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www.ildialogo.org Difendere la Repubblica la Pace la Costituzione,di amina salina

Centocinquanta anni dall’Unità d’Italia
Difendere la Repubblica la Pace la Costituzione

di amina salina

La polemica antirisorgimentale lanciata da una sparuta pattuglia di sanfedisti, filo borbonici e compagnia cantando sulle pagine di alcuni periodici cattolici - polemica di cui ha dato ampi riferimenti Gad Lerner nella puntata de L’Infedele di dieci giorni fa - è solo uno degli strumenti di cui il berlusconismo si serve per distruggere il concetto di Stato unitario nato dalla lotta popolare risorgimentale prima, resistenziale poi, e non soltanto dalla decisione di gruppi politici parlamentari. Per raggiungere questo scopo si è dipinta la figura di Garibaldi come un avventuriero, lo Sbarco dei Mille come un colpo di Stato e il Risorgimento intero come il parto dei piemontesi e dei nordici contro il Mezzogiorno per sfruttarlo. Tutto questo con la complicità
delle stesse classi dirigenti meridionali affinché “tutto cambi perchè ogni cosa possa restare come prima”, come fa dire Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo al principe Salina. Si fa uso di giudizi storici, anche fondati, nel caso del Risorgimento la spietatezza della lotta contro la ribellione antiunitaria da parte dell’esercito italiano durante la cosiddetta lotta al brigantaggio, durante la Resistenza invece si stigmatizzano alcuni eccessi che pure ci furono e sono certamente condannabili giungendo alla discutibile presenza di una verità condivisa. Si fa, in entrambi i casi, di ogni erba un fascio condannando il principio stesso della lotta popolare. Ora se certamente può esser presente un sentimento umano di pietà per i caduti anche dalla parte sbagliata, ciò non toglie che i morti repubblichini non possono essere giudicati nello stesso modo dei caduti per la libertà. Di questo passo invece arriveremo a fare i monumenti ai seguaci di Mussolini e ciò è inaccettabile e mina le basi stesse della Repubblica. Essi parteciparono apertamente alle distruzioni di interi paesi, agli eccidi, alle rappresaglie tedesche mentre potevano ribellarsi e salire in montagna. Molti ufficiali dell’esercito italiano che erano stati fascisti, disgustati dal comportamento dei repubblichini, divennero partigiani, compresi molti monarchici. Non si può concedere l’onore dell’eroismo a chi ha tradito la patria e si è venduto ai nazifascisti. Altro che memoria condivisa. La Resistenza fu un movimento di popolo che produsse addirittura delle Repubbliche autonome come quella del Monferrato e quella della Val D’Ossola. Repubbliche che produssero autogoverno popolare ed embrioni di democrazia mentre la Repubblica di Salò spargeva il terrore tra la popolazione civile inerme.
C’è un tentativo sempre più esplicito di cambiare la natura dello Stato italiano, di farne uno strumento al servizio dei pochi, non più una Repubblica fondata sul lavoro ma sull’impunità di chi distrugge il diritto e si arroga qualunque privilegio. Di chi costruisce uno Stato ad personam il cui ruolo di Presidente del Consiglio viene sacralizzato da masse di popolo adorante, gente che tesse le lodi del Padrone, del Caimano, del suo Governo, che ha distrutto i diritti umani di centinaia di migliaia di immigrati, che ha sulla coscienza centinaia di morti in mare tra cui i poveretti restituiti a Gheddafi, periti nel deserto mentre cercavano di raggiungere a piedi le loro case natie, gli annegati, i suicidi nei CIE. Un Governo che non ha creato un solo posto di lavoro e ne ha distrutti migliaia. Il Governo della Miseria, del saccheggio del Sud, il Sud che con decine di migliaia di immigrati ha regalato al Nord mezza classe dirigente. Il Governo che ha sostenuto la guerra di Bush finchè non è stato eletto Obama in un Parlamento ammutolito in cui da decenni la parola disarmo viene pronunciata solo nei confronti di chi si ribella al diktat americano, si cancella la nonviolenza dall’agenda politica … Il Governo amico di tutti ma non dei palestinesi, fa l’ennesima meschina figura dopo il rapimento dei tre volontari di Emergency, salvo vigliacca retromarcia finale. Mentre la terra di Palestina viene regalata ad Israele nell’assordante silenzio dei media. Gaza resiste. Berlusconi va in Palestina e dichiara di non aver visto il muro, forse era bendato o non so…
Senza parlare poi della politica interna nordista dell’abbandono del Sud, del buon Governo “si fa per dire” leghista e niellino, dove il Nord si prende tutto e campa sulle inefficienze delle altre Regioni, come nel caso dei viaggi di migliaia di italiani che vanno a curarsi nelle cliniche cielline e negli ospedali pubblici che si prendono tutti i rischi e la sanità non produttiva, mentre quella produttiva di fatto è regalata ai privati, mentre muoiono decine di lavoratori per mancanza delle più elementari norme di sicurezza e mezza Lombardia è in mano alla mafia…
Si multano le donne col burka. Si vietano le insegne in lingua straniera ed il kebab, evidentemente un cibo sovversivo a differenza della polenta. La fruizione di diritti elementari, quello alla casa, alla mensa scolastica, al nido è legata all’etnia, una vera forma di apartheid legalizzato, diritti che si elargiscono come regali, come privilegi, dando la stura ad una guerra tra poveri indegna di un paese civile.
Sono di qualche giorno fa le discutibili esternazioni del Ministro Calderoli che non vuole andare alle celebrazioni per il centocinquantesimo dell’Unità d’Italia e che una volta voleva fare un uso molto irrituale della bandiera italiana. D’altronde la caduta del sentimento democratico a favore di un populismo decisamente reazionario o di chi vuole dividere l’Italia sta giocando al popolo italiano brutti scherzi. Sedersi al tavolo delle riforme con questa classe politica, mentre i giornali informano di uno scandalo al giorno, sembra l’ennesimo suicidio politico della sinistra. Difendere la Pace, il Disarmo, la Costituzione l’Unità d’Italia sembra diventato affare di una ristretta elite.
Tempi bui
salam
amina salina


Giovedì 06 Maggio,2010 Ore: 15:44
 
 
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