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www.ildialogo.org Sulla torre: i migranti in alta quota alla conquista dei diritti,di Davide Piccardo

Sulla torre: i migranti in alta quota alla conquista dei diritti

di Davide Piccardo

(scritto per il giornale nazionale dei Giovani Musulmani d'Italia- GMI)


pubblicata da Islam-online.it il giorno venerdì 26 novembre 2010 alle ore 1.52
Migantisullatoree.jpgE' il 5 di novembre, cinque ragazzi, tra i venticinque ed i trent’anni, lavoratori, stranieri, stanchi di sopportare, stanchi di avere paura, si ribellano. Salgono su una ex ciminiera, la torre Carlo Erba in zona Maciachini a Milano, ed annunciano di non voler scendere fino a quando non vedranno la volontá reale di ascoltare le loro rivendicazioni.
Facciamo un passo indietro, settembre del 2009, il governo emette un decreto che permette l’emersione dal lavoro nero per colf e badanti. Sono moltissimi i lavoratori immigrati che spinti dalla disperazione cercano comunque di rientrare nel processo di sanatoria, passando per collaboratori domestici anche quando lavorano come operai metalmeccanici, muratori o magazzinieri.
Per farlo ci vuole un datore di lavoro che fa la richiesta, e se lavori in nero ed il tuo datore di lavoro non ne vuole sapere di metterti in regola, devi trovare qualcuno che ti faccia il favore. Ma il favore, non è gratis.
Costretti ad affidarsi a faccendieri, ad intermediari che chiedono cifre per loro esorbitanti, fino a 10.000 euro per presentare la richiesta. Pagano, pagano il prezzo della disperazione e della speranza, si indebitano, fanno sacrifici enormi, credendo di comprarsi una volta per tutte il diritto a lavorare e a sopravvivere.
La domanda è presentata, ma le regole cambiano in corsa, la circolare Manganelli del 17 marzo stabilisce che gli stranieri che sono stati oggetto di espulsione e sono rimasti sul territorio italiano, non possono partecipare al processo di emersione e regolarizzazione. Almeno 50.000 persone che hanno giá versato el tasse necessarie per la presentazione della domanda, si ritrovano piú poveri di prima e sempre clandestini, il sogno svanisce di colpo. Clandestini e criminali, si, perchè la legge 94 del 15 luglio del 2009, istituisce il reato di immigrazione clandestina, lo straniero trovato in Italia senza documenti, diventa automaticamente un criminale.
E così, succede che, queste persone non abbiano piú niente da perdere, dopo mesi di lotte pacifiche, manifestazioni, scioperi e presidi, gli immigrati organizzati del Comitato Immigrati in Italia, scelgono di salire sulla gru a brescia e sulla torre a Milano.
I ragazzi del presidio permanente sono organizzati bene con un telone impermeabile, con le tende, i sacchi a pelo, sotto c’è anche un angolo cottura e scorte di cibo ma i cinque sulla torre, tre egiziani, un marocchino ed un argentino possono ricevere solo cibo ed eventualmente medicinali, proibite anche le batterie per i cellulari che gli permettono di restare collegati con il mondo. Ci tengono molto, loro, a far sapere che la lotta è per tutti quelli che, silenziosamente, da anni vivono e lavorano in Italia sfruttati e discriminati, per tutti quelli che vivono accompagnati dalla paura di essere fermati ed imprigionati in un CIE in attesa dell’espulsione. I ragazzi ripetono che non scenderanno fino a quando non si troverà una soluzione per tutti.
Chiedono che venga rilasciato il permesso di soggiorno per chi ha subito la sanatoria truffa, per chi denuncia il lavoro nero o lo sfruttamento sul lavoro, per chi ha perso il lavoro. Chiedono una legge che garantisca il diritto di asilo , il diritto di voto amministrativo per chi vive in Italia da almeno cinque anni e la cittadinanza italiana per i bambini che nascono e crescono nel nostro paese.
A chi gli chiede se non pensano che questo tipo di proteste possa creare antipatia per la causa tra i cittadini, rispondono che avrebbero volentieri fatto a meno di passare le notti al freddo, a quaranta metri d’altezza esposti alle pioggi torrenziali di questo novembre ma che, sette mesi di lotte, cinque presidi, due manifestazioni , uno sciopero generale, tre incontri in prefettura non solo non sono serviti a risolvere il problema, ma non erano riusciti nemmeno ad abbattere il muro dell’invisibilitá.
Invisibilitá e sofferenza, nelle parole di uno dei leader della protesta, Najat giovane marocchina ci racconta dei lavoratori stranieri che lavorano e a volte muoiono sui cantieri per tre euro all’ora, che riescono a malapena a sopravvivere per poi chiudersi in casa la sera con addosso la paura di essere fermati dalla polizia.
Quest’anno novembre è particolarmente freddo e piovoso e lassu si soffre, uno dei cinque è stato operato ad una gamba in passato e viene colpito da una febbre altissima, riesce a mettersi in contatto con un medico ed i suoi compagni giú pensano a come potrebbe scendere e curarsi, ma lui decide di tenere duro, di restare lassú e resistere.
I migranti raccolgono la solidarietá dei cittadini milanesi, della curia , della CGIL, della comunitá islamica, del Consiglio di Zona, che si esprime con un’apposita mozione di sostegno, di tutti i candidati alle primarie del centro-sinistra a Milano, dei vari partiti della sinistra e di moltissime associazioni ed organizzazioni sociali.
Il 14 di novembre due ragazzi egiziani stremati da dieci giorni di protesta, scendono dalla torre e fanno perdere le loro traccie, ma lunedí 15 novembre è il nono giorno di Dhul-Hijjah e la vigilia dell’Aid al Adha , due dei tre ragazzi rimasti su, digiunano e pregano Dio di concedergli la forza di continuare a lottare.
Marcelo giovane argentino assiste dall’alto alla festa di compleanno del figlio che compie un anno, vorrebe scendere ma resta su e fa calare uno striscione che rappresenta il regalo più grande, la scritta dice: “Buon compleanno figlio mio, ti regalo un nuovo futuro.


Venerd́ 26 Novembre,2010 Ore: 22:00
 
 
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