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www.ildialogo.org “Donne di valore per una società migliore”,di Souheir Katkhouda, presidente Associazione Donne Musulmane d’ Italia.

“Donne di valore per una società migliore”

di Souheir Katkhouda, presidente Associazione Donne Musulmane d’ Italia.

Riprendiamo questo articolo dal sito http://www.islam-online.it/

mar 11th, 2010

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Si è svolta il 6 marzo, al centro civico via Fratelli Cervi, residenza Campo-Segrate Milano 2, la celebrazione della giornata mondiale della festa della donna con un incontro culturale organizzato dall’ADMI (Associazione Donne Musulmane d’ Italia), in collaborazione con l’ EFOMW (European Forum Of Muslim Women) e il GMI (Giovani Musulmani d’Italia).

Il tema del dibattito era “Donne di valore per una società migliore”. Sono intervenute come relatrici Mahbuba Merchaui Ben Naser , professoressa universitaria di filosofia e pensiero islamico, nonché direttrice in Francia del Centro studi e ricerca islamica, questioni femminili, e Renata Bedendo, teologa e studiosa di lingua araba presso l’ università degli Studi di Milano, autrice del libro apparso recentemente “Teologhe, musulmane, femministe”. La loro relazione si è focalizzata sui diversi modelli e figure femminili nella religione musulmana e cristiana. La dottoressa Mahbuba ha evidenziato tre figure femminili della cultura araba-islamica: la regina di Saba, Maria madre di Gesù, pace su di lui, e Sharazad.

La regina di Saba, è descritta dal Corano come una donna molto saggia ed intelligente, in un Paese ricco e all’avanguardia, l’attuale Yemen. Il suo popolo adorava il Sole, invece che l’Unico Dio, Creatore di tutto. Il re Salomone un giorno le inviò una lettera per invitarla a credere nel Dio Unico e lei con saggezza e intelligenza, democraticamente, riunì i suoi ministri in consiglio per ascoltare la loro opinione, essi si dissero pronti a seguire le sue decisioni. Siccome non sapeva quali fossero le reali intenzioni del re dietro quella missiva, decise di saggiarle inviandogli dei doni. Quando vide i suoi preziosi regali tornare indietro, capì che quello che lo muoveva non era il desiderio di accaparrarsi delle ricchezze, decise allora di andare di persona a fargli visita, e giunta presso di lui, poté constatare la magnificenza del suo regno e quindi aderì al suo invito dicendo: “Mi sottometto con Salomone a Dio Signore dei Mondi” (al-Naml, le formiche, XXVII,44); salvando così il suo popolo dalla guerra e guidandolo alla fede e alla verità.

La seconda donna di cui la dottoressa Mahbuba ha parlato, importantissima nella fede musulmana, è Maria madre di Gesù e figlia di Imran, ella è citata più di 34 volte nel Corano e la Sura XIX è intitolata col suo nome. La dottoressa ha ricordato come nel Corano appare che la madre di Mariam pregasse Dio di avere un figlio maschio, desiderando di consacrarlo al Tempio e invece partorì una femmina, cosa che sul momento le provocò rammarico, poiché non poteva realizzare quel suo voto di consacrazione. Certo non poteva immaginare che sarebbe stata la madre di Gesù, pace su di lui, grande Profeta che ha cambiato il mondo con la sua missione. Anche questa donna, Mariam, come il Profeta Muhammad, pace e benedizione su di lui, dialogò con l’arcangelo Gabriele, fu egli che le portò l’annuncio della nascita di un figlio. Mariam riamase stupita dalle sue parole e chiese spiegazioni in quanto era vergine e viveva nel tempio dedicandosi alla preghiera.

La sua fede cristallina e totale fiducia in Dio le permisero di accogliere questo destino così lontano dalla normalità, e affrontarne le conseguenze famigliari e sociali… Davanti ai dubbi della sua gente sulla sua onestà, tace ed è Gesù stesso, pace su di lui, ancora in fasce che risponde alle loro calunnie dicendo: “Io sono servo di Dio, Abdullah”

Mariam emerge nel Corano come la donna pura e santa, privilegiata su tutte le donne della terra e del cielo, che siamo invitati a prendere come modello di vita per la sua devozione, la sua pazienza, che hanno permesso la nascita di Gesù, pace su di lui, profeta della cristianità, il quale ha portato un messaggio d’amore, di pace e di fede nell’Unico Dio.

La terza donna di cui la D.ssa Mahbouba ha parlato è Shahrazad, figlia di un ministro, che volle andare in sposa ad un re tiranno che, tradito dalla moglie, per vendicarsi del genere femminile ogni notte sposava una donna e al mattino seguente la uccideva. Shahrazad con la sua astuzia ed intelligenza, attraverso l’abilità del raccontare senza avvalersi della bellezza del corpo, riuscì a salvare tante vite, e far rinsavire il re.

La D.ssa Mahbouba nella sua relazione ha confermato come l’andamento della società e il suo miglioramento sia un compito che ricade su tutte le donne e tutti gli uomini che si dicono religiosi, siamo tutti parte nell’umanità, abbiamo il compito di conoscerci e impegnarsi insieme per costruire un futuro migliore.

Nel suo intervento,poi, la dottoressa Renata Benendo ha narrato come studiando l’arabo e visitando i Paesi islamici, incontrando la loro gente, si è resa conto di essere di fronte ad un mondo diverso da quello tracciato e descritto dai mass media, e ha detto che più sente parlare di Maria e delle sue qualità nell’islam, più riscopre la sua fede cristiana e l’importanza del dialogo e dell’ascolto dell’ altro.

La studentessa Hanan Jamal, poi, ci ha fatto scendere sulla terra, passando dalla teoria alla pratica, riflettendo con il suo spirito giovanile sulla nostra società italiana e domandandosi cosa significhi essere italiani oggi. Se persone come lei, della seconda generazione, cresciute in questo Paese, che hanno studiato nella scuola italiana e laureate all’ università italiana, nutrite di spaghetti e pizza quando vanno a cercare un lavoro, anche umile, trovano comunque un sacco di difficoltà e pregiudizi. Succede qui, purtroppo, che perfino una donna che lavori dietro alla macchina per cucire e non in ruolo a contatto col pubblico, se il responsabile la vede col velo, le dica chiaro e tondo, senza mezzi termini e senza nemmeno considerare la sua capacità professionale, che “così con il velo non va”, deve toglierlo per poter lavorare.

Mi sembra che sia scandaloso, che ancor oggi, festa della donna, dopo 100 anni di lotta femminile, siano discriminate delle donne a causa del loro abbigliamento, così come è altrettanto ingiusto valutare le donne in base al loro aspetto, la loro bellezza, trascurando la loro intelligenza e personalità. Io la mimosa non la voglio, preferisco avere più rispetto e dignità!

Nell’incontro abbiamo avuto l’onore di ricevere il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini e la Consigliera Dott.ssa Maria Assunta Ronchi che ringraziamo, con le loro parole e la loro presenza ci hanno incoraggiato ad andare avanti, apprezzando il nostro impegno e dandoci la loro disponibilità per attività future.

Souheir Katkhouda, presidente Associazione Donne  Musulmane d’ Italia.



Venerdì 12 Marzo,2010 Ore: 11:46
 
 
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