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www.ildialogo.org La presa del palazzo di’inverno,di Beppe Manni

La presa del palazzo di’inverno

di Beppe Manni

Si continua a chiamarla contestazione giovanile, riprendendo un termine datato 1968. Alla fine degli anni 60 i giovani contestavano le istituzioni tradizionali come la famiglia, la scuola, le religione, la fabbrica. C’era aria di novità, desiderio di cambiamenti radicali, gioiosa trasgressione. Aria di primavera. I movimenti studenteschi, erano trasversalmente collegati con le lotte operaie e con i movimenti della chiesa. A Modena città della resistenza, c’erano addirittura legami con gli ex partigiani.Tutte le strutture tradizionali erano messe in discussione: scuola, fabbrica, chiesa, magistratura, medicina, famiglia. ecc.
La situazione oggi è cambiata. I giovani non sono solo studenti, ma giovani adulti, disoccupati o precari della scuola e delle fabbriche che sentono sul collo il fiato della disoccupazione. Modena è una città operosa e piena di iniziativa, ricca di professionalità ereditate da un passato recente che attraverso un artigianato industrioso e un imprenditoria intelligente aveva fatto la fortuna della nostra terra. Le sue università antiche e recenti hanno sfornato tecnici e professionisti eccellenti.
Ma oggi?
Senz’altro la crisi economica. Senz’altro l’assenza di un governo intento più alla sua sopravvivenza che preoccupato dei giovani. Senz’altro una classe dirigente che ha perso autorevolezza per le collusioni mafiose e l’immoralità dilagante. Senz’altro i vecchi al potere e i baroni che non danno spazio.
Ma i giovani, uomini e donne dai 25 ai 35 anni che cosa fanno? Sono nel pieno delle energie intellettuali e fisiche hanno l’avvenire davanti. O stanno nell’ombra a leccarsi le ferite, o ci accusano di rubare loro il futuro o scatenano rabbiose reazioni. O fanno belle manifestazioni. Va tutto bene.
Ma è venuto il tempo che vi guardiate intorno, consapevoli che nessuno vi aiuta, dovete confederare i vostri sforzi. Diventare soggetti del vostro destino. Come hanno fatto i vostri padri in tempi certamente più fortunati. Le singole rivendicazioni, gli studenti e i professori sui tetti delle università, gli operai sulle gru o le manifestazioni di massa sono il segno del forte disagio giovanile ma vengono facilmente fagocitate o strumentalizzate. Insieme a queste cercate nuove strade per essere rappresentati nei luoghi di lavoro e nella società. Se credete che i canali tradizionali, partiti e sindacati, non vi rappresentino più, diventate voi soggetti politici, per poter non solo chiedere in punta di piedi ma pretendere a schiena dritta i vostri diritti.
In questi giorni state dimostrando consapevolezza e senso di responsabilità. Non più gigioni all’ombra del padre pensionato, né succubi pedine del ‘supermercato’, né solo massa d’urto nelle manifestazioni, ma soggetti liberi autonomi e propositivi di un nuovo modello di lavoro, di società e di rappresentatività. Specialmente di moralità.
Forse la salvezza del futuro pianeta è nelle vostre mani.
I vecchi e gli adulti sembra non siano più capaci di trovare una via d’uscita. Aiutateci a cambiare la società. Fate un assalto al palazzo d’inverno non con sassi o bombe-carta ma con parole nuove.
Giovani di tutto il mondo unitevi.
 
Beppe Manni
 
(Pubblicato sulla Gazzetta il 30 dicembre 2010) 


Venerdì 31 Dicembre,2010 Ore: 19:17
 
 
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