COMUNICATO STAMPA

Roma, 24 maggio 2011 (NEV-CS25) – “Serve una riforma della governance mondiale”. A dirlo sono una quarantina di leader religiosi, tra cristiani, ebrei, musulmani, buddisti e baha'i, riuniti ieri e oggi a Bordeaux (Francia), alla vigilia del G8 di Deauville del 26 e 27 maggio.

Com'è consuetudine, i religiosi dei paesi del G8 si riuniscono alla viglia del summit per lanciare un appello ai capi di stato e di governo. Quest'anno particolare attenzione viene rivolta al ruolo che rivestono i paesi più ricchi nello scacchiere delle politiche mondiali: per i leader religiosi, serve rafforzare e rendere più trasparente il partenariato tra i paesi che fanno parte del G8 e del G20, l’Assemblea generale dell’ONU, e la società civile comprese le organizzazioni religiose. Solo così, dicono i leader religiosi, sarà possibile rispondere alle “sfide comuni” dell’economia, dei cambiamenti climatici, dello sviluppo, delle migrazioni e soprattutto della pace.

“Devono essere prese misure – si legge nella dichiarazione congiunta – affinché il G8 il G20 si iscrivano più formalmente nel quadro delle Nazioni Unite. Il G20 deve aprire le sue porte ai paesi a più basso reddito, fornendo almeno un seggio permanente all’Unione Africana, all’America Latina e agli organismi regionali dell’Asia”.

Sul fronte della situazione macro-economica i leader religiosi affermano che “è urgente e indispensabile stabilire un solido quadro di regole per prevenire in futuro le crisi finanziarie e proteggere le persone più vulnerabili”, mentre sul cambiamento climatico sottolineano come i paesi del G20 sono responsabili dell’80% circa delle emissioni mondiali di gas serra. In tema di aiuti allo sviluppo chiedono ai paesi più ricchi di rispettare l’impegno preso nel devolvere lo 0,7% del loro PIL ai paesi più poveri nel quadro del raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Non manca un cenno alla situazione nel Nord Africa e nel Medioriente, e alla richiesta delle popolazioni della primavera araba di avere accesso ai diritti fondamentali. Di primaria importanza la libertà religiosa, l'autodeterminazione dei popoli, la protezione delle minoranze, e i diritti dei migranti.

Tra gli intervenuti al summit dei leader religiosi conclusosi oggi pomeriggio con la solenne lettura dell'appello, citiamo il metropolita Emmanuel, presidente dei vescovi ortodossi di Francia (Patriarcato di Costantinopoli), nonché presidente della Conferenza delle chiese europee (KEK), che ha condotto i lavori; Claude Bathy, presidente della Federazione protestante di Francia; il cardianle Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux; Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano; padre Hegumen Philaret Bulekov, rappresentante del Patriarcato di Mosca presso il Consiglio d'Europa; William F. Vendley, segretario generale di Religions for Peace; rabbino Richard Marker del Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose; il pastore Rüdiger Noll, direttore della Commissione chiesa e società della KEK; Doris Peschke, segretario generale della Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME); Mario Marazziti della Comunità di Sant'Egidio (nev-notizie evangeliche).

http://religionsforpeace.org/about/bordeaux-religious-leaders.html

 

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Mercoledì 25 Maggio,2011 Ore: 15:39