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www.ildialogo.org Gioco d'azzardo, droga di Stato,di Davide Pelanda

Inchiesta
Gioco d'azzardo, droga di Stato

di Davide Pelanda

Ringraziamo l'amico Davide Pelanda per averci segnalato questo suo articolo pubblicato sul sito: http://www.nuovasocieta.it/

Si può arrivare a vincere un bambino ad una lotteria? Oggi si può. Accade in Inghilterra con il gioco "To Hatch": comprando un biglietto da venti sterline disponibile on-line o nelle rivendite di giornali le coppie sterili possono vincere ogni mese, centrando il jackpot, un pacchetto di venticinquemila sterline comprensivo di soggiorno in un hotel di lusso e le cure per la fertilità in una apposita clinica specializzata convenzionata con l'organizzazione del gioco. Ovviamente dal lancio di questa lotteria le polemiche non si sono fatte attendere. La domanda sorge spontanea: si può speculare economicamente sulle coppie che desiderano avere un figlio? E' possibile vendere questa illusione per tramite di una scommessa on-line?
Dietro al Lotto, al Superenalotto, al Bingo, al Totocalcio, al WinforLife, alle slot machine ed al Gratta e Vinci si nasconde un complice: è lo Stato che vuole fare cassa per eliminare in qualche modo l'incredibile deficit pubblico. Ciò sta accadendo qua e là in tutto il mondo. E l'Italia non è da meno. E l'ulteriore domanda è: può uno Stato agire in questo modo senza tutelare il cittadino ed anzi arrivare a vendere illusioni speranza di vincita, così da migliorare la propria vita di semipovertà?
Tantissimi sono infatti gli italiani che abboccano e che sperano nella dea bendata: Nomisma ha calcolato che ventotto milioni di persone nel 2008 hanno giocato almeno una volta a questi giochi d'azzardo e per circa un quarto di essi è diventato un appuntamento settimanale.

«E' una deriva! Quelle macchinette sono delle porcate! - tuona Filippo Torrigiani, assessore alla Polizia municipale del comune di Empoli - Quella del gioco d'azzardo è la terza industria per fatturato in Italia, quest'anno si sfioreranno gli 80 miliardi di euro, si pensa solo a promuovere il gioco d'azzardo senza curarci delle problematiche che vengono generate dalla dipendenza. E' un fenomeno in espansione».


Nella sua città di circa 50 mila abitanti ed un circondario di undici comuni e cioè 200 mila abitanti tutti i giorni vengono bruciati al giorno 400 mila euro.
«Alla fine si cerca solo di far cassa, ma neanche poi tanta. - spiega ancora Torrigiani - Lo scorso anno il fatturato totale è stato di circa 62 miliardi, allo Stato sono rimasti più o meno 7-8 miliardi di euro. Non è neanche così redditizio questo mercato. Come Comune io non voglio quei soldi. Nel giugno scorso abbiamo fatto un corso per esercenti con la Polizia di Stato: infatti molto spesso sono loro che non sanno cosa ci stia dietro ad una slot, a questa roba qui. Normalmente funziona così: arriva una ditta dall'esercente e gli dice "guarda, ti metto una macchinetta che ti rende un tot di soldi al mese" e l'esercente dice "mettila". Lavoriamo anche con il coinvolgimento delle scuole ed i ragazzi sono stati bravissimi»
Ma il problema è anche che per il 2011 è previsto un aumento del 12% delle giocate.
E così facendo si continua ad incrementare la mafia.

«L'onorevole Pisanu, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha detto basta al Governo con il gioco perchè ci sono infiltrazioni mafiose – ci ha ricordato sempre l'assessore di Empoli - Se la Commissione antimafia, dopo una attenta riflessione e dopo uno studio - alla quale si è aggiunto anche il parere del procuratore antimafia Pietro Grasso che da tempo dice che la malavita fa i soldi con questo gioco e li ricicla – arriva a far approvare un documento contro questi giochi ("Relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali anche straniere, sui profili del riciclaggio connessi al gioco lecito e illecito" e relativa "Proposta di risoluzione n. 1 del 5 ottobre 2011" che dice : "Il Senato, esaminata la Relazione (...) le fa proprie ed impegna il Governo, per quanto di competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nelle citate relazioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere"). E questi del Governo qualche giorno dopo fanno uscire il decreto sul contingentamento delle slot che in sostanza dice che prima si potevano mettere a certe condizioni, adesso invece si possono mettere dappertutto, negli stabilimenti balneari, alberghi ecc. E' una situazione diventata ingestibile».


Però i Comuni italiani paiono essere non tutti allineati nel combattere questa situazione.
«Faccio parte del direttivo nazionale di Avviso Pubblico, cioè l'associazione di enti locali per la formazione civile contro le mafie, che conta 200 comuni, alcune regioni e province. - dice ancora l'assessore Torrigiani - Avviso Pubblico pochi giorni fa mi ha dato incarico di coordinare il progetto nazionale sul tema del gioco responsabile. A dicembre faremo l'assemblea nazionale a Roma (dove entrerà anche la provincia di Roma con Zingaretti nell'associazione ndr) e sarà l'occasione di presentare il nostro progetto articolato in cinque punti che sono:
1- Divieto di attuare ogni qualunque tipo di pubblicità del gioco d'azzardo;
2-Obbligo di accensione delle slot o macchinette similari tramite esclusivamente l'utilizzo di carta magnetica sanitaria e codice fiscale (per evitare che i minori vi accedano);
3- Destinare una cifra pari allo 0,5% dei proventi di tutti i montepremi alle aziende sanitarie locali sistema sanitario regionale per la cura ed assistenza delle persone affette da dipendenza patologica del gioco d'azzardo;
4-Concedere ai sindaci il potere di ordinanza rispetto appunto all'accensione degli apparecchi negli esercizi commerciali, somministrazione pubblici e privati;
5- Implementare attraverso assunzione di personale le forze dell'ordine;
Questi sono i cinque punti su cui noi vogliamo lavorare e chiederemo, attraverso un iter parlamentare, che si riformi il pacchetto sicurezza o che si faccia un pacchetto doc per vedere di contrastare questo fenomeno»
Ma la sua città, assessore Torrigiani, è sicura con tutte queste sale giochi, sale scommesse e quant'altro?
«Ora la dico grossa. Sarebbe migliore una situazione di questo tipo: togliere cioè le macchinette dappertutto e mettere un casinò in ogni regione italiana, ho reso l'idea?»
Eppure, se lo Stato pare non essere preoccupato per l'esplosione di casinò on-line, slot machine, sale Bingo, Gratta e Vinci o WinforLife, preoccupati sono all'interno della Chiesa, alla Caritas nazionale ad esempio: nel numero di settembre 2011del loro mensile "Italia Caritas" in un apposito dossier viene ricordato che «nel 2010 sono stati "consumati" 61 miliardi 450 milioni di euro e nel 2011 (proiettando i valori del primo bimestre) l'obiettivo di 80 miliardi di euro sarà probabilmente raggiunto. Per capire la portata di queste grandezze, basti pensare che il valore della spesa totale dei consumi degli italiani (casa, cibo, salute, abbigliamento, istruzione, vacanze ecc..) ammonta a 800 miliardi di euro».

E' invece necessario attuare, come dice il vescovo monsignor Alberto D'Urso, segretario della Consulta nazionale antiusura, nel corso di una intervista a Radio Vaticana, «provvedimenti urgenti per contrastare il fenomeno del gioco d'azzardo. Questo incremento preoccupa. Pare che le persone "dipendenti" abbiano superato ormai il milione, e questo ci fa capire che, invece di avere uno Stato che va a moderare, abbiamo uno Stato che che per un motivo di guadagno ve ad alimentare una passione che poi porta anche, purtroppo, ad una dipendenza dal gioco. In tutta questa storia c'è la malavita organizzata, perchè dove c'è da guadagnare soldi, la malavita si intrufola in ogni modo. Tutte queste cose ci preoccupano terribilmente».


Ma quale danno in termini psicologici può dare questa nuova dipendenza da gioco d'azzardo? E poi chi sono quelli che giocano forsennatamente? Ci risponde dalla sede dell'associazione AND, Azzardo e Nuove Dipendenze, la sua presidente Daniela Capitanucci, psicologa.
«C'è di tutto. - ci dice - Con la frammentazione del mercato, il gioco è trattato proprio come un prodotto di mercato e quindi con target differenziati: "prodotti" per le casalinghe, per l'anziano, per l'uomo medio (pensiamo a WinforLife). Sono "prodotti" per chi non ha più voglia di alzarsi alla mattina per andare a lavorare e gli piacerebbe avere una bella rendita. Quindi tutti possiamo essere i potenziali soggetti. Il problema è che qualsiasi persona può arrivare in trattamento: abbiamo avuto giovani minorenni che, nonostante il divieto, si erano già addentrati in un gioco compulsivo eccessivo alle slot-machine. Come percentuale sarebbe improprio dare dei dati. Per cui capirà come le pubblicità suggestive che mirano alla vincita a portata di mano possano essere appunto fonte di miraggio, speranza, illusione per le persone. Che poi non solo non trovano, come dire, questa grande vincita ma quando cominciano a maturare delle perdite significative rischiano anche l'indebitamento arrivando all'usura, come è dimostrato».
Secondo lei se non ci fosse la crisi economica, la cassa integrazione ecc. questa situazione dell'enorme numero di persone che giocano d'azzardo sparirebbe?
«Sparire no, però gli studiosi dicono che cambia la funzione che il gioco d'azzardo ha: nel momento di crescita e di benessere economico esso riesce ad essere un passatempo, la gente tenta e confida poco nella fortuna, diventa un gioco di intrattenimento. Viceversa, nei periodi di recessione economica, di crisi, il gioco rischia di essere proposto - e percepito dalle persone che lo praticano - come l'unica via di uscita ad una situazione altrimenti ingestibile. La pericolosità sta anche nella congiuntura sfavorevole dove le persone vogliono stravincere e stare strabene addirittura sbarcando il lunario: non hanno più l'idea di poter vivere solo con le loro possibilità e capacità lavorative».
I dati ufficiali dell'Associazione Contribuenti Italiani, presieduta da Vittorio Carlomagno, presentati il 29 settembre 2011 a Capri, dicono che c'è anche il coinvolgimento dei minorenni che è aumentato del 7,7%, passando da 860 mila unità a 3,2 milioni, raggiungendo il 32% di tutte le giocate.

Eppure il Ministero della pubblica istruzione ha fatto un opuscolo titolato "Guida al gioco d'azzardo" per gli studenti delle scuole con la collaborazione dell'AND, facendone una sontuosa presentazione, poi dall'altra amplia e liberalizza il gioco d'azzardo in questa maniera.

Non le sembra ci sia una sorta di schizofrenia da parte dell'attuale Governo?
«Magari quell'opuscolo fosse stato distribuito in tutte le scuole italiane! E' stata solo una sperimentazione in un piccolo territorio come quello di una scuola di Grugliasco con cui abbiamo lavorato bene assieme. Oggi quello che il Miur sta facendo è invece avvallare un orrendo progetto che si chiama "Giovani e Gioco" direttamente promosso direttamente dall'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.
Dal semplice trailer che si trova su youtube si capisce facilmente che il progetto è fatto da persone che di gioco d'azzardo patologico non si sono mai occupate. L'idea di fondo è "io ti dico che giocherai responsabilmente e tu lo farai". Hanno tutt'altro interesse che non è quello di proteggere i giovani: si vuol promuovere la cultura di un gioco d'azzardo legale e responsabile, ma è un assurdo nei termini preventivi. Come per le sostanze stupefacenti, il punto cardine è la riduzione all'accesso, anche per il gioco d'azzardo. Il Miur invece sta sostenendo tutt'altro tipo di progetto. Allora c'è da chiedersi: a che gioco giochiamo?
Dico che quando noi induciamo una dipendenza di massa in una popolazione fra un po' ci troveremo con un certo alto numero di persone dipendenti difficili da curare, perchè la dipendenza è una patologia cronica e recidivante. Sarà molto difficile farle retrocedere, farle fare retromarcia.
E gli imprenditori del gioco d'azzardo fanno bene a fregarsene. Dal loro punto di vista il discorso non fa una piega, curano gli interessi dell'azienda perchè non sta a loro vigilare e normare per la tutela del cittadino: è un compito dello Stato che non sta assolutamente ottemperando, questo è il problema!»



Mercoledì 09 Novembre,2011 Ore: 19:10
 
 
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