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www.ildialogo.org DUE ANTICHISSIME ERESIE ANCORA ATTUALI TRA I CRISTIANI,di Maria Teresa D’Antea

DUE ANTICHISSIME ERESIE ANCORA ATTUALI TRA I CRISTIANI

di Maria Teresa D’Antea

Sono molto grata al vescovo padre Giovanni Roncari, docente di storia della Chiesa alla facoltà teologica di Firenze, per avermi fatto comprendere in più d’una occasione quanto siano ancora attuali tra noi cristiani due antichissime eresie diffusesi tra il II e il V secolo.
Hanno nomi molto scostanti, non solo per i giovani indifferenti alle contorsioni cervellotiche della teologia, ma anche per anziani studiosi che hanno passato la vita a indagare gli strani percorsi del pensiero umano. Senza girarvi troppo intorno, butto subito giù i due nomi da orticaria mentale: pelagianesimo e gnosticismo. Pregherei però il lettore di non buttare per terra il giornale, perché anche gli argomenti apparentemente più indigesti possono essere affrontati con mano leggera, specie se si è abituati come me a volgere verso il lato umoristico tutto ciò che è uscito dalla penna di una cultura maschile alquanto parruccona. Pelagianesimo dunque non deve spaventare perché deriva pari pari dal nome proprio di un uomo che la mamma chiamò Pelagio, il quale grosso robusto e fisicamente prestante com’era avrebbe dovuto dedicarsi al lancio del peso, invece si dedicò a sparare eresie. E le sparava anche abbastanza bene se in ben due concili le teorie pelagiane furono dichiarate ortodosse, prima di essere dichiarate eretiche nel concilio di Efeso del 451. Ma cosa sosteneva il monaco Pelagio di tanto eretico? Beh, non era cosa da poco. Per lui il peccato originale restava circoscritto ad Adamo ed Eva, non contaminava la natura umana. In altre parole per Pelagio si nasceva senza macchia d’origine. Da questa prima eresia ne derivavano, come si può bene intuire, tante altre, fra cui la non necessità del battesimo ed anche la negazione dell’azione della grazia, favorita dai sacramenti. Se il peccato originale non intacca la natura umana, l’uomo deve essere ritenuto in grado di riconoscere e scegliere il bene da se stesso, affidandosi solo alla propria volontà. E questo orientamento oggi appare frequente fra tanti uomini e donne che rifiutano di battezzare i figli o addirittura chiedono di essere “sbattezzati”. Ma il primato assoluto che Pelagio dà alla volontà umana, rendendola indipendente da quella divina, si riscontra, sia secondo papa Ratzinger che papa Francesco, anche in tanti devotissimi cristiani osservanti. Sarebbe molto diffuso cioè un “pelagianesimo dei pii”, come dice Ratzinger, i quali cercano una giusta ricompensa alla loro fedeltà alla Chiesa e pensano di accaparrarsi un diritto alla beatitudine con messe, giubilei, rosari, pellegrinaggi e ogni sorta di devozioni, instaurando quasi un rapporto commerciale con Dio, un “do ut des” che di fatto esclude Cristo e il suo vangelo. Mancherebbe in questi devoti l’umiltà necessaria ad ogni amore, quell’umiltà che ci fa guardare a Dio come Amore infinito che elargisce doni a tutti al di là dei nostri meriti e chiede solo di essere amato. Simili devoti non solo non conoscono l’amore, ma dal momento che sono in cerca di sicurezza e garanzie, rinunciano anche alla speranza e, in definitiva, alla vera fede, intesa come abbandono all’abbraccio di Dio. Visti dall’esterno, specie da coloro che non vivono nessuna pratica religiosa, questi pelagiani moderni appaiono come “spaventose” persone di Chiesa, prive di quella capacità di attrazione che Francesco tanto invoca.
Non sono migliori i moderni gnostici, ben individuabili quelli organizzati in sette e movimenti, meno individuabili quelli all’interno della Chiesa. E’ però difficile schematizzare in un articolo lo gnosticismo perché è un fenomeno molto complesso con infinite diramazioni e soprattutto costante nel tempo, sia pure con caratteristiche sempre diverse. Se il pelagiano si distingue per un certo grossolano pragmatismo, al contrario lo gnostico si ammanta di un sofisticato spiritualismo. Il nome deriva da “gnosis” che in greco significa conoscenza. E l’obiettivo che gli gnostici si pongono è effettivamente solo questo: conoscere, imparare. Le origini dello gnosticismo sono state oggetto di lunga controversia. Oggi gli studiosi sono concordi nel sostenere che non nacque come eresia dei cristiani dei primi secoli, ma si deve rintracciare nei riti magici, misterici, iniziatici di tante culture orientali precristiane. Ne sarebbe un esempio anche Simon mago che vorrebbe conoscere, comprandole, le formule con cui Gesù compie i miracoli. Nel Rinascimento lo gnosticismo riprende vigore con gli alchimisti, nell’Ottocento ne è una delle espressioni la massoneria, oggi è ben rappresentato dalla New Age e da quei movimenti esoterici in cui sguazzano semplicioni e originali. Tutto questo fuori della Chiesa. E dentro la Chiesa chi sono gli gnostici? Sono tutti coloro che si ammantano di raffinato spiritualismo, ma in realtà non vedono altro che se stessi. Non appartengono come i pelagiani a un livello medio- basso sociologicamente parlando, ma a un livello medio-alto, con una sufficiente infarinatura di cultura. Papa Francesco dice che sono una élite. Mi piace concludere con quanto mi ha fatto capire mons. Giovanni Roncari: si tratta di persone con una accentuata sopravvalutazione di sé, in cui l’ostentazione della spiritualità è il cembalo vuoto dell’assenza di carità.
Maria Teresa D’Antea



Venerdì 09 Febbraio,2018 Ore: 13:16
 
 
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La chiesa di Papa Francesco

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