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www.ildialogo.org La coppia nell’islam,di Patrizia Khadija Dal Monte

La coppia nell’islam

di Patrizia Khadija Dal Monte

Elaborare una filosofia della coppia nell'islam penso significhi porsi la domanda, cos'è la coppia nell'islam? O in un linguaggio più attuale, che rinuncia a definire l'essere, quali sono le strutture portanti dell'evento-coppia, secondo la rivelazione islamica?

La coppia nelle Fonti e nell'esperienza del nostro essere nel mondo si mostra come come un evento che è insieme creaturale, cioè naturale, appartiene al nostro essere-nel-mondo, spirituale, quindi in linguaggio filosofico è un'esperienza trascendentale, e normativo cioè contiene delle piste obbligatoire, e non si dovrebbe trascurare alcuno di questi aspetti, affinché il discorso non ne risulti impoverito o puramente assimilato a quello della cultura corrente. Proprio nelle riflessioni che possiamo fare intorno all'essere coppia nelle Fonti si palesa in modo molto chiaro la continuità esistente tra rivelazione nella creazione e rivelazione dei Libri e la necessità quindi di cercare in entrambe sapienza e normatività.

    1. evento creaturale: la coppia come struttura fondamentale dell'essere-nel-mondo

Prima di evidenziare come la coppia sia un evento naturale, vorrei ricordare cosa significa naturale nella riflessione islamica. La natura emerge chiaramente nei Testi come realtà strettamente legata al concetto di creazione, è Dio che crea il mondo e le creature, il mondo non solo è opera Sua, ma contiene anche i Suoi segni, riprendendo un'espressione usata da Abû Hâmid al-Ghazâlî è il «libro manifestato» (al-kitâb al-manshûr), il Libro dell’Universo che è lo specchio, sia teologico che fisico, del Corano, il «libro scritto» (al-kitâb al-mastûr)... Quindi la natura è fonte di conoscenza e normatività non solo riguardo a se stessa, ma anche verso Dio.

Fa parte dei Suoi segni l’aver creato da voi, per voi, delle spose (compagne), affinché riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza…”

La coppia, dunque è prima di tutto un evento naturale, appartiene intrinsecamente al nostro essere- nel-mondo, creature tra altre creature, come mostra questo versetto e come sperimentiamo nel corso della nostra vicenda umana in questa terra. Il versetto che abbiamo citato all'inizio si trova nella sura ai Romani, inserito in una lunga serie di versetti che parlano proprio dei segni di Allah nella creazione, l’amore tra un uomo e una donna vi appare come appartenente alla stessa naturalità che possiede il vento che spinge le nubi, come la terra che si regge diritta, l’acqua che scende dalle nubi, come la varietà delle lingue e dei colori… Ci troviamo nell’ambito delle realtà naturali e ciò è confermato dal termine usato per indicare i partner, azwajan, che deriva da zawj, parola che può significare indifferentemente marito o moglie, nel senso di compagna o compagno e non si riferisce esplicitamente al matrimonio in quanto atto sociale e giuridico. Del resto la tradizione profetica ci trasmette diversi hadith in cui questo livello naturale è preso in considerazione, ad esempio il Profeta Muhammad (*) disse:“La gente è simile ai metalli, come l’oro e l’argento, quelli (di voi) che erano migliori nell’epoca preislamica sono migliori nell’Islâm se lo studiano e lo comprendono bene”. O ancora: Mughira ibn Shu’ba voleva sposare una donna (che ancora non aveva visto), lo raccontò al Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam), ed egli gli consigliò: “Vai a contemplarla, il vostro matrimonio sarà felice”.

Dire la coppia dal punto di vista naturale significa dunque prendere sul serio le dinamiche naturali che informano l'essere coppia. Il rapporto tra un uomo e una donna è da instaurarsi dentro i limiti di Allah, ma è determinato anche dalle leggi psico-fisiche naturali, non le sostituisce, come la legge, non sostituisce la pioggia, il vento, il sonno così non lo fa con il carattere di una persona, le sue dinamiche naturali. Il matrimonio quindi, anche per un credente e una credente vuole saggezza, vuole che si abbia la capacità e la maturità di amare, deve essere un atto consapevole tra persone che decidono di condividere la propria esistenza.

Parlare della coppia dal punto di vista naturale significa anche saper cantare la bellezza dell'amore ed essere consapevoli della sua pericolosità e del suo limite. La bellezza e potenza dell'amore, proprio perché è un evento fondamentale dell'essere-nel-mondo la troviamo ben evocata in innumerevoli opere letterarie, e il linguaggio della poesia è forse il più vicino a tale realtà, e non è assente dalla rivelazione, ad esempio il versetto che recita: “esse sono una veste per voi e voi lo siete per loro...” (II,187) appartiene sicuramente al genere letterario della poesia... Così la sua pericolosità e il suo limite, il suo poter nascondere dinamiche egoistiche e anche perverse, oltre che dalle Fonti e stato messo in luce dalla letteratura e dagli studi dei maestri del sospetto del nostro tempo, in particolare dalla psicoanilisi... La coppia dal punto di vista puramente naturale è segnata dall'ambivalenza, lotta tra la conservazione dell'identità propria e l'essere per un altro, altro che non si possiede mai completamente, e che non estingue la nostra sete di unità: “Fuggi. Allontanati. Estinguiti. La mia anima deve star sola. Deve crocifiggersi, sbriciolarsi, rotolare, versarsi, contaminarsi sola, aperta alla marea dei pianti, ardendo nel ciclone delle furie, eretta tra i monti e tra gli uccelli, distruggersi, sterminarsi sola, abbandonata e unica come un faro di spavento.” (Pablo Neruda)

    2. evento spirituale: la coppia come trascendenza

La dimensione religiosa appare nelle Fonti come una realtà intrinseca all'uomo, in continuità con il suo essere creatura, la natura umana è aperta a Dio“Rivolgi il tuo volto alla religione come sincero credente, natura originaria (fitra) che Allah ha connaturato agli uomini; non c’è cambiamento nella creazione di Allah.” (XXX,30)

La coppia come realtà naturale, appartenente alla creazione, proprio in quanto appartenente alla creazione è ayat, segno, la dimensione religiosa non si sovrappone a quella creaturale le è intrinseca e la trascende insieme, ayat dice qualcosa che nel suo esserci rimanda al di là, la Suo ineffabile Essere. Ayat“vestigia di un accampamento abbandonato”, traduzione che ben dice la Sua realtà e la Sua non identificazione con alcuna realtà creata, Egli è Colui al Quale nessuna creatura è simile. Ayat come piccola luce porta in sé una notte molto più grande, la negazione di ogni somiglianza. La coppia rimanda a Dio.

Questa dimensione trascendentale della coppia, come qualcosa che rinvia più in là, è riconosciuta anche dall'esperienza umana, l'amore viene percepito come un'oscura forza che l'uomo non possiede “misteriosa”, gli giunge da non so dove e spinge l'io a trascendere se stesso nell'altro. “Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco: t'amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l'ombra e l'anima. T'amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo il concentrato aroma che ascese dalla terra. T'amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno. (Pablo Neruda)

C'è trascendenza dell'io e del conoscere...

e ha stabilito tra voi amore (mawadda) e (rahma) tenerezza…”

Questi due termini esprimono la forza che spinge al di là di se stessi nell'altro. Mawadda è un termine che esprime l’amore intenso, volere bene, desiderare, preferire, non è un termine usato solo nell’ambito delle relazioni uomo-donna, sta ad indicare la predilezione per qualcuno, il forte attaccamento. Rahma invece è un termine che indica la misericordia, è il nome, nelle due forme, con cui Dio dice se stesso più spesso nel Corano, che hanno origine nella radice triletterale r h m, la stessa da cui deriva anche utero femminile. Il primo non è un obbligo, non si può fare con la buona volontà, infatti non è richiesto di preferire ogni persona: “ O Allah, ecco la mia equanimità in quel che mi appartiene ma non mi rimproverare per ciò che T'ap­partiene e che non posso controllare”.

il secondo è universale e necessario per la salvezza: “Non entrerete in Paradiso finché non avrete fede, e non avrete fede finché non vi amerete gli uni gli altri. Abbiate compassione di quanti sono sulla terra, e Colui che è in cielo avrà compassione di voi”. (Boukhârî) La rahma è una realtà necessaria in ogni relazione umana, tanto più nella coppia che è la relazione più profonda che si instaura in questo mondo. Il primo è diretto ad un singolo, alle sue qualità positive, quindi è valorizzazione dell'individualità, anzi la sua glorificazione, poiché nessuna esperienza come quella dell'amore ci conferma come persona, la rahma è universale e rivolta ad una debolezza, quindi valorizzazione della dimensione egualitaria e comunitaria del genere umano. Mawadda e rahma provengono da Allah e a Lui rimandano, Al Wadûd, l’Amore infinito, l’infinitamente Amante, Ar-Rahmâni, Ar-Rahîm, misericordia e tenerezza.

La coppia unita dall'amore non è quindi, secondo la visione islamica, un semplice trascendere di uno nell'altro, ma anche verso Dio, che conduce ad uno stato dell'essere che il Corano esprime col termine “Litaskunu” “affinché riposiate presso di loro”. Per gli altri segni viene usato il verbo guardare, considerare, riflettere… qui riposiate… E' un segno che si coglie non tanto nella riflessione, nel pensiero, ma nell'esperienza. E dalla stessa radice di tasskunû, abitare dentro, acquietarsi, sentirsi a proprio agio, sentirsi rassicurati, deriva anche Sakînah che è la serenità, la pace che viene da Dio, presenza di Dio, e ciò ci ricorda ancora questa dimensione di trascendenza della coppia, che non si ferma in se stessa ma rimanda ad Allah.

Nella cultura occidentale c'è una forte tentazione di mitizzazione del rapporto di coppia, dell'amore. Forse questo deriva dalla potenza insita nelle ayat Allah e dalla povertà dello sguardo sul mondo, deprivato del sacro e povertà delle altre relazioni familiari. Come nelle culture antiche l'uomo sentiva la fascinazione delle ayat della creazione e spesso non distingueva tra divinità e creatura, così oggi si tende a idolatrare l'amore, al di là di ogni regola: “Disse: «Invero, non avete adottato gli idoli, all'infuori di Allah, se non per amore reciproco in questo mondo...» (XXIX,25)

La rivelazione coranica ci mette in guardia da ciò, anche l'amore e ciò che ne deriva, è limitato: “Abbiamo abbellito, agli [occhi degli] uomini, le cose che essi desiderano: le donne, i figli, i tesori accumulati d'oro e d'argento, i cavalli marchiati, il bestiame e i campi coltivati; tutto ciò è solo godimento temporaneo della vita terrena, mentre verso Allah è il miglior ritorno. Di': “Posso insegnarvi qualcosa meglio di ciò? Per quelli che sono timorati ci sono, presso il Signore, giardini nei quali scorrono ruscelli ed essi vi resteranno in eterno, e spose purissime e il compiacimento di Allah”.(III,14-15)

Il musulmano e la musulmana è colui al quale appare chiaro che in questo mondo “tutto tramonta” e una sola è la Luce intramontabile, come Abramo, pace su di lui, guidato da Dio riesce a superare lo splendore che esso emana e a distinguere Colui che è in tutte le cose, ma sempre al di là di esse. Inch'Allah.

  1. La coppia come evento di relazione e sua normatività intrinseca ed estrinseca

     

La relazione della coppia appare poi come generatrice di altre relazioni. Non solo dell’uomo è stata creata una coppia, essa è alla base del creare di Dio, punto mediano tra unità e molteplicità, come un passaggio obbligato...

Di ogni cosa noi abbiamo creato uno zawj, una coppia” (LI,49) “Tutto è binario e in questo sta il segno del miracolo divino. La dicotomia esiste per volontà divina e la sessualità che è il mettere in relazione l’uomo e la donna, non è che un caso particolare di questa volontà divina assolutamente universale…” 1

"O gente! Temete Iddio che vi creò da un'unica nafs. Ne creò il (la) suo (sua) zawj e trasse da quei due uomini e donne in gran numero..."

La coppia sta tra l'unicità e la molteplicità e ad entrambe rimanda. la coppia è la porta della molteplicità. Se ci è chiaro che vi si esprime in essa una tendenza all' unificazione che è ricerca di unità, è altrettanto chiaro come essa si declini in molteplicità, prima di tutto con la nascita dei figli. Questo ha come conseguenza che la coppia non si deve chiudere in se stessa, non deve diventare una fortezza chiusa al mondo. Essere aperta sulla molteplicità salva la coppia e la realizza.(vedere ad esempio la grande famiglia musulmana). La coppia ha una vocazione all'unità, ma anche alla molteplicità. Si deve ricercare l'unità, ma anche la molteplicità. Per questa collocazione nel creare di Dio, la coppia è una tappa essenziale. Da qui possiamo capire tutti gli hadith che insistono sull'importanza del matrimonio. Abd Allah ibn Abbas disse che: “L’adorazione di una persona può giungere a perfezione solo con il matrimonio.” “Il matrimonio è metà della fede” “Chi si è sposato ha completato metà della religione”. Alla luce di quanto espresso prima possiamo notare come metà non abbia solo un significato quantitativo, ma anche qualitativo...

Emerge dalle dimensioni di cui abbiamo parlato prima, naturale e spirituale, una certa normatività: la natura psico-fisica ha le sue leggi e anche la spiritualità, che è in questo trascendere continuo verso Dio, dal tempo all'eternità... La sharia le assume e traccia il cammino verso l'origine... Se la naura umana ha tendenza a consacrare i propri desideri in base alla loro intensità e alla difesa del proprio io, la dimensione spiritulae ha la tendenza a ridurre lo spessore della vita presente, la legge positiva ha tendenza a perdere la sua dinamicità, lo spessore storico a favore di una staticità, per questo si debbono tenere unite tutte le istanze.

La necessità della legge attiene alla socialità, quindi il dover conciliare le diverse esigenze di più individui e ha come suo fondamento il concetto di giustizia, ancora presupposto della legge è la libertà umana, non totale, limitata (dimensione spirituale possibilità di trascendere i propri desideri) e la legge attiene ancora al concetto di obbligatorietà come necessità di ricevere orietamento dal di fuori per uscire dalla tendenza dell'io di salvaguardare se stesso e dall'incertezza dei desideri della nafs: l'uomo invoca il male come il bene, recita un versetto, c'è una continuità tra il Bene e i desideri dell'uomo, ma questo sono segnati anche da ambiguità, per cui essa talvolta si oppone ad essi.

Il matrimonio islamico, nikah, consacra una forma in cui la coppia vivrà insieme e delinea delle linee guida, e la sua dimensione storica è confermata dal fatto che essa è stata scelta tra diverse forme di matrimonio esistenti all'epoca della rivelazione. Ed è interessante notare come l’antitesi vera e propria del nikah è lo zina, che subisce una condanna particolarmente dura nel Corano: vi sono dedicati 27 versetti. In particolare nella sura della Luce esso viene associato ad una forma di paganesimo: uno zani, non potrebbe sposarsi che con una zania o una pagana e viceversa, questo perché se lo zina implica da una parte il riconoscimento della complementarietà armonica dei sessi, ha il torto di volerla realizzare al di là dei limiti fissati da Dio. I limiti di Allah (la legge) quindi sono parte intrinseca dell'essere coppia nel mondo secondo la tradizione islamica, se li si viola si sconfina nel paganesimo.

L'essenzialità della dimensione legislativa, contraddice la mentalità attuale occidentale. Ci troviamo oggi in una cultura che in evidente perdita di altri legami familiari esalta l'innamoramento, ultima illusione possibile e il sesso, come parco giochi senza regole, sempre più si manifesta il rifiuto del matrimonio come luogo esclusivo di realizzazione della coppia, sia attraverso l'instaurazione di libere convivenze sia ritardando ad età matura l'eventuale passo e la scarsa durata dei matrimoni stessi. All'andamento della cultura occidentale si contrappone una sorta di irrigidimento dei musulmani tradizionali, accompagnata da una supervalutazione del rito e della legge riguardo al matrimonio e consiste nell'investire le norme e le leggi di un'aurea magica, bastanti a garantire una riuscita al di là delle condizioni soggettive e storiche di colui e colei che le applica, e al di là anche del rispetto delle leggi dei paesi in cui si vive. Si celebrano matrimoni in moschea che non possono essere riconosciuti dalla legge vigente, almeno in Italia sono celebrati e mai sciolti non essendoci qualcuno preposto a farlo. Illuminante a proposito della mitizzazione della legge e perdita della dimensione naturale e spirituale del matrimonio è il linguaggio, il discorso viene fatto quasi esclusivamente in termini di diritti e doveri, il matrimonio sembra l'instaurazione di una società in cui il dirigente è l'uomo e la donna la segretaria di fiducia.

Conclusioni

Una corretta filosofia della coppia secondo l'islam è possibile solo recuperando tutte le dimensioni che si mostrano nelle Fonti islamiche, cioè naturale, spirituale e legislativa e ciò ha come base il riconoscimento della creazione come fonte di rivelazione e la continuità esistente tra le due rivelazioni, nonché il riconoscimento della legge come orientamento. Essa del resto ha bisogno delle altre dimensioni per non fissarsi su se stessa diventando legalismo e sconfiggere la sua tendenza alla staticità, mantanendo una giusta dinamicità, che è fedeltà al carattere stotico evolutico dell'essere umano e della conoscenza. Recupero dunque della naturalità della coppia e dell'importanza dell'amore in essa, ma anche della spiritualità, del suo trascendere dalla terra al cielo, e dei sapienti sentieri della legge che ci aiutano dirimere i desideri, solo in questa visione completa si dà la ricchezza della coppia nell'islam e possimo affrontare i problemi esistenti. E poiché l'uomo fa sempre una gerarchia dei suoi valori, anche inconsapevolmente, la tradizione profetica ci consegna una priorità a proposito del fare coppia che non possiamo ignorare, senza però, come abbiamo visto, trascurare le altre: “Una donna può essere sposata per quattro ragioni: per la sua ricchezza, il suo rango, la sua bellezza e la sua religiosità. Sceglila perciò per la sua religiosità ed avrai successo.” Scegliere in verità, una donna o un uomo per la sua religiosità si può quando il timore di Dio (taqwa) è al primo posto, in questa gerarchizzazione l'essere umano realizza in equilibrio tutte le altre dimensioni del suo essere.

Wa Allahu a'lam

Patrizia khadija Dal Monte



Giovedì 17 Giugno,2010 Ore: 16:11
 
 
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