiato e che i governanti devono ascoltare il popolo.

Certamente islam e democrazia saranno le parole d ordine dei prossimi anni.   



Domenica 20 Febbraio,2011 Ore: 13:10
 
 
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