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Il comitato per l'islam di Maroni va in fumo

Si dimette l'ambasciato Scialoja della Grande Moschea di Roma. L'islam in salsa leghista non si farà.


Rendiamo la notizia dal quotidiano "Il Sole 24 ore" del 27/04/2010 . L'islam in salsa leghista per il momento non si farà e questo non può far altro che farci piacere. Del resto quando mai chi ha idee cattive in testa  ha prodotto qualcosa di buono? Puntare sulla criminalizzazione dell'UCOII non ha portato alcun risultato alla Lega e al suo ministro dell'interno.
 
Integrazione difficile - Scontro sui coordinatori, Scialoja si dimette
Perde pezzi il comitato per l'Islam di Maroni

Karima Moual

ROMA
 «Una vera e propria presa in giro per la comunità islami­ca italiana». È così che defini­sce il Comitato per l'Islam ita­liano - a neanche due mesi dal­la sua nascita - uno dei più im­portanti e influenti della comu­nità islamica, l'ex ambasciato­re Mario Scialoja, che si dice sconcertato per le nomine dei primi gruppi di lavoro del Co­mitato voluto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni.
Scialoja annuncia le sue «ir­revocabili dimissioni». La goc­cia che ha fatto traboccare il vaso è la nomina dei relatori dei primi 4 gruppi di lavoro: formazione imam, moschee, burqa e matrimoni misti.
«Sono stati nominati come sostenitori, e neanche relato­ri, solo 2 musulmani su 8 - dice Scialoja -. Ma la cosa più ver­gognosa è che i due più impor­tanti temi, la formazione degli imam e le moschee in Italia, si­ano stati affidati a relatori non musulmani come Carlo Panella e Andrea Morigi che hanno sempre avuto atteggiamenti notoriamente islamofobi. Ci sono un'infinità di articoli a ri­prova del loro pensiero. Que­sto io lo considero vergogno­so, inaccettabile e insultante per la comunità musulmana».
Neanche dunque il tempo di iniziare e, dopo ben due an­ni di silenzio e attesa dallo scioglimento della vecchia consulta islamica, voluta dall'ex ministro Pisanu, già non tira aria buona sulla nuo­va creatura formato Lega.
«Già dall'inizio è comparso un comitato di composizione eterogenea - dice l'ex amba­sciatore Scialoja -, solo una piccola componente di musul­mani attivi e conosciuti nell'ambiente, per il resto gen­te sconosciuta nella comunità, non preparati, e che hanno preso il posto al tavolo ad altre personalità musulmane di alta caratura. Dio solo sa, dunque come siano state scelte queste persone. Tuttavia volevamo iniziare il lavoro con i più buo­ni presupposti, ma viste le pre­messe, io ho una dignità e non accetto una cosa che conside­ro inaccettabile per la comuni­tà musulmana italiana».
Già in passato la composi­zione di Consulte e comitati islamici, presso il ministero dell'Interno, aveva suscitato non pochi problemi. E Scia­loja non vuole mettere sotto accusa il Viminale per la com­posizione di tale comitato: «Probabilmente - precisa - so­no stati mal consigliati».
Ad appoggiare la scelta dell'ex ambasciatore, con l'in­vito rivolto al segretario gene­rale della grande moschea di Roma Redouane a fare altret­tanto, ci pensano gli Intellet­tuali Musulmani, già in prece­denza molto scettici sulla com­posizione dei membri in quota musulmani del comitato: «La presenza islamica è del tutto insoddisfacente sia sotto il profilo della rappresentativi­tà, sia sotto quello della com­petenza culturale e religiosa» dichiara senza mezzi termini Ahmed Giampiero Vincenzo, presidente degli intellettuali musulmani. Che sottolinea: «A parte i due esponenti della Moschea di Roma, gli altri mu­sulmani fanno parte di forma­zioni di scarsissimo rilievo, in alcuni casi create solo in fun­zione della partecipazione al Comitato. Per questo apprendiamo con piacere la decisio­ne di Mario Scialoja di rasse­gnare le dimissioni e abbiamo consigliato al Segretario della Grande Moschea di Roma di fare lo stesso».
Chiamato all'appello, an­che il professor Paolo Branca riflette, conferma che effetti­vamente la composizione stessa dei membri del comita­to non è stata proprio azzecca­ta e, facendo un po' i conti sui relatori (2 musulmani su 8), non dà tutti i torti a Mario Scialoja. Ma evidenzia che viene a mancare al tavolo so­prattutto «la futura classe di­rigente fatta di seconde gene­razioni di musulmani che or­mai sono effettivamente atti­vi nella comunità. Era davve­ro strategico avere anche lo­ro perché sono loro i futuri leader, sono gli interlocutori con cui avere un dialogo con­tinuo nei prossimi anni».
Mentre Ahmed Ejaz cerca di smorzare i toni: «Siamo so­lo all'inizio, credo che la scelta di Mario Scialoja sia stata af­frettata. In fondo siamo stati chiamati da un Ministro della Lega, bisogna essere diploma­tici e accontentarci».


Mercoledì 28 Aprile,2010 Ore: 16:01
 
 
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